Lo ammazzerei con le mie stesse mani

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Anna's pov:

Aprii gli occhi lentamente e cercai finalmente di capire dove mi trovavo..
Non dormivo in quel modo da un infinità di tempo, e mi accorsi del perché solo quando mi guardai intorno.
Alzai leggermente il capo e mi ritrovai ad un centimetro dal viso di Niccolò.
Sapevo bene che appena si sarebbe svegliato avrei dovuto dare inizio ad una guerra che non si sarebbe conclusa così in fretta, ma almeno quell'istante volevo restare in quel modo.
Vederlo mi aveva fatto tanto male quanto bene, non ne potevo più di stare senza.
Nonostante tutto stavo provando a ricucire tutte le cicatrici che mi portavo dentro a poco a poco, averlo davanti le aveva riaperte tutte in un secondo, ma stranamente non sentii troppo dolore.
Lui fece una smorfia infastidita nel sonno e mi strinse di più a se portando entrambi le braccia a circondarmi il corpo.
Chissà quante volte l'aveva fatto di notte e non avrà trovato me...
Intrecciai una mia gamba alla sua e sentii il suo bellissimo profumo, quello che avevo sempre amato e che mi era mancato da morire..
Dopo qualche secondo la porta di camera mia si spalancò con violenza, rivelando Simone incazzato nero.

«Anna cazzo, alzati!» mi disse tirandomi per un braccio.

Io, che stavo facendo finta di dormire ormai, mi ritrovai con un braccio dolorante per la sua presa e Niccolò che si svegliò di colpo.
Simone era un po' così..
Poteva essere dolce, ma quando s'incazzava perdeva completamente le staffe, era irrecuperabile..
L'aveva fatto molte volte e avevo sempre avuto paura che peggiorasse, ma si faceva perdonare quando era in sé con due paroline dolci, a cui io cascavo sempre.

«che cazzo ci facevi nel letto con lui?» mi urlò contro stringendo ancora di più il mio braccio

«simo, mi fai male» dissi io facendo una smorfia di dolore.

Niccolò, che era ancora in stato di sonno e non ci sta capendo nulla, si alzò e lo allontanò bruscamente da me, accarezzando poi la parte del braccio che lui stringeva con forza.

«ti ha fatto male?» mi chiese guardandomi fisso negli occhi.

Abbassai la testa e cercai di trattenere le lacrime, perché ogni volta doveva finire in quella maniera?

«non toccarla! Anna mi devi guardare quando ti parlo»

Simone mi alzò con forza il mento verso di lui e strizzai gli occhi lasciando cadere una lacrima.
Era sempre così quando si incazzava e non ne potevo più.
Eppure era sempre così dolce con me da calmo, perché quando un stava un po' sui nervi doveva trattarmi così male?

«ma tu sei fuori, ringrazia che non c'ho manco voglia de prendermela con un cojone così» disse Niccolò avvicinandosi a lui.

«no, no ti prego stai con me»

Da dietro gli circondai la vita con le braccia e lo supplicai di pensare a me invece che a lui, non volevo neanche che si abbassi ai suoi livelli.

«Anna andiamo a casa mia, dobbiamo parlare» parlò Simone sorpassando Niccolò

«non abbiamo niente di cui parlare.
Non sono la tua ragazza e posso fare quello che voglio»

«Anna ma ti rendi conto? Con me non ti sei neanche mai voluta sedere sul letto, con lui ci dormi!»

«ma che ne sai tu chi è lui?
Ti ho perfettamente detto che ero uscita da una situazione difficile che non avrei mai dimenticato, o almeno non facilmente e che per il momento se volevi potevi starmi vicino, ma senza nessun altro scopo; sembri dormire quando ti parlo!» urlai in preda alle lacrime.

Niccolò che era rimasto a guardare la scena in silenzio, posò una mano sul mio fianco come per dirmi di calmarmi.
Il biondo guardò prima me e lui incenerendoci con lo sguardo, per poi raggiungere la porta.

«sei durata meno del previsto, Anna.
In genere le ragazze senza una scopata non mi mollano, complimenti» disse freddamente andandosene e sbattendo la porta.

Portai una mano alla bocca e scoppiai nuovamente in lacrime, non mi capacitavo che mi considerasse una ragazza del genere, solo una da portare a letto e poi mollare.
Ero stata davvero ingenua..
Aveva sbagliato tutto con me fin dall'inizio, partendo già dal fatto che si paragonò a Niccolò.
Nessuno poteva farlo, lui soprattutto.

«quante volte è successo Anna?» mi chiese il moro mentre mi strinse fra le sue braccia, ma io feci una faccia stranita non capendo cosa stesse intendendo.

«intendo, quante volte ti ha messo le mani addosso» continuò non ricevendo una mia risposta.

«Anna devi dirmelo» disse con tono ancora più serio.

Mi asciugai velocemente le lacrime e sospirai, sfilandomi la maglia e rimanendo solo col top della palestra che avevo ancora indosso.
Gli mostrai qualche macchia violacea sul mio braccio e sul fianco, provocate precedentemente dal biondo.
La solita scusa era "perdonami Anna, non ero in me, giuro che non accadrà più" e ovviamente io ci credevo sempre, forse perché non volevo che mi abbandonasse anche qualcun altro..
Niccolò sfiorò piano i punti della mia pelle doloranti, provocandomi varie scosse di brividi.

«lo ammazzerei con le mie stesse mani» disse sospirando e accarezzandomi la schiena.

«avrei preferito mille volte il dolore fisico a quello che ho passato per te..» sussurrai nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

Lo sentii cacciare un sospiro sconnesso, per poi prendermi di preso.

«ma che fai!» dissi tra una risata e l'altra, non faceva una mossa così azzardata da tanto.

«mi mancavi, cretina» rispose quasi schiacciandomi sul letto.

«oh ma dai non sono abbastanza lucida per mandarti a fanculo, sappi che domani non voglio vederti»

«mh okay» rispose vagamente dandomi svariati baci sulle guance.

Lo sapeva che non ci sarei riuscita, ma ero ancora tanto ferita da lui.
Il mio cuore ormai faceva acqua da tutte le parti e per riconquistare la mia fiducia avrebbe dovuto almeno provare a chiudere quelle piccole fessure.

«ti ha fatto tanto male?» sussurrò dando dei baci su ogni livido, sul fianco, sul braccio, sulla spalla è così via..

«mi hanno fatto più male le sue parole.
Insomma secondo lui gli stavo vicino per quello?» dissi abbassando lo sguardo.

Niccolò non proferì parola, continuava a lasciare una scia di baci su ogni parte violacea del mio corpo.
Quando arrivò al mio collo iniziai a respirare faticosamente, forse troppo.

«Anna..» mi chiamò incastrando i suoi occhi con i miei.

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