Sangue del mio sangue

2.3K 115 0
                                    

Anna's pov

«ehi ma tu ancora qua stai? Ma ci muoviamo a uscire o no?»

Sorrisi ingenuamente quando vidi il capo del mio ragazzo abbassarsi verso il pancione e sussurrale quelle parole, pensando che in realtà io non lo stessi ascoltando.
Ormai non potevo poggiarmi su un divano o sul letto per cinque minuti che crollavo dal sonno, e in quel momento la situazione fu anche più scontata.
Ero sdraiata su un divanetto e con la vetrata aperta, quindi col sole caldo dell'estate che mi arrivava addosso, inutile dire che neanche pochi istanti dopo avevo preso sonno.
Non c'era da biasimarmi però, l'atmosfera andatasi a creare dal bel sole di quel giorno, il rumore delle onde del mare che si sentiva perfettamente e oltre quello il più totale silenzio intorno a me, mi facevano sentire in un paradiso naturale.
Mai mi ritrovai più felice di aver scelto di tornare a casa quegli ultimi giorni di gravidanza.
Avevo trascorso gli ultimi mesi su e giù per l'Italia, Niccolò non faceva altro che preoccuparsi dato che non era da nulla portare un bambino nella pancia e affrontare anche più viaggi in una sola settimana, ma mi faceva piacere accompagnarlo nel suo tour, l'avrei fatto ad ogni modo.
Proprio per questo i fan avevano scoperto del bambino, era inevitabile vedere la pancia, e lui non si era fatto problemi a dirlo poi esplicitamente.
Indipendentemente da questo però, mi aveva promesso che appena concluso il tour si sarebbe preso una pausa per dedicarsi a noi, e dove se non nel posto in cui ci eravamo conosciuti?
Fino agli ultimi due minuti ero convintissima di andare a casa mia, però mi sorprese portandomi totalmente da altra parte, e ritrovarmi affacciata ad un attico che stava proprio vicino al mare ogni mattina era probabilmente il miglior regalo che potesse farmi.
Faceva probabilmente davvero quando mi disse che mi avrebbe sempre trattato come la sua principessa, e per questa motivazione spesso pensavo di non meritare tutto ciò.
Aprii definitivamente gli occhi e accarezzai di poco i capelli del mio ragazzo, che successivamente spostò lo sguardo su di me.

«ma allora sei sveglia, pensavo di dover passare tutta la giornata da solo» disse ridacchiando, per poi avvicinarsi e stamparmi un bacio sulle labbra.

Io lo trattenni un altro po' e approfondii subito il bacio, quella mattina mi aveva lasciato dormiente nel letto e non lo vedevo dalla sera prima, aveva da lavorare.

«come stanno la mia bimba e il mio bimbo?»

«bimba ha fame, tanta fame»

Il moro scoppiò a ridere e scosse la testa, ormai era abituato a vedermi mangiare anche più di lui, cosa mai successa.

«guarda caso volevo proprio portarti in un posto, e la tua dottoressa ha detto che dovresti camminare un po' così da far sì che questo pulcino non resti nella tua pancia in eterno»

Ancora non mi sembrava reale che da un momento all'altro avrei potuto partorire, non riuscivo minimamente a capacitarmene.
Se avessi fatto un cesareo avrei partorito già, ma volevo fare un parto naturale, quindi nessuna data programmata e la piccola creaturina che ospitavo nella mia pancia avrebbe deciso da sé quando darsi una mossa.
Avevo concluso i nove mesi da tre giorni, proprio per questa motivazione la mia dottoressa mi aveva detto di camminare spesso, avrei facilitato l'arrivo della rottura delle acque.
Annuii alla proposta di Niccolò e mi alzai con cautela, ormai non riuscivo a fare nessun movimento troppo azzardato.
Misi velocemente un paio di scarpe, mi diedi una sistemata e scendemmo da casa, non avevo idea di dove volesse portarmi, ma da come avevo detto avevo compreso che ci saremmo andati a piedi.
E infondo non era un male, sicuro saremmo passati per il lungomare ed era uno dei miei posti preferiti.

«'nto sei bella piccolè» mi disse il moro circondandomi le spalle con un braccio e stampandomi un bacio sulla fronte.

«merito del vestito regalato da tua mamma» risposi alludendo all'indumento che indossavo quel giorno.

Vivere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora