Ah l'amour

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Anna's pov:

«non farmi spiccare il volo per poi farmi precipitare, Niccolò..» sussurrai ad un palmo dalla sua bocca.

In quel momento non sembrò interessargli di nulla, nè delle conseguenze nè di cosa avrei potuto provare io.
Con un sorriso beffardo sulla bocca si fiondò sulla mie labbra, dando vita ad un bacio che aspettavo da tanto, forse troppo.
Era sbagliato, era tremendamente sbagliato.. Ma era anche maledettamente bello.
Ben presto sentii la sua lingua sfiorare la mia e costatai che approfondire quel bacio era ciò che aspettavo, ma non credevo di soffrire così tanto la mancanza delle sue labbra sulle mie.
Ci staccammo senza fiato qualche minuto dopo, doveva proprio mancarmi l'aria?
Chiusi per un secondo gli occhi mentre curvai le labbra in un sorriso, cosa che fece anche lui poco dopo.
Nonostante quel momento lo attendessi da tanto, sentii le mie guance arrossarsi e l'imbarazzo arrivare, quindi come se avessi voluto "nascondermi", lo strinsi in un abbraccio.
Ci staccammo poco dopo e lui mi lasciò un bacio tra i capelli, per poi uscire dal cancello di casa e lasciarmi con tanti dubbi per la testa.
Le opzioni erano più o meno due..
Uno; forse provava qualcosa per me ma non ne era certo, e sta ancora costatando e quindi non si decideva a fare nessun passo decisivo.
Due, gli serviva qualcuno con cui limonare ogni tanto, detto senza nessun filtro.
Speravo vivamente non fosse la seconda, non gliel'avrei perdonata così facilmente.
Rientrai in casa sorridendo come un ebete e raggiunsi mia nonna, intenta a preparare l'enorme cenone.
Iniziai a girare la pasta col mestolo mentre lei preparò altri mille piatti, era chiaro che mi ci sarebbe voluto un mese di palestra per smaltire tutto.
Proprio mentre pensai a quel bellissimo bacio di prima, un bruciore insopportabile invase il mio polso.

«cazzo!» imprecai tirando subito via ma mano.

«ah l'amour, non ti accorgi nemmeno che ti è finita l'acqua bollente della pentola sul braccio, figlia mia» mi disse mia nonna ridacchiando.

Alzai gli occhi al cielo e bagnai per un po' il mio povero avambraccio ustionato sotto l'acqua gelida, dandogli un po' di sollievo.
Non pensavo che fosse proprio amore, insomma si dovrebbe amare in due..
Ed era quello il problema.
Lui mi amava? O per lo meno era innamorato di me? Non lo sapevo.
Eppure qualche minuto prima mi aveva baciata ininterrottamente, non sono cose che si fanno quando si ama o si è attratti da qualcuno?
Non avrei saputo mai darmi una risposta a tutto questo, forse non ci sarei riuscita mai e avrebbe potuto farlo solo lui.
Il tempo di cambiare il mio maglione ormai bagnato che il citofono di casa suonò.

«chi è?» chiesi.

«Peter pan»

Nel sentire quel nomignolo e quella voce, corsi come un fulmine fuori per aprire e mi ritrovai Niccolò con i suoi genitori davanti, stentavo a crederci.

«ma che!?» chiesi io fiondandomi tra le braccia del moro.

«tua nonna ha pensato di invitarci qui, ma Niccolò ha voluto farti una sorpresa» mi rispose Anna, sua madre.

Non dissi nulla, semplicemente sorrisi e li feci accomodare in casa, dove Anna aiutò nonna a preparare il tutto.
Si prospettava una lunga serata, e l'avrei passata in ottima compagnia.

-

«nonna! Basta ti prego» piagnucolai all'ennesimo piatto di pasta.

«ma mangiate! Non avete mangiato nulla in confronto a ciò che ho preparato»

Niccolò quasi non si strozzò con l'acqua, avevamo ingerito probabilmente qualsiasi piatto esistente sulla terra, eravamo strapieni.
Sospirai e portai alla bocca un'altra forchettata, per poi spingere il piatto in lontananza.

«oh ragazzi è mezza notte, buon natale a tutti!» disse Anna guardando l'orario all'orologio.

Sorrisi e mi tuffai tra le braccia di Niccolò, che prontamente mi accolse e mi strinse forte forte al suo petto.
Tutti si scambiano auguri e buone festività, poi ci dirigemmo vicino l'albero dove erano posizionati tutti i regali.
Niccolò si sedette a terra come i bimbi e incrociò le gambe, per poi tirarmi un braccio e farmi sedere su di esse.
Sentivo lo sguardo di tutti addosso ed effettivamente sospettavo di essere abbastanza rossa per l'imbarazzo, ma infondo non avrei voluto cambiare postazione.

«allora, questo è per te» incominciò mia nonna porgendomi un pacco regalo.

Lo scartai e presi tra le mani l'oggetto, o meglio, gli oggetti..
Quasi non urlai dalla felicità quando mi ritrovai tutti, non uno mancante, i CD di Vasco tra le mani.

«dio mio nonna grazie!» dissi dando un bacio in guancia a lei e a mio nonno.

«questo è da parte mia» parlò poi Niccolò dandomi una scatolina rossa.

La presi delicatamente e scartai il piccolo nastrino del medesimo colore, vedendo cosa c'era al suo interno.

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