Attenzione, zona romantica

1.7K 83 71
                                    

Anna's pov:

Parigi era bella quanto nostalgica, avrei voluto rimanerci per sempre, ma spesso mi serviva anche tornare alla normalità solo per non squilibrarmi del tutto.
Di fatto due giorni dopo tornammo a casa, io dovevo lavorare e Niccolò pure, anzi, probabilmente aveva molto di più lui da fare che io.
Mancava pochissimo a Sanremo Big, anzi, avendo passato un'altra settimana a Roma, mancava precisamente un giorno, poi sarebbe dovuto partire.
Era capitato solo una o due volte che restassimo la notte insieme in quella settimana, aveva bisogno di suonare e ripetere all'infinito la canzone, dato che a detta sua c'erano mille sbavature e imperfezioni.
Era molto sottostress, lo vedevo da quando si addormentava cinque minuti dopo l'inizio di un film, da quando rispondeva a monosillabi e si perdeva molto nei suoi pensieri.
Solo quella sera, dato che appunto mancava un giorno alla sua partenza, rimasi a dormire da lui.
Avevamo in programma di passare tutta la giornata insieme come meglio potevamo, poi sarebbe rimasto fuori per una decina di giorni e non ci saremmo potuti vedere, come anche sentire, calcolando quanto avrebbe avuto da fare.
La mattina successiva eppure, mi ritrovai con la testa sul cuscino e una mano poggiata al materasso, al che feci una smorfia con le labbra stranita e aprii pian piano gli occhi.
Ci eravamo addormentati abbracciati, e dato che io non avevo l'abitudine di muovermi nel sonno, sicuramente non mi ritrovavo a mezzo metro di distanza da lui per magia.
Aprendo definitivamente gli occhi, lo trovai disteso a pancia in su e con lo sguardo fisso verso il soffitto, una mano poggiata all'altezza del petto e un'altra che giocherellava col lenzuolo che lo copriva fino all'addome.
Allungai una mano nella sua direzione e la passai tra i suoi capelli scombinati, eppure la sua reazione non fu delle migliori.
Roteò gli occhi al cielo e poi mi diede le spalle, ignorandomi completamente.
Probabilmente avrei dovuto chiedergli almeno una spiegazione per quella sua antipatia immotivata di prima mattina, ma non volevo aumentare il suo malumore più quanto già lo fosse.
Mi avvicinai e iniziai a lasciargli qualche bacio tra la spalla e la schiena, ricalcando qualche tatuaggio che mi capitava sotto tiro.
Sentii i suoi nervi rilassarsi del tutto, tanto che mi lasciò fare senza obiezioni.
Scavalcai con una gamba il suo corpo poco dopo, ritrovandomi così davanti a lui, che mi bloccò la schiena con un braccio dato che ero proprio sul confine del letto.

«nottataccia?» chiesi avvicinandomi un po' al suo viso.

Non mi rispondeva, continuava a guardarmi con uno sguardo indecifrabile e le labbra serrate, come se volesse parlarmi con gli occhi; eppure quella mattina non riuscivo a decifrarlo, nonostante lo conoscessi più delle mie tasche.
Fissò le mie labbra per qualche istante che mi sembrò infinito, ci passò sopra il pollice facendomi deglutire a fatica, per poi alzarsi senza dire niente.
Afferrò solo i primi vestiti che gli capitarono fra le mani e mi lasciò intontita nel letto, come se per lui nulla fosse.
Mi misi seduta abbastanza allibita dal suo comportamento, tralasciando che non mi aveva mai trattata in quel modo, quando era incazzato con me, me lo diceva sempre.
Mi alzai ancora con quell'espressione sul viso, un misto tra confusa e presa a male da ciò che era appena successo.
Prendendo dall'armadio una sua felpa e indossandola velocemente, arrivai in cucina e presi un bicchiere d'acqua.
La sera precedente era la prima volta che mettevo nuovamente piede in quella casa, e inizialmente ne rimasi abbastanza scossa.
Non perché fosse cambiata, anzi, ma non ci entravo da anni, e mi aspettavo di non farlo neanche più.
Ed in quel momento mi venne in mente di quando ogni santa mattina di quella estate mi svegliavo col suo corpo contro il mio, quando mi prendeva di peso e mi faceva sedere sul divano in cucina mentre preparava i pancake come colazione..
Adesso su quel divano c'era una valigia per metà vuota da concludere entro il giorno dopo, e a breve non ci sarebbe stata neanche più quella.
Appena tornato da Sanremo, Niccolò si sarebbe spostato in un'altra casa, aveva fatto costruire quell'enorme Villa fuori centro come lui desiderava, da cima a fondo, e probabilmente altre persone avrebbero occupato quella casa che rinchiudeva tutti i miei ricordi più belli.

Vivere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora