Accompagnami a casa

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Anna's pov:

«come mi stanno?» chiesi voltandomi dalla parte opposta dello specchio, avevo finito di preparare i capelli e dovevo solo mettere il vestito, dato che indosso avevo solo un top leggero e un leggins.

«fin troppo bene» rispose il mio ragazzo buttando per un attimo l'occhio nella mia direzione, dato che stava cercando di sistemarsi il colletto della camicia con scarsi risultati.

«guarda che non ci vuole chissà quanto per aggiustare una camicia, vieni qua»

Appena sistemai il colletto feci scorrere le mani lungo la sua camicia bianca, la quale lasciava intravedere diversi tatuaggi sul petto e sulle braccia, poi risalii e le poggiai sul suo collo.
Lo sentii rabbrividire al mio tocco, reazione che mi fece ridacchiare sotto i baffi.
Era sempre lui il capo della situazione in generale, non che io non potessi prendere il controllo neanche per un attimo, ma ero molto più insicura di lui.
In quel momento però il cambio si era piacevolmente schierato dalla mia parte, e quindi meglio godersi l'attimo.
Lui poggiò le mani sui miei fianchi delicatamente, godendosi il contatto delle mie labbra sul suo collo.
Non me ne resi molto conto, dato che mi sembrò "automatico" fare quel gesto, ma nel giro di un minuto circa mi ritrovai a lasciare una macchiolina violacea abbastanza visibile sul collo del mio ragazzo.
Non ero in imbarazzo, però non ci avevo neanche mai provato, quindi per allentare la tensione risalii con le labbra più su fino ad incontrare le sue.

«mi lasci un succhiotto sul collo e vuoi svignartela con un bacetto a stampo sulle labbra?» mi chiese ridendo e tirandomi con lui sul letto.

Io mi mordicchiai il labbro totalmente imbarazzata, forse solo al pensiero che potesse succedere nuovamente ciò che era successo neanche un mese prima.
Non che non volessi o che me ne fossi pentita, ma credevo in realtà di essere imbarazzata del fatto che avrei acconsentito senza dire "A".
Mi ritrovai a cavalcioni su di lui, con la testa abbassata per l'imbarazzo e il mio povero labbro inferiore che stava chiedendo pietà.

«vorrei avere un po' più di tempo, ma mi limito a ricambiarti il favore, altrimenti passeremo capodanno qui» disse il moro davanti a me mentre mi alzava il viso con due dita.

Mi lasciò un flebile bacio sulle labbra e poi sentii il contatto di esse sul mio collo.
Non sembrava andare di fretta, di fatto si soffermò su ogni centimetro della mia pelle lasciandomi godere ogni attimo.
Per un attimo mi lasciai prendere dal panico, dato che con me non avevo nessun correttore e se mi avesse lasciato un quadro di Picasso sul collo non avrei potuto coprirlo, ma poi vidi che i suoi baci iniziarono man mano a scendere.
Quando sentii che era arrivato alla scollatura del seno trattenni per poco il respiro, sicuramente lì nessuno avrebbe visto nulla, ma era una delle mie parti più sensibili e Niccolò ne era ben cosciente.
Dalle mie labbra uscì una lamentela di piacere e subito mi affrettai a tapparmi la bocca, non eravamo soli in casa e non era assolutamente il caso di dare spettacolo.

«sei bellissima» sentii pronunciare dal mio ragazzo appena alzò di poco il capo, io non avevo intenzione di portare il mio sguardo su di lui, ma probabilmente si riferiva alle mie guance rosse alla Heidi.

Mi sfilò il top che avevo e lo poggiò sul letto a poca distanza da noi, e solo in quel momento mi pentii di non aver indosso il reggiseno, dato che se ero precedentemente arrossita, stavo letteralmente andando a fuoco.

«nic..» sussurrai stringendo le braccia attorno al suo collo e stringendo i denti.

Pochi istanti dopo lui rialzò la testa e mi stampò un bacio sulla punta del naso, osservando con un sorriso sul volto il mio viso.
Avevo le labbra schiuse per via del respiro irregolare, potevo essere paragonata ad un palloncino per quanto fossi rossa e mi stavo mostrando a lui nel mio stato più vulnerabile.
Lo abbracciai e nascosi la testa tra la sua spalla e il petto, e nel mentre mi beavo del contatto delle sue mani che lasciavano delle carezze sulla mia schiena.

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