Sento di non meritarti

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Niccolò's pov:

Ero cosciente del fatto che avevo appena combinato una delle più grandi cazzate decise all'improvviso, lei mi aveva chiesto di riprovarci da a stento un giorno e ci trovavamo in un aeroporto per tornare in quella città che aveva rinchiusi tanti nostri ricordi.
Non so perché aprire il computer e cercare i biglietti per Parigi fu la prima cosa che feci una volta arrivato a casa la sera precedente, eppure in quel momento ebbi un piccolo momento di ansia.
Lei a Roma aveva il suo lavoro, la sua vita quotidiana come chiunque altro, non aveva più sedici anni, ed io non potevo piombare all'improvviso e farle fare una cazzata più grande di noi due messi insieme.
Appena però mi afferrò il viso con le mani e fece scontrare le nostre labbra, capii che magari le mie erano solo paranoie inutili.

«hai reso tu più interessanti questi ultimi giorni che il resto con tre anni interi della mia vita» disse staccandosi piano dalle mie labbra, ma subito dopo aver pronunciato quelle parole riprese iniziativa.

Da lì capii che, nonostante lei ad oggi avesse una vita, una sua stabilità e tutto ciò che le serviva per essere una ragazza indipendente, avrebbe sempre conservato una parte solo mia, una parte che però aveva una fragilità immensa.
Era l'ennesima volta che si affidava a me, che mi dava tra le mani i suoi sentimenti sperando che non venissero ancora spezzati in mille pezzi, e vedevo quel pizzico di paura mischiato a tante altre emozioni nei suoi occhi.
Con la mano tremolante le accarezzai piano il viso nettamente freddo rispetto alla mia pelle che era molto più calda, quella caratteristica non era mai cambiata negli anni, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine a stringere forte quelle mani quasi sempre congelate.

«perché tremi?» mi chiese poggiando questa volta lei una mano sul mio viso, ma quel piccolo tremolio non era dovuto al freddo.

«perché ti amo..» risposi abbassando lo sguardo, come se fosse una cosa sbagliata dirle ancora quelle sue famose parole dopo tanto tempo, come se non me lo meritassi.

«e anche perché ho tante cose che mi bloccano, non con te ovviamente, ma più ti guardo e più sento di non meritarti..»

«Nicco..»

Cacciò un sospiro e si staccò dalle mie braccia, indicandomi successivamente di salire in macchina, probabilmente voleva aprire un discorso e all'aria aperta non sarebbe stato adatto.

«Niccolò ascolta.. io mi rendo conto di non averti detto moltissime cose ad oggi, quindi penso che sia ora, così da chiudere questa porta del passato per sempre.
Lo sai che non riesci a mentirmi, ti si leggeva negli occhi che avevi fatto qualcosa e questo qualcosa ti stava incoscientemente schiacciando, portando con sé il tuo umore in basso.
La motivazione per cui io ti ho lasciato, non era né perché credevo che tu non mi amassi, né tantomeno perché non lo facessi io.
Io odiavo l'idea che ero appesa ad un filo leggero che solo tu potevi mantenere, e quando questo filo l'hai lasciato, ho capito che in basso ci sarei andata da sola, almeno riguardo a ciò che era la mia vita.
Se ricapitasse oggi non sarebbe come tanti anni fa, non prenderei la mia roba e col cuore in mille pezzi tornerei a casa, bensì ti farei una testa piena di parole dalla mattina alla sera, ti direi che sei un grandissimo cojone perché non affronti i problemi e finisci per fare grandi cazzate, ma che nonostante tutto un errore su tutto ciò che avevi fatto, potevo perdonarlo pian piano.
Questo perché oggi esiste Anna anche senza Niccolò, perché oggi io so stare da sola, ma questo non vuol dire che io stia bene.
Per stare bene ho bisogno di stare con te, questo non è mai cambiato, ma prima non avevo alcun obiettivo sulla mia vita, o con te o niente, e non andava bene.
Eppure più ripenso a queste cose, più mi viene in mente che sei stato tu ad insegnarmelo, che mi hai detto tu tutto questo, che io avrei dovuto avere la mia vita e poi subito dopo saremmo venuti io e te..»

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