Parola d'ordine

1.7K 89 54
                                    

Anna's pov:

«ehi ma perché ridi!»

«è un po' difficile non ridere se hai le guance, la bocca e la punta del naso sporchi di nutella»

Afferrai di fretta il cellulare e notai che si, tra un po' avrei avuto completamente la faccia piena di nutella.
Nonostante sembrassi una bambina di cinque anni però, non avrei scambiato quel momento per nulla al mondo.
Appena saliti a casa sentivo stranamente le mura farsi più piccole, come se mi stesse mancando l'aria, lui non sembrava da meno.
Ordinammo due pizze e parlammo quanto serviva, ma fortunatamente fu solo quel momento.
Dopo aver mangiato avevo avuto la brillante idea di prendere le fragole dal frigo, Niccolò nel vederle me le aveva prese letteralmente da mano iniziando a girovagare per la cucina come un bambino la mattina di Natale.
Abbiamo aggiunto la nutella, film, plaid e letto, insomma, sembrava uno di quei tanti sogni che facevo in cui mi ritrovavo stretta forte forte tra le sue braccia in quelle condizioni.
Eravamo entrambi semi-sdraiati sul mio letto, con la coperta fino alle gambe e il primo film scelto totalmente a caso su Netflix, solo che Niccolò aveva avuto la brillante idea di lanciarmi una fragola intinta nella nutella, e come se non bastasse sta anche ridendo come un cretino.

«dai vieni qua, non te la prendere» mi disse cercando di soffocare le sue risate e afferrando un fazzolettino, per poi prendermi il mento con due dita, avvicinarsi al mio viso ed iniziare a togliere la nutella.

Prima lo fece sulle guance, poi sul naso e, quando avrebbe dovuto passare alle labbra, rimase fermo qualche secondo a fissarmi.
Non eravamo mai stati chissà quanto telepatici, ma in quel momento avevo una voglia matta di baciarlo e di staccare per un po' la spina, come se il resto del mondo fosse solo secondario rispetto a noi due.
Lui infatti ebbe probabilmente il mio stesso pensiero, dato che pochi secondi dopo accontentò quel mio piccolo desiderio poggiando piano le sue labbra sulle mie.
Fui io stessa ad approfondire quel bacio sentendone il bisogno di non concludere il tutto con un piccolo bacio a stampo giusto per levare un po' di cioccolata, anche lui sembrava aver bisogno di più.
Si staccò pochi secondi dopo e mi accarezzò le guance fissandomi come se io avessi qualcosa che non voglio dargli, come se gli mancasse quel qualcosa, o qualcuno.

«che hai?» chiesi vedendo i suoi occhi farsi lucidi.

Abbassò la testa e la rialzò poco dopo, lasciandosi sfuggire una piccola lacrima che gli rigò il volto.
Erano anni che non lo vedevo piangere, anni che non mi mostrava quella sua parte ipersensibile che concedeva a pochi.

«mi manca tutto questo, mi manca poterti baciare quanto voglio e non solo quando ho una scusa..
Mi manca essere felice tutti i giorni solo perché ci sei tu a svegliarmi la mattina e a dirmi che andrà sempre tutto bene, ma non va tutto bene, non va affatto bene» disse poggiando il viso nell'incavo del mio collo e cercando di trattenere i singhiozzi, nonostante io li sentissi rimbombare nella mia testa con tamburi.

In quel momento avrei solo voluto premere il tasto "cancella", avrei voluto cancellare quei tre anni e tornare all'esatto momento in cui lo stavo lasciando, per dirgli che non lo avrei mai fatto.
Nemmeno cinque minuti prima stavamo ridendo e scherzando come se nulla fosse, mentre invece in quel momento piangeva come un bambino che si teneva tante cose da dentro per troppo tempo.

«non sai quante volte ho provato anche solo a scriverti un messaggio, oppure ho provato a chiamarti, ma ogni volta mi convincevo che tu senza di me stai bene, che sono io a farti male..
Non hai idea di che darei per tornare indietro e starmene a casa quel giorno, mi giocherei tutto quello che ho adesso, non ha più un senso niente da quando sono solo»

Mentre ascoltavo quelle parole dette a tratti per via del suo pianto che non si decideva a cessare, mi veniva solo in mente quanto lui sia stato male nel tempo senza di me.
Io certamente non ero stata meglio, anzi, ma il mio bene passò in secondo piano sentendo il suo discorso.

Vivere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora