le nuvolette di cuoricini

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Anna's pov:

«Niccolò?»

Nulla, non c'era.
Nostante avessi tamponato con la mano la sua parte del letto più volte, fui costretta ad alzarmi.
Mi stropicciai gli occhi e a mala voglia mi misi in piedi, quasi crollavo dal sonno.
La sera precedente non potevo negare di non essermi data pace neanche un secondo, dopo quel bacio per tutta la notte non riuscivo a calmarmi.
Dentro di me c'era un grandissimo casino, e nonostante da fuori potessi sembrare calma, avrei voluto urlare nel bel mezzo del niente solo per sfogare le tante emozioni che stavo provando.
Quel bacio era stato indescrivibile a parole, e il fatto che non fu neanche l'unico di quella sera, non aiutava la mia poca calma.
Per fortuna Niccolò non mi aveva messo né in imbarazzo né in difficoltà nei momenti successivi, senza però tralasciare quando, subito dopo esserci staccati, lo guardai fisso per un po' con le guance rosse e un sorriso da ebete in faccia.
Sorrisi nuovamente per quella scena è camminai verso la cucina a piedi scalzi, ritrovandomi davanti mio nonno e Niccolò a fare colazione insieme.

«nonno, vai già a lavoro?» chiesi con un velo di tristezza nella voce, ormai la sveglia presto era di famiglia.

«si piccolina, ho trovato Niccolò intento a prepararsi e gli ho chiesto se gli andasse una tazza di caffè» mi rispose indicandomi la sedia.

Mi avvicinai a mio nonno e lui mi stampò un bacio tra i capelli, mentre successivamente feci lo stesso con Niccolò.
Sapevo che non avrebbe fatto nessuna mossa azzardata davanti ad altri, ma dato che nonno era dietro le mie spalle e non poteva vedere nulla, lui fece per lasciarmi un bacio in guancia, ma in realtà premette per pochissimi secondi le labbra sulle mie.
Non mi aspettavo quel gesto proprio perché non eravamo soli, quindi con le nuvolette di cuoricini che mi ronzavano intorno alla testa e le emozioni sotto sopra tornai a sedermi.

-

«mi raccomando state attenti e mettete sempre il casco!» si raccomandò mia nonna, come al suo solito.

Annuii e salii in sella alla moto di Niccolò, si era offerto di portarmi lui a scuola quel giorno, anche perché lui entrava dieci minuti dopo di me.
Il freddo vento di dicembre picchiettava sul mio viso, l'unica parte del corpo scoperta.
Poggiai la testa sulla schiena di nic e annodai le braccia alla sua vita, beandomi del suo bellissimo profumo.
Un po' per proteggermi dal freddo, un po' perché avevo scoperto di avere una dipendenza dal suo contatto fisico.
Poco dopo avrei dovuto lasciarlo e questo mi destabilizzava un po', ero stata molto tempo in sua compagnia e ancora non mi ero abituata tanto a stare in classe senza di lui.
Eppure nella mia testa in quel momento, c'era solamente un pensiero.
Non capivo se fosse cambiato qualcosa o meno dal bacio della sera prima, avrei voluto solo avere delle idee più chiare..
Niccolò spense la moto, segno che ormai eravamo arrivati a quell'inferno che chiamavo scuola.
Gli presi la mano e seguendo lui arrivai vicino al mio gruppo di compagni che erano intenti a fare gossip mattutino, come al solito.
Molti mi guardavano dispiaciuti, alcuni mi abbracciarono e altri mi diedero le condoglianze, e tralasciando pochi casi, era molto evidente che tante parole mi furono dette perché le persone hanno il magico dovere di dover fingere bene.
Il fatto che io stessi male non gli aveva cambiato la vita, ma meglio così.

«piccola, mi dispiace»

Quella giornata era iniziata già non troppo bene, ci mancava solo la voce arrogante di Giacomo.
Sembrava strano che non fosse già venuto a dedicarmi le sue finte attenzioni.
Si avvicinò per accarezzarmi una guancia, ma io lo scansai e mi avvicinai a Niccolò avendo i riflessi pronti.

«che c'è? Moriconi è il tuo cavaliere?» disse scoppiando a ridere.

«andiamo nic, ti credevo uno con buon gusto in ragazze, stavi con Jasmine e l'hai lasciata per Anna? Sul serio?» continuò però parlando con lui questa volta.

Che voleva dire che aveva lasciato la sua ex ragazza per me?
Tutto ciò che sapevo era che dopo esser stati insieme a letto, avevano anche rotto la loro relazione, ma Niccolò non mi aveva neanche accennato che fosse stato lui a lasciarla, tantomeno che l'avesse fatto per me.

«forse perché una ragazza così facile non faceva per me, ma direi che per te calzano a pennello» rispose Niccolò fissandolo dritto negli occhi.

«ripeti se hai il coraggio»

Giacomo prese iniziativa per un destro al viso di Niccolò, che fortunatamente si scansò dal lato opposto.
Io sussultai e portai automaticamente le mani sul viso, per lo spavento non mi resi neanche conto che Niccolò mi aveva spinto a qualche metro di lontananza per non farmi far male.

«cazzo ma fermateli!» urlai vedendo che i presenti stavano solo incitando i due alle botte.

Due ragazzi sani di mente presero Giacomo per le spalle e lo fecero indietreggiare, mentre io presi il viso di Niccolò tra le mani avvicinandomi.

«nic calmati! ti prego..» sussurrai vicino al suo viso.

Aveva uno zigomo iniettato dal sangue e un labbro spaccato, Giacomo l'avrei ammazzato a mani nude per aver solo posato anche un dito su di lui.
In quel momento ci vedevo solo tanta rabbia e confusione nei suoi occhi, non riusciva neanche a calmarsi per quanto avrebbe voluto sfogare tutte le sue emozioni negative, ed io non sapevo come aiutarlo.
O meglio, forse lo sapevo, ma ero troppo codarda per fare un passo del genere.
Presi un po' di coraggio e, allungandomi di poco poggiai piano le labbra sulle sue.
Era un casto bacio a stampo, sentivo perfino il sapore del sangue sulle mie labbra, ma la parte positiva era che lui si era calmato di colpo.
Mi staccai e fissai le sue iridi scure, aveva lo sguardo spento..
In quel momento entrare in classe sarebbe stata l'azione meno sconsigliata, un'altra assenza per una buona causa non sarebbe stato un delitto.

«andiamo, e tu non farti vedere in giro» pronunciò il moro afferrandomi una mano e fulminando Giacomo con lo sguardo.

Questa mattina non poteva andare peggio..

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