Calma il sangue, nanetta

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Anna's pov:

«visto, avevo ragione io quando dicevo che sarebbe successo!»

Alzai gli occhi al cielo per l'affermazione di ludovica e la osservai ridere per la mia faccia, non potevo in effetti negare di avere un sorriso da ebete stampato in volto.
Le avevo raccontato di tutto il viaggio nei minimi dettagli, ciò che avevo argomentato in modo un po' superficiale era appunto la sera della mia prima volta.
Lei aveva notato questo particolare, ma le avevo semplicemente detto che preferivo tenere il momento interamente per me, o meglio, lasciando che rimanesse solo mio e di Niccolò.
La mia amica capì subito, e mi confermò anche di chiedere ad Adriano cosa fosse stato detto anche a lui, in modo da capire se Niccolò avesse ben raccontato nei particolari, o se avesse avuto il mio stesso pensiero.
Nonostante ciò non avevo chissà quanti dubbi, era solo una curiosità, specialmente perché non era il tipo.
Da quel giorno anzi lo vedo il doppio più premuroso nei miei confronti, non che prima non lo fosse, ma è sempre serio e comprensibile sull'argomento, non la prenderebbe mai a ridere.

«però dimmi almeno una cosa, ti sei sentita in dovere di farlo o davvero volevi? Sai spesso succede di farsi prendere dal momento e non dal desiderio..»

«per me saremmo anche potuti stare qui quel giorno, ti avevo già detto che mi mancava da morire e preferivo non aspettare più, quindi tranquilla mamma, nessuno mi ha obbligato a fare nulla» risposi ridacchiando e beccandomi una leggera spinta.

«sai, se hai il ragazzo giusto al tuo fianco dopo la prima volta le cose cambiano un po'.
Non in senso negativo ovviamente, però prima c'era sempre un limite, dopo è come se non ce ne fosse neanche mezzo, come se aveste un solo cuore in due..»

Poche volte ludovica faceva discorsi sdolcinati e sentiti, quello era più il mio ruolo, spesso lei ascoltava e sapeva dare ottimi consigli.

«oh la piccola ludo è sotto mille treni per Sir Cassio, da anni aggiungerei» dissi sorridendo e poggiando il mento su una mano.

«parla quella che quando mi raccontava anche solo di un bacio aveva gli occhi a cuoricino e la voce di una bambina piccola!»

Scoppiai a ridere e l'abbracciai in risposta, nonostante era un continuo prendersi in giro ci volevamo un bene dell'anima.

«mi fa piacere che verrete con noi a Roma, sai che sei l'amica più cara che ho e non vorrei mai che mancassi in un giorno così importante» mi disse stringendo un po' di più la presa.

«ma figurati, è il compleanno della mia migliore amica e secondo te manco? Sei la sorella che non ho mai avuto e quindi ritieniti tra le persone più importanti»

*

Giugno bussò alle nostre porte ben presto, ma quel mese non fu stato insignificante, anzi.
Io e Niccolò avevamo passato ogni giorno insieme, che fosse a casa mia, qualche uscita, con i nostri amici, ma per la maggior parte del tempo ero stata con lui.
Sentivo di aver recuperato tutto il tempo in cui potevo osservare il suo viso solo da uno schermo, e ritrovarlo invece davanti a me ogni mattina mi strappava un sorriso incosciente ogni volta.
In quel momento io e lui eravamo nella nostra stanza d'hotel, proprio a Roma.
Era il giorno del compleanno di Ludovica, e ovviamente quella mattina partimmo.
Per tutto il giorno avevamo festeggiato in piscina per la nostra diciottenne, e la sera sarebbero arrivati tutti gli invitati.
Io però, ero abbastanza incasinata..
Ero in intimo da mezz'ora circa davanti alla mia valigia, avevo portato quattro vestiti e non sapevo cosa mettere, e avrei dovuto anche muovermi visto che eravamo tra gli ultimi a mancare.
Niccolò era invece pronto da dieci minuti buoni, non che ci avesse messo molto a prepararsi.
Era vestito di tutto punto neanche dovessimo andare ad un matrimonio, ma conoscendo i gusti di Ludovica ci era andata sicuramente pesante con i preparativi.
Avrei continuato a ribadire che il mio ragazzo in quelle vesti, nonché con una camicia nera e un jeans del medesimo colore, sdraiato sul letto e con un braccio sotto la testa, fosse decisamente illegale.

«però dopo le maniche della camicia posso arrotolarle sulle braccia? Qui va bene perché c'è il condizionatore, ma fuori divento una spugna d'acqua» si lamentò Niccolò sbuffando, non andava molto d'accordo col vestirsi elegante.

«si, ora però mi aiuti a scegliere tra questi vestiti?» gli chiesi io esasperata, ormai io e la decisione potevamo definirci una sola cosa.

Lui si alzò e mi raggiunse, osservando per qualche secondo i vestiti sulla valigia.

«Mh..» balbettò lui facendo una smorfia sulle labbra, e già da lì avevo capito cosa intendesse.

«non farmi la predica, non posso farci niente se fa caldo e sono più scollati» dissi prima che potesse rispondere.

Lui si lasciò scappare un mezzo sorrisetto e guardò per un altro po' I vestiti, ma ad un certo punto decisi di riprenderlo ancora.

«dobbiamo stare qui ancora per molto?»

«calma il sangue nanetta, stavo ragionando su quale fosse più facile da sfilarti, ma se insisti questo qua è carino»

Mi schioccò un bacio sulle labbra e, subito dopo avermi indicato il vestito scelto, tornò a sdraiarsi sul letto.

Osservai con attenzione il vestito ed effettivamente non era male per la serata, quindi dato che eravamo anche abbastanza in ritardo, subito lo misi e conclusi di prepararmi

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Osservai con attenzione il vestito ed effettivamente non era male per la serata, quindi dato che eravamo anche abbastanza in ritardo, subito lo misi e conclusi di prepararmi.

-

«finalmente, ma dov'eravate?» domandò Ludovica venendoci incontro.

«ho fatto un po' tardi per prepararmi» risposi ancora col fiatone per aver corso almeno duecento metri, coi tacchi aggiungerei.

Come previsto c'era moltissima gente alla festa, era preparato tutto nei minimi dettagli e non mancava nulla.

«te lo concedi un bicchiere per i miei diciotto anni?» mi chiese la mora porgendomi in bicchiere di champagne.

Io annuii e presi il calice con una mano, ma osservandone il contenuto mi tornò alla mente quando mi ubriacai l'ultima volta, per nulla un brutto spettacolo.

«per favore non farmi bere più di due bicchieri» mi raccomandai con Niccolò, per poi buttare giù il liquido.

Non era nulla di che ovviamente, ma non mi andava di perdere ancora il conto di quanto avevo bevuto.
Niccolò si era allontanato insieme ad Adriano e qualche ragazzo per una birra, ma non mi preoccupai più di tanto, dato che reggeva molto meglio di me l'alcol e non aveva mezzi da guidare a tarda notte, quella sera aveva campo libero.

«vieni con me, ti faccio conoscere due mie cugine» mi disse la mia amica tirandomi per un braccio.

Ci avvicinammo dopo la sua affermazione a due ragazze bionde che stanno sul bordo piscina, e supposi fossero loro le ragazze appena nominate.

«Mari, Emma, lei è la mia migliore amica; Anna loro due sono Marika ed Emmina, le mie cugine più care da quando siamo piccole» ci presentò lei gesticolando.

Le due si presentarono stringendomi la mano e io feci altrettanto, sembravano ad occhio molto simpatiche.
Iniziammo a parlare sedendoci su delle poltroncine, e così facendo scoprii che erano entrambe sorelle nate a Napoli, ma dopo pochi anni si trasferirono definitivamente a Roma.
Ludovica al quanto pare era l'unica insieme ai suoi genitori della famiglia a non essere tornata a Roma, forse perché troppo affezionata.
La serata passò in quel modo, ben presto ci raggiunsero anche i ragazzi e si unirono a noi.

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