Treno Roma-Napoli in partenza

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Anna's pov:

Due giorni prima.

«mi mancherai tanto..» dissi abbracciandolo per un ultima volta.

«non vederla così, ci sto sempre, lo sai.
Tu promettimi che farai la brava dopodomani che inizi la scuola» rispose il moro lasciando qualche bacio sui miei capelli.

Io annuii e mi strinsi sempre di più al suo petto, avrei voluto non andarmene mai.

«bacino?» dissi facendo il labbruccio e alzando il capo, incastrando i miei occhi con i suoi.

Lui non ci pensò due volte a far combaciare le nostre labbra, e dare così vita a un bacio che forse mi sarebbe mancato per troppo tempo.
Appena ci staccammo chiusi un secondo gli occhi facendo una smorfia di dolore, quanto faceva schifo la distanza..

«fai buon viaggio e stai attenta, ricordati che anche da Roma a Napoli mi farei il tragitto a piedi se ti servisse qualcosa.» si raccomandò nic accarezzandomi una guancia

«treno Roma-Napoli in partenza»

La voce del grande attoparlante ci distolse dai nostri pensieri, e così abbracciai un ultima volta Niccolò.
Staccarmi fu al quanto difficile, ma dovevo.
Mi allontanai e salii sul treno, ma una voce mi bloccò.

«Anna!»

Mi girai verso Niccolò, aspettando che concludesse la sua frase.

«ti amo..»

Giorni attuali.

«su Anna alzati, è il primo giorno e non puoi fare mica tardi!» sentii dire da nonna mentre accarezzandomi le guancia e spostandomi dal viso qualche ciocca di capelli.

Io sbuffai e mi misi a sedere, stropicciandomi gli occhi poco dopo.
Non sapevo nemmeno cosa mettere, la sera prima ero stata in videochiamata fino a tardi con Niccolò.
Appena nonna uscì dalla camera mi precipitai sul telefono, non ricordavo ieri di aver staccato la chiamata..

"Amore🖤:
Sono sicuro che ti sveglierai non ricordandoti nulla, quindi ti dico che ti sei addormentata in chiamata mentre ti canticchiavo "wendy".
Buona prima giornata di scuola"

Immagine allegata

Le mia labbra si curvarono subito in un sorriso appena lessi il messaggio e vidi la foto, sapeva migliorarmi la giornata con così poco

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Le mia labbra si curvarono subito in un sorriso appena lessi il messaggio e vidi la foto, sapeva migliorarmi la giornata con così poco.
Ma il mio dubbio in quel momento era un altro, quella canzone non me la ricordavo..
Forse perché stavo per addormentarmi, ma ricordavo solo qualche parola.
"riportatemi da wendy nana.."
Gli risposi velocemente e poi mi decisi ad alzarmi, non avevo altra scelta.
Mi diressi in bagno e aprii subito il getto d'acqua calda, nonostante fosse estate non ci avrei rinunciato mai.

-

Quella mattina non avevo voglia nè di apparire nè altro, quindi mi vestii davvero semplice.
Una maglia nera e un jeans del medesimo colore, nulla che attirasse attenzione.
Il mio abbinamento di vestiti era stato approvato da Niccolò in più, quindi stavo a posto.
La campanella dell'istituto suonò, segno che purtroppo l'incubo era iniziato.
Entrai all'interno della scuola e salutai di getto qualche conoscenza, per poi varcare l'ingresso della classe.
Era tutto come l'anno prima, non era cambiato nulla compresi gli alunni.
Con mia grande sorpresa non vidi Simone seduto al suo solito banco, cacciai così un sospiro di sollievo.
Proprio mentre lo pensai, la sua figura fece capolino nella classe, seguito da qualche altro ragazzo.
Sbuffai e sposto lo sguardo altrove, non mi andava di parlarci.

«ciao Anna»

Come non detto, fanculo alla mia sfiga.

«che vuoi?» dissi fredda e non voltandomi nemmeno verso di lui.

«posso sedermi?» mi chiese poggiando la cartella sul banco.

«no, vedi di andartene»

«Anna perfavore..»

Non mi ascoltò minimamente e si sedette al posto di fianco a me, ma perché non posso avere vent'anni e andarmene da questa scuola?
Io con lui non avevo nessuna intenzione di parlarci, questo era certo.
Entrò la professoressa e subito ci alzammo, iniziando così la prima lezione dell'anno..

-

«allora Anna, com'è andata l'estate?» mi chiese Marika, una mia compagna di classe.

Stavamo tutti nella parte esterna della scuola, avevamo un ora buca e mentre i ragazzi facevano una partita a calcio, noi ragazze eravamo sedute sul muretto a parlare del più e del meno.

«inizialmente non così bene, ma negli ultimi mesi si, sono stata perfettamente» dissi mentre i ricordi con Niccolò mi riaffioravano alla mente.

«c'entra quel ragazzo carino nelle tue storie? Siete fidanzati giusto?» domandò Giovanna con gli occhi sognanti.

Io annuii e fissai la punta delle mie scarpe, non mi piaceva "vantarmi" del fatto che fossi fidanzata per sembrare più grande, ero fidanzata perché lo amavo e non per altro, dato che al giorno d'oggi molte mie coetanee trovavano un ragazzo solo per sentirsi più 'mature'.

«ma mica è quello lì romano che stava due annetti fa allo scientifico?»

«si, niccolò»

«oddio ma io gli davo ripetizioni un anno prima, com'è stare con uno come lui? Insomma è più grande, è maggiorenne»

«come dovrebbe essere? Sicuramente non ha la testa di un bambino immaturo per la sua età, e poi non mi tratta come sua figlia ovviamente, quando stiamo insieme i due anni di differenza quasi non li sento» dissi leggermente infastidita, l'aveva descritta come se avessimo avuto diec'anni di differenza.

«ma quindi voi..» Marika stava continuando con le domande, ma al quanto pare stava andando un po' troppo oltre.

Stavo prontamente per risponderle che una dose dei fatti suoi non avrebbe sicuramente fatto male, ma una voce ci interruppe.

«ragazze» ci chiamò la professoressa di educazione fisica, avvicinandosi poi a noi.

«domani è il turno delle ragazze, vi faccio fare qualche esercizio fisico visto che il campo da pallavolo è occupato dalla quinta F.
Mettete qualcosa di leggero e comodo mi raccomando.» spiegò subito dopo.

Io annuii e scesi dal muretto dirigendomi in classe, mi era passata anche la voglia di parlare con le mie compagne di classe.

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