Anna's pov:
«dai nicco, puoi finirla di ignorarmi» chiesi per l'ennesima volta nel giro di almeno dieci minuti.
Ormai conoscevo Niccolò meglio delle mie tasche, capivo cosa volessero esprimere i suoi comportamenti solo osservandolo per pochi secondi, e quella sera mi ero beccata il mio ragazzo in versione gelosia.
Una delle prime sere che passavamo a disneyland, lì potevamo scegliere il tipo di ristorante in cui mangiare in base a come ci andava, e scegliemmo quella volta lo stile messicano.
La particolarità di tutti i ristoranti era che c'erano i buffet al posto delle portate in tavola, ma dato che c'era molta folla, non riuscii a trovare una forchetta.
Niccolò la chiese al posto mio con poche e semplici parole, ed il cameriere su una ventina d'anni me la porse con un sorriso smagliante, il suo accento francese marcato e soprattutto senza neanche degnare di uno sguardo il mio ragazzo.
Continuò così per tutta la serata, mi osservava da dietro il buffet con un sorrisetto in volto.
Ovviamente non ero stata io a notarlo, ma Niccolò, il quale non perdeva occasione per fulminarlo con lo sguardo e baciarmi appassionatamente anche più di una volta, lo aveva notato.«dì al tuo bel cameriere ti sorriderti un altro po'» mi provocò indicando con la testa la porta.
«ma io volevo solo una forchetta! Non è colpa mia se mi sorrideva, dai» dissi io in risposta, per poi avvicinarmi e mettermi a cavalcioni su di lui.
Il moro alzò gli occhi al cielo e poggiò con estrema calma le mani sui miei fianchi, senza però smuovere il suo sguardo basso e che non lasciava trasparire nulla.
«uffa però, te la prendi con me come se ci avessi provato con lui, che posso farci io»
Mi staccai e feci per alzarmi, ma un braccio mi tirò nuovamente nella direzione opposta fino a farmi scontrare la testa col suo petto.
Senza pensarci due volte annodai le braccia alla sua vita, tra i due non ero io l'orgogliosa della coppia, e in certi casi questo particolare tornava utile.«hai ragione, colpa sua» si arrese infine.
«ma resta il fatto che non può fare così..» disse strofinando il naso contro il mio.
«così..» continuò baciandomi sulle labbra.
«E così» concluse a voce molto più bassa mentre chinava il capo verso l'incavo del mio collo; dove lasciò un bacio umido sulla macchia violacea gentilente lasciata quella mattina stessa.
Niccolò non aveva molto chiaro il mio concetto di "sono stanca e voglio rilassarmi qualche altra ora in stanza", dato che alla fine finimmo per fare una lotta di cuscini, una al solletico, e mi lasciò anche un bel quadro di Picasso sul collo.
«sei proprio prevedibile» dissi io scoppiando a ridere.
Mi staccai da lui e assunsi un'espressione da angioletto, al suo contrario che aveva alzato gli occhi al cielo.
«muoviti signorino, metti le scarpe e andiamo a vedere lo spettacolo del castello, accendono le luci» lo spronai prendendo anche una giacchetta leggera dall'armadio, di notte lì c'era abbastanza vento nonostante fosse estate.
-
In quel momento mi sentivo una bambina, assolutamente una bambina.
Osservavo anche la più piccola luce o attrazione intorno a me con occhi incantati, e mi resi conto che Disneyland di notte era ancora meglio.
Eravamo quasi arrivati davanti al palazzo per lo spettacolo, quasi perché ogni cinque minuti bloccavo il braccio di Niccolò per vedere meglio anche la più piccola stupidaggine.«dai ma non vedo niente qua» mi lamentai ovviamente sbuffando, davanti a me c'era così tanta gente che a sento vedevo la punta del castello.
«che c'è nana?» mi prese in giro Niccolò trattenendo una risata.
Io incrociai le braccia al petto e alzai gli occhi al cielo, neanche lui era alto, ma io avevo almeno dieci centimetri in meno come minimo, quindi dicendo lo stesso a lui era un po' come se mi prendessi in giro da sola.
Prima che potessi controbattere però, mi sentii sollevare da terra.
Non ebbi neanche il tempo di realizzare, ma costatai poco dopo che ero sulle spalle del mio ragazzo.
Scossi la testa divertita e mi abbassai per stampargli un bacio tra i capelli, in quel modo sicuramente ci avrei visto qualcosa.
Era da anni che non salivo sulle spalle di qualcuno, probabilmente da quando ero molto piccola.
Provai a ricordare più o meno l'ultimo momento in cui successe, e alla mente mi tornò subito il volto del mio piccolo angelo, che mi manteneva sulle sue spalle proprio per farmi vedere come fosse il mondo da lassù.«amo che c'hai?» mi chiese il moro alzando di poco la testa verso l'alto.
Io sforzai un sorriso e negai con la testa, per poi afferrargli una mano e stringerla forte, mentre l'altra sua era posizionata sulla mia coscia per non farmi cascare giù.
Forse mi ero persa tra i pensieri ancora una volta, mi succedeva spesso in quel periodo.
A riportarmi alla realtà, fu il grande castello che si illuminò all'improvviso, dando spettacolo dei mille fuochi d'artificio volati verso il cielo.
C'erano luci ovunque, e venivano proiettate diversi personaggi Disney di tutti i film sulle mura del palazzo.
Tutti erano incantati proprio verso quella direzione, compresa me che non stavo nella pelle dal vedere questo spettacolo bellissimo.
Sembrava tutto come in una bellissima favola, non mi sembrava reale nemmeno.
Abbassai lo sguardo e notai che quello di Niccolò era posato su di me, così mi sorse un dubbio..«perché non guardi i fuochi d'artificio e guardi me?» gli chiesi inarcando un sopracciglio.
«la mia favola sei tu» mi rispose lui in tutta sincerità, tanto che per pochi secondi rimasi imbambolata.
Sorrisi ingenuamente e mi sporsi per lasciargli un bacio sulle labbra, riusciva sempre a stupirmi con poche e semplicissime parole.
Forse non aveva idea delle farfalle che apparivano nel mio stomaco ogni volta che mi sfiorava anche solo di poco, ogni volta che mi faceva un complimento, oppure quando diceva di amarmi..
Era un mix di emozioni che non avrei mai saputo spiegare a parole, e forse neanche capirlo nella mia testa.
Prima di conoscere lui, vedevo molte persone innamorate e mi chiedevo cosa ci fosse di bello, pensavo a cosa ci fosse di bello nel riporre le proprie attenzioni ad una sola persona, nel dedicargli tempo e affetto, nell'unire le proprie anime dando il frutto della vita ad una nuova creatura un giorno, nel creare una famiglia.. davvero non capivo.
Ma forse con lui una mezza idea la avevo.
Avevo capito quanto fosse bello vederlo ridere per una stupida azione buffa, avevo capito quanto fosse bello essere triste ma riuscire a sorridere solo perché lo faceva lui, avevo capito quanto fosse bello sentirsi amata e protetta.
E forse io non avrei mai potuto chiedere altro se non che tutto questo durasse per sempre, forse anche di più.
STAI LEGGENDO
Vivere
FanfictionForse no, non è una storia come le altre. Non è una storia dove arrivata la maturità ci si innamora e si soffre, per poi avere quel bellissimo lieto fine. Questa storia parte dalle basi, dove una bambina riesce a provare le emozioni di una donna già...