Prima di essere mia, sei tua

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Anna's pov:

«signorina, io e te abbiamo un conto in sospeso»

Io e ludovica avevamo passato un'oretta circa nel centro commerciale, avevamo girato qualsiasi tipo di negozio e anche fatto qualche piccolo acquisto.
La cosa che mi aveva sorpreso era appunto che non mi aveva chiesto nulla riguardo a ciò che mi aveva accennato in videochiamata, ma quella frase mi fece ricredere.

«non incominciare, ti prego» chiesi alzando gli occhi al cielo.

«Adriano mi ha detto quel che mi ha detto, ma ovviamente sia lui che io non sappiamo niente di niente di preciso, quindi ora mi racconti»

Io sbuffai e iniziai a pensare ad un discorso sensato da farle, ma per pochissimo mi soffermai sulla frase che aveva appena detto, ovvero che Niccolò aveva solo accennato e non era per nulla sceso nei dettagli.
Mi sollevò molto saperlo, condividere un pensiero o un accaduto con i propri amici pensavo fosse importante, però volevo che quel momento restasse per sempre solo mio e suo, anche io mi sarei frenata un po' sul raccontare.

«mi sentivo tanto in imbarazzo, penso di esser diventata completamente rossa e non me la sentivo di andare avanti del tutto, lui ha rispettato questa mia scelta..
Poi è successo quel che è successo» raccontai brevemente mordicchiandomi il labbro inferiore.

«E poi tu, stronza che non sei altro, da quando avresti perso la verginità senza dirmelo, eh?» la rimproverai spingendola leggermente per un braccio.

«dai è successo un bel po' di tempo fa, io e te ci conoscevamo poco e pensavo lo dessi per scontato dato che sto con Adriano da tanti anni» cercò di giustificarsi la mia amica, ovviamente munita di occhioni dolci e labbruccio.

«guardala come si para il culo» dissi scoppiando a ridere, riusciva sempre in un modo o in un altro a farsi perdonare.

-

«finalmente, questa sera la signorina può stare con me o vuole uscire un altro po' con la sua migliore amica?»

Niccolò dopo aver pronunciato quella frase mi avvicinò a sé per i fianchi e fulminò scherzosamente con lo sguardo ludovica, alla fine ci avevamo messo un po' di più al centro commerciale.

«Moriconi vedi di fare poco il geloso» rispose lei a sua volta, mentre intendo io e Adriano ce la ridevamo rigorosamente.

I nostri amici rimasero ancora per svariato tempo con noi, e quando se ne andarono dato l'orario, li salutammo e rientrammo in casa, o meglio, nella mia camera.

«quando parti?» chiesi a nic tirandolo sul letto con me; sapevo che forse non era la domanda migliore in quel momento, ma non mi piaceva rimandare nulla.

«domani..» mi rispose lui sospirando, avrei tanto voluto che fosse rimasto con me..

Era però da quasi un mese che non stava a Roma, era restato solo perché c'era di mezzo il mio compleanno e ovviamente per me in generale.

«quando torni qui poi?»

«penso a capodanno, o vieni tu da me, però dopodichè devi promettermi che ti impegni di più a scuola.
Non devi pensare solo e solo a me nanetta, pensa a prendere quel diploma e non bloccare tutto di punto in bianco come ho fatto io.
Se quest anno ti bocciano che fai?
Lasci la scuola per stare più tempo con me?
In estate abbiamo tutto il tempo che vogliamo..»

«è un modo carino per dirmi che dopo capodanno ci vedremo molto meno?» chiesi mentre già sentivo il respiro farsi irregolare, forse per il presentimento che avevo..

«lo sai che se fosse per me starei sempre qui, ma lo faccio per te..»

«no nic, tu non capisci.
Tu lì hai i tuoi amici, tua mamma, i tuoi genitori in generale..
La tua vita lì è completa, ma la mia qua ha tante fessure in ogni parte.
Non riesco a fare nulla se non sei qua, non mi concentro, mi sento vuota..» dissi sentendo gli occhi già pizzicare.

«no ehi, ehi non piangere, vieni qua..
Ascolta amore, questo non è il nostro caso, ma se la cosa peggiorasse sarebbe una dipendenza.
Non c'è nulla di male ad essere dipendenti dall'amore, per farti capire, ma devi saper anche stare da sola.
Se io dovessi non esserci cosa faresti?
Tu diventerai una donna, e dovrai avere la tua indipendenza in generale.
Un lavoro tuo, una vita tua, e soprattutto dovrai ragionare con la tua testa e col tuo cuore, senza chiedere come e quando a nessuno se non a te stessa.
Io non me ne andrò mai, anche se dovessimo lasciarci nel modo peggiore ti basterebbe una chiamata per farmi arrivare da te, ma devi comunque avere le forze di reggerti in piedi da sola.
Ricorda che se la persona a cui ti poggi si sposta, tu cadi..
Non è come fanno credere molti uomini, le donne non dipendono da noi e non sono inferiori a nessuno.
Mi ha fatto sempre schifo sta regola del cazzo, ogni essere umano ha la propria indipendenza e tu non sei da meno, non voglio rovinarti il futuro per qualche cazzata adolescenziale ora..»

Questo discorso oltre a farmi ragionare così tanto, mi aveva fatto capire anche quanto lui tenesse a me.
Non era uno di quei futuri uomini maschilisti, che consideravano la donna come quella che deve stare solo in casa e che deve dipendere da lui, anzi.
Una persona possessiva non mi avrebbe detto certe cose, non mi avrebbe creato una corazza per proteggermi anche da lui stesso, perché si, mi stava mettendo in guardia da qualsiasi persona che non fossi io, anche da lui.
Non tutti l'avrebbero fatto, eppure lui si.
Lui perché mi amava davvero e su questo ci avrei messo la mano sul fuoco, sempre e comunque.

«me lo prometti che penserai anche e prima a te stessa?» mi chiese prendendomi il viso tra le mani.

Io annuii frettolosamente beandomi del suo tocco sul mio viso.

«io invece ti prometto che ti farò un bel regalo, uno che ti piacerà tanto, così questi mesi a scuola saranno un po' più leggeri..
Ricorda, prima di essere mia, sei tua.»

Mi lasciò un bacio in fronte e mi fece stendere su di lui, lasciando così che mi sentissi quanto più protetta possibile tra le sue braccia.
Molte persone dimostrano il loro amore proteggendoti dagli altri, e poi c'è chi come il mio di amore che me lo dimostrava così, facendomi imparare a proteggermi da sola.

«ricordo che era solo il cielo la nostra vera casa, volavamo sopra i tetti, e la gente non capiva.
Quant'è bello essere ingenui con lo sguardo da bambini.
Io la guardavo e poi notavo nel suo cuore troppo solo,
Wendy prestami un tuo sogno, che io adesso non ne ho più, se ho bisogno di sognare una vita in cui ci sei tu.
Ma prendimi per mano senza il minimo timore.
Questo mondo vale poco e dona solo altre paure..
Per un piccolo secondo abbi solo la certezza che i problemi sono altrove, ora puoi anche stare senza.
Io ho abbandonato la realtà, da quando ho scritto una canzone..
Sono triste per la gente, che non prova più emozione.
È triste dare un nome a tutti i nostri sentimenti, io che riesco solo a dire riportatemi da Wendy.
Da Wendy, na na na...»

Eccola, la famosa wendy.
Cantava con quella sua voce intonata privocandomi infiniti brividi, e diverse lacrime nel sentire il testo mi rigarono il viso.
Non sapevo come facesse sempre ad entrarmi dentro l'anima con poche e semplici parole, ma una cosa era certa, non ne sarebbe mai uscito così facilmente.

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