Che prima o poi perdo il controllo

2.2K 106 41
                                    

Anna's pov:

«allora Anna, stai procedendo con gli studi?» mi chiese il padre di Niccolò, ormai una volta a tavola decise lui di aprire argomento.

«si, ma sono ancora indecisa se continuare o no dopo la scuola in realtà» risposi mantenendomi su un punto vago, dato che neanche io avevo alla fine le idee chiare.

«tesoro cosa vuoi fare dopo la scuola, lo chiedo a te perché quel testone di Niccolò ormai ha già mollato tutto» chiese anche Anna incenerendo suo figlio con lo sguardo.

Come aveva già detto anche lei, Niccolò quell'anno non avrebbe ricominciato a frequentare le lezioni, non voleva più saperne nulla e ormai non c'era nulla da fare.
Aveva detto che se avesse voluto riprendere gli studi avrebbe semplicemente fatto un conservatorio, altrimenti nulla.

«nel caso continuassi gli studi, farei un percorso per la laurea triennale in scienze motorie, con cui poi potrei diventare anche personal trainer, ma non ne sono sicura.
Poi nel caso vorrei anche trovare una sistemazione a Roma, è un sogno che ho fin da piccolina» spiegai poggiando la forchetta nel piatto.

Niccolò sorrise per poco e io feci lo stesso, era una delle mie scelte che preferiva.

«io volevo chiedervi una cosa..» prese parola successivamente il moro, attirando lo sguardo dei suoi su di sé.

«ecco, io pensavo di stare per un po' con Anna a Napoli, ha parlato con sua nonna e non ci sono problemi, ovviamente se per voi va bene» continuò tenendo lo sguardo basso.

«quanto tempo di preciso?»

«per me anche sempre, ma capisco benissimo che non è possibile quindi è uguale..»intervenni io, seguendo poi con lo sguardo i suoi genitori.

«va bene, ma non troppo tempo, poi si vedrà quanto» rispose infine il padre, provocando un grande sorriso da parte nostra.

-

«Niccolò è per te» sentimmo chiamare dalla madre di lui.

Io e il moro ci alzammo ci alziamo e raggiungemmo l'ingresso, avvicinandoci poi alla porta.
Davanti mi si parò una ragazza, che di vista però non mi sembrava per nulla di conoscere.
Aveva i capelli neri a caschetto, molto trucco che le copriva il viso e vestiva abbastanza.. scoperta.
La ragazza fece su e giù con gli occhi squadrandomi e non si curò di evitare una faccia disgustata, ma cos'avrebbe da guardare?

«ciao Niccolò» disse avvicinandosi a lui, poggiando successivamente una mano sul suo petto.

«Charlotte..» rispose lui quasi in un sussurro.

Charlotte? Chi sarebbe Charlotte?

«ah tu devi essere Anna, ci sei riuscito a riprendertela poi?» chiese lei con un tono d'ironia.

«Niccolò cos'è sta storia?» mi intromisi prendendo parola, non ci stavo capendo nulla di tutta quella situazione.

«piacere, sono l'ex di Niccolò, vedi tu come vuoi chiamarmi.
Pensavo non ce la facessi a portartela a letto nì, ma da come posso notare tolgo il disturbo»

Io mi ritrovai a sbattere un paio di volte le palpebre e rimasi con le labbra schiuse, improvvisamente dentro di me si era formato un grande vuoto per quelle parole che avevo appena sentito.
Niccolò tentò di sfiorarmi un braccio, ma mi scansai velocemente facendo una faccia disgustata.
Raggiunsi velocemente il bagno e mi ci chiusi dentro, scivolando con la schiena lungo la porta.
La mia mente stava per esplodere, era successo tutto così in fretta che non sapevo neanche che pensare.
Io ero stata a piangere così tanto per lui, non riuscivo a guardare un ragazzo qualsiasi negli occhi per mezzo suo e lui che aveva fatto? Se n'era andato con quella ragazza.
Ma il punto era un altro..
Era davvero tornato con me avendo solo lo scopo di portarmi a letto?
Forse mi sbagliavo, ma in quel momento tutta l'anima mia fiducia se n'era andata.
Senza neanche che me ne accorgessi le lacrime mi rigarono il viso, per la centesima volta almeno.
Come mi ero ridotta?
Dare tutta me stessa a qualcuno che non ci pensava due volte a scaricarmi, e io che pensavo stesse andando tutto così bene.

-

«Anna ti prego, lasciami spiegare almeno un secondo..» mi chiese ancora Niccolò, tentando di abbracciarmi.

«hai perso il diritto di toccarmi da quando quella ha varcato l'ingresso di casa, quindi ora o mi lasci fare in santa pace le mie valige o te ne vai» gli urlai contro schivando la sua presa, come nelle ultime ore.

«Anna ti prego, lo sai che ti amo»

«sì, certo, ho notato.
Io sono stata di merda un anno e mezzo per colpa tua, solo perché tu di punto in bianco mi hai lasciato.
Nel mentre tu che facevi?
Ah già, passavi da una ragazza all'altra, poi come se nulla fosse torni da me solo perché vuoi una scopata; questo lo chiami amore!?»

«no che non è amore, e infatti non è successo nulla di tutto ciò.
Non posso dirti che non sono mai stato con nessuna, ma levati dalla testa che sia tornato da te per doppi scopi!
Se davvero avessi voluto portarti a letto a quest'ora già sarebbe successo, non avrei chiesto ai miei di venire a Napoli da te e non sarei qui adesso a tentare di rimediare!
Ti amo Anna, davvero, accetto tutti i tuoi pregi e difetti perché voglio, non hai mai smesso di mancarmi nonostante tutto.. questo è amore, e questa è la verità, credi a me, non a lei che è probabilmente solo ancora scottata dal fatto che io l'abbia lasciata per te»

Mi abbracciò contro la mia volontà e mi fece poggiare il capo sul suo petto, stringendomi così forte che non potetti obiettare.
Sentii un singhiozzo al di sopra della mia testa e mi si strinse il cuore, avrei tanto voluto che non fosse successo nulla da poco.

«ho bisogno di un po' di tempo» sussurrai alzando il viso.

Vedere i suoi occhi rossi e il viso bagnato mi spezzava il cuore, ma per una volta avrei pensato almeno un minimo al mio di cuore spezzato e non a quello degli altri.

«E un modo carino per dirmi che mi stai lasciando?» disse guardandomi bene negli occhi.

«prendila come vuoi» risposi semplicemente, tentando poi di allontanarmi.

Lui si però si oppose stringendo ancora di più la presa, non sapevo davvero come sarei riuscita ad uscirne da quella situazione.

«Anna ti prego..
Credimi se potessi tornare indietro e cambiare i fatti lo farei mille volte, ma abbiamo passato così tanto separati che proprio ora che stai con me non riesco a perderti, non posso..»

Non resistevo più a quella scena, era impossibile rimanere indifferente.
Gli asciugai le lacrime coi pollici e poi gli lasciai un bacio sulla guancia, perché deve essere così difficile?

«capisci che non sei stato l'unico a soffrire? Sono stata di merda quanto te se non di più» dissi questa volta con un tono più calmo.

«lo so amore, lo so, e sono un cojone per i miei continui errori, ma restami vicino..»

«..che prima o poi perdo il controllo» continuai io al suo posto.

Me la disse tante volte quella frase, e io tante volte gli avevo giurato di restargli vicino.
Mi accarezzò una guancia con la mano e sorrisi lievemente, sapevo che per lui contassero più questi gesti che il resto.

«domani ce ne andiamo a Napoli io e te, sto tutto il tempo che vuoi e ti prometto che non ci sarà più alcun segreto»

Io annuii alla sua proposta e tornai con la testa sul suo petto.

«e poi.. non pensare mai che la nostra relazione possa ridursi a un semplice e inutile rapporto, sto con te perché ti amo, e ciò comporta che viene prima il tuo bene e poi qualsiasi altra tappa che vivremo un giorno» Aggiunse stampando un bacio tra i miei capelli.

Non sapevo perché, ma forse almeno un po' quelle parole mi sollevarono.
La fretta che hai quando si è troppo piccola è straziante, ma sapere che al mio fianco avevo qualcuno che avrebbe aspettato il tempo di cui avevo bisogno, mi rassicurò e di molto.

Vivere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora