La differenza tra me e te

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Niccolò's pov:

Quella richiesta mi aveva abbastanza destabilizzato, insomma, avrei fatto qualsiasi cosa per lei in tutti i momenti, ma probabilmente per chiedere a me aveva davvero bisogno di aiuto.

«si, dimmi»

«puoi avvertire tu Ludovica e Adriano che torno a Roma?»

Se la prima domanda mi aveva scosso, probabilmente questa mi aveva fatto andare il caffè preso di prima mattina di traverso.
Mancavano circa cinque minuti all'arrivo a Napoli, e lei poche ore prima voleva tornare dritta a Roma.

«ma come.. cioè, perché?»

«una mia collega di lavoro aveva bisogno di una mano urgente in palestra, mi ha mandato ora il messaggio»

Parlava con una voce bassa e non mi guardava neanche in viso, ed è lì che capii tutto.
Non voleva tornare a Napoli per paura che quel cojone del suo ragazzo le facesse qualcosa?
Era probabilmente, se così non fosse stato allora non mi avrebbe mentito sul messaggio.

«Anna ma è domenica..»

«lo so però.. devo tornare a Roma lo stesso»

Sembrava volesse scoppiare a piangere da un momento all'altro, il suo petto si muoveva in modo regolare e conoscendola stava anche per avere una crisi di nervi.
Forse se non fossimo in un treno starebbe già con le gambe tirate al petto e le mani tra i capelli, ma perché ridursi in quel modo per un messaggio?
Non potevo dirle che avevo letto, mi avrebbe letteralmente lanciato dal finestrino.
Volevo restasse al matrimonio, ma di certo non avrei mai voluto che il suo ragazzo le facesse qualcosa contro la sua volontà.
Che non fosse già successo?
Serrai la mascella a quel pensiero e cacciai un lungo sospiro, speravo con tutto me stesso di non trovarmelo tra i piedi quel giorno.

«Fermata Roma Napoli»

Ed ecco quella voce che tanto attendevo, solo che appena anche la ragazza di fianco a me la sentì, si coprì il viso con le mani e si resse i gomiti sulle ginocchia.

«Anna dobbiamo scendere, magari parlane con Ludovica e se devi tornare magari fallo domani»

«tu non capisci!» disse mentre tratteneva un singhiozzo e si asciugava le lacrime.

Mi si strinse il cuore nel vederla in quel modo, aveva tentato di fare la forte tutto il tempo, poi era bastato così poco per farla crollare del tutto.
Ero davvero tentato dal tirarla tra le mie braccia e riempirla di baci, dicendole che finché ci sarei stato io nessuno le avrebbe fatto male, ma il punto era quello, io non ero più con lei.
Senza dir nulla afferrò la valigia e scese di fretta dal treno, feci perfino fatica a seguirla.
Appena vedemmo la figura dei nostri amici seduti alla fermata, io non persi un secondo per stringere in un abbraccio il mio migliore amico, mentre invece Anna rimase ferma dietro di me.
Ci misi poco a capire che tra i presenti non c'erano solo Adriano e Ludovica, ma anche un altro ragazzo.

«non mi saluti?» chiese lui con un sorrisetto mentre guardava la bionda dietro le mie spalle, sembrava volersi nascondere e farsi piccola piccola.

«ciao» balbettò lei abbassandosi la felpa fino a mezza gamba.

«francè perché non ti rendi utile e prendi questa valigia? Grazie ci faresti un piacere» li interruppe Ludovica, facendomi velocemente intendere che era lui il ragazzo di Anna.

«ludo posso tornare con voi?»

«veramente sono venuto a prenderti io»

«si, ma ho il vestito a casa di Ludovica e mi preparo là, poi non ti avevo chiesto di venire»

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