Quanti anni hai? Cinque?

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Anna's pov:

«finalmente, non ne potevo più!» parlai salendo in auto, dopo sei lunghe ore di scuola avrei aggiunto.

Lasciai un bacio sulle labbra di Niccolò e sorrisi, avevo passate in pratica tutte quelle ore scolastiche dove Simone non mi si scollava di dosso, e vedere finalmente Niccolò al posto suo mi dava sicuramente una prospettiva migliore della giornata.

«amo' ti mancano ancora due anni, ti conviene fartela piacere la scuola» mi disse ridendo.

Io alzai gli occhi al cielo e collegai il telefono via Bluetooth con la macchina.
Iniziai a scorrere tra i downloads scaricati e avviai ovunque tu sia.
Non c'era ovviamente ancora in nessuna piattaforma digitale, ma un giorno per scherzare io e Niccolò ci siamo messi a registrarla mentre la suonava al piano, almeno potevamo sentirla quando ci pareva.
Ovviamente l'audio non era dei migliori, ma mi basta così.

«ma portami via, dove il mondo è un idea, portami ovunque tu sia!» cantai quasi urlando, mentre intanto Niccolò se la rideva per la scena.

«che rir a fa'?» dissi fulminandolo con lo sguardo.

«è vero che ho abitato un po' di anni a Napoli, ma devo chiederti di tradurmi che hai detto» rispose lui ridendo ancora di più.

«ho detto "cosa ridi a fare"?» dissi di nuovo sbuffando divertita, era davvero impossibile rimanere arrabbiata con lui.

«perché sembri una bambina» disse lui in risposta strizzandomi le guance, così assunsi un espressione imbronciata per portare ovviamente avanti la mia tesi.

«vuoi levare sta mano» balbettai cercando di parlare decentemente, ma mi era impossibile visto che avevo le labbra a pesciolino.

Lui rise e fece finalmente come gli chiesi, tornando poi a guidare con attenzione.

«ecco bravo, torna a guidare, devo andare disneyland prima di morire» dissi mettendomi seduta più comoda.

«quanti anni hai? Cinque?»

«guarda che a disneyland ci vanno anche i vecchietti, poi è a Parigi, ma la finisci di infrangere i miei sogni o no?»

«mi scusi principessina, vuole andare a Parigi quindi?» mi chiese trattenendo un sorriso.

«ovvio che si, non è che hai due biglietti nascosti sotto il sedile?»

«eh se me lo dicevi un po' prima..»

Mi girai completamente verso di lui e alzai un sopracciglio, io ero ironica, però..

«dai sto a scherzà, tua nonna è già tanto se ti fa venire con me a Roma, ma ti immagini un maggiorenne appena e 'na minorenne a Parigi? Famo scintille» disse facendomi scoppiare a ridere, in effetti..

«avresti solo una bambina da rincorrere, niente di che» provai a convincerlo facendo il labbruccio e sbattendo le ciglia.

«finché non hai la maturità io a disneyland non ti porto, già mi immagino le ore a chiederti di ritornare in hotel dove non mi calcolerai minimamente»

«forse...» sussurrai tra me e me, ma ovviamente mi sentì.

«però hai detto che mi porti!» aggiunsi alzando il tono della voce.

«hey! Non rigirare la frittata»

«grazie amore, aspetto con ansia il volo» dissi dandogli un bacio in guancia, era così carino quando si incazzava.

-

«dai, levami le mani dagli occhi!» cercai di parlare tentando di togliere le mani dal mio viso, con scarsi risultati ovviamente dato che quelle mani erano di Niccolò.

Continuavo a camminare goffamente verso camera mia, ma mi era abbastanza difficile senza guardare.
Appena sentii l'interruttore della luce sbuffai pesantemente, stava iniziando ad urtarmi i nervi quell'attesa.

«tre, due, uno.. » contò lasciandomi un bacio sulle labbra tra un numero e l'altro.

All'ultimo numero tolse le mani, e quasi non urlai per ciò che mi ritrovai sul letto.

«tu sei impazzito seriamente, ma che ti dice la testa?» dissi portandomi le mani sul viso.

Gli saltai letteralmente addosso e lo abbracciai più che potevo, davvero non sapevo se avrei mai potuto sdebitarmi per tutto quello che faceva per me.

«ma che piangi a fare» mi disse lui trattenendo una risata, sapevo che era il momento adatto, ma era più forte di me.

«vai a vedere se ti piace no?»

Mi staccai da lui e mi avvicino al letto con ancora le mani sulla bocca per lo stupore, non me lo sarei mai aspettata..

Mi staccai da lui e mi avvicino al letto con ancora le mani sulla bocca per lo stupore, non me lo sarei mai aspettata

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«non so che dire, nic grazie» dissi cercando di darmi una sistemata al viso imbrattato dalle lacrime.

«ma io volevo farti felice, non volevo mica farti piangere»

«io sono felice, davvero mi hai lasciata senza parole..
perché ti sei preoccupato così tanto?
Lo sai che mi bastava stare con te oggi, non c'era bisogno..»

«lo so che non hai mai preteso che ti portassi la luna, ma ti meriti questo ed altro» mi disse il moro abbracciandomi da dietro.

Non sai quanto sia fortunata ad avere te..

-

«Adriano quando me la fai una sorpresa del genere!?» parlò ludovica appena vide anche lei il regalo.

«quando è il tuo compleanno?» chiese in risposta lui, non sapendo di aver appena scatenato l'ira di satana con quella domanda..

«ma come quando è il mio compleanno!
Cretino dovresti saperlo!»

«ma la finite di litigare?» mi misi in mezzo io, altrimenti sarebbero andati avanti per ore.

«lasciamo stare guarda, comuqnue, oggi tu stai con me e ci facciamo un giro, poi questa sera siete liberi» disse ludo indicando me e Niccolò.

«grazie Ludovica per aver ascoltato la mia opinione, sempre gentilissima» rispose a sua volta il mio ragazzo, forse aveva intenzione di passare il pomeriggio con me..

«si lo so, sono un amore, ora prendi la borsa e andiamo»

Io sbuffai divertita e annuii, infondo non ci vedevamo da un po' e un giro al centro commerciale non ci avrebbe fatto male.

«vi accompagniamo noi però, andiamo»

Prendemmo tutto l'occorrente e salimmo nella macchina di Niccolò, lui e Adriano avanti.
Io e ludovica continuammo a parlare di argomenti fattibili davanti a loro due, e la ringraziai mentalmente per non aver tirato fuori argomenti inadeguati.

«chiamateci quando dobbiamo venirvi a prendere» disse Adriano appena ci ritrovammo davanti al centro commerciale.

Io lasciai un bacio veloce sulle labbra a Niccolò e scesi insieme a Ludovica, la quale immediatamente si precipitò nel luogo davanti a noi.

«dove andiamo per prima?» chiesi costatando che non sapevo neanche da dove cominciare.

«vestiti, ovvio»

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