Sento le farfalle nello stomaco

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Anna's pov:

I miei occhi erano rossi e gonfi, come un palloncino.
Avevo sempre limitato le persone a cui affidare la mia fiducia ed ognuna di esse, non una di meno, non ci aveva pensato due volte a tradirla.
Avevo sempre immaginato il primo bacio come un momento magico, speciale, memorabile, ma in quel momento non avevo più nulla.
Non avrei mai più avuto la voce in capitolo per dire "sento le farfalle nello stomaco, senzazione mai provata prima" quando avrei baciato il vero amore della mia vita.
Come se non fosse bastato, l'aveva fatto davanti a tutta la classe scatenando grandi prese in giro su di me.
Ero consapevole che per tanti occhi la mia reazione fosse stata esagerata, ma non potevo farne a meno.
Non avevo la fretta di fare esperienza solo per dirlo in giro, mi sentivo ancora piccola e volevo prendere il mio tempo per sentirmi pronta riguardo a tutto, un bacio o anche una relazione.
Il peggio forse era anche che Giacomo l'aveva fatto col peggiore degli scopi..
Solo ed esclusivamente per mettermi nel ridicolo, come se non fossi una ragazza con dei comuni sentimenti, ma solo una povera sciagurata che non serviva ad altro se non essere manipolata da stupidi come lui.
Niccolò era ancora qui davanti a me, sembrava non credere alle mie condizioni.
Tirai su col naso e cercai di nascondere il mio viso, non mi piaceva farmi vedere in quelle condizioni.
Lui però mi sorprese letteralmente, facendosi coraggio e abbracciandomi.
Lo conoscevo da un giorno, ma perché l'aveva fatto?
Pensai che provasse solo pietà per me, nient altro.
Avevo indubbiamente bisogno di qualcuno che s'interessasse di me in quel momento, qualcuno che mi dimostrasse affetto, ma non pietà.

«non voglio farti pena, nè che mi abbracci per pietà» dissi allontanandomi leggermente.

«non mi fai pena e non ti ho abbracciato per pietà, non è stato corretto nei tuoi confronti quel gesto, volevo solo farti sentire meglio» mi rispose facendo spallucce.

Abbassai lo sguardo e sforzai un sorriso, era davvero una brava persona da come dava a vedere e lo conoscevo da pochi giorni.
Dato che però non avevo voglia di farmi consolare ancora per molto, visto che il contatto fisico coi conoscenti ad un certo punto mi metteva a disagio, mi staccai pian piano dalle sue braccia, per poi avvicinarmi al cancello.

«non vieni?» Gli chiesi bloccandomi, tanto valeva proseguire il tragitto insieme.

Finalmente sorrise, mostrandomi uno spettacolo davanti agli occhi.
Era davvero bello quando rideva, non avevo ancora visto quel sorriso e ne rimasi colpita..
Ammetto che io delle persone amavo pochi e semplici particolari, ma per me erano davvero essenziali e ci facevo molto caso.
Non avevo bisogno di avere una persona davanti bella quanto quelle nelle pubblicità di dior e così via, ma se mi capitava davanti qualcuno per bene, con una risata contagiosa, bei modi.. non lasciavo passare questi particolari inosservati.
Camminammo in silenzio verso una metà sperduta, o almeno io non sapevo dove stessimo andando, mi bastava essere ovunque ma non lì.

«era il tuo primo bacio?» mi chiese lui tutt'ad un tratto, probabilmente per spezzare quel silenzio imbarazzante che si era creato tra noi due.

Mi irrigidii immediatamente e feci segno di sì con la testa, non sapevo con quali forze stavo confidando a lui quei particolari, ma non era corretto fare scena muta quando lui cercava di interessarsi a me

«il mio primo bacio è stato in prima media per obbligo o verità, neanche io sono stato poi così tanto fortunato» disse soffocando una risata alla fine.

Io risi e scossi la testa, apprezzavo il fatto che mi stesse raccontano suoi fatti personali solo per farmi distrarre.
Camminammo fino ad arrivare a un parchetto, quello dove venivo per stare da sola e con i pensieri altrove.

«lo conosci anche tu?» chiesi io sorridendo.

Quel parchetto era il mio posto felice, non mi era mai dispiaciuto passarci il tempo da sola, senza alcuna voce attorno.
Lui annuì e sorrise altrettanto a labbra serrate, per poi avvicinarsi di poco ad una panchina e aspettare che io facessi lo stesso.

-

«no ma veramente!?»  dissi io alzando forse un po' troppo la voce.

Mi misi seduta meglio e lui annuì ridendo, probabilmente per la mia reazione esagerata.
Anche a lui piaceva Vasco, sembrava un miraggio.
Fino a quel momento ero sempre l'unica che ascoltava canzoni così sentite e speciali, non mi sembrava vero.
Ammetto che trovare una qualsiasi persona con i miei gusti musicali non era mai stato così semplice, infatti dato che appartenevo ad una generazione totalmente diversa, ascoltavo un po' di tutto.
Ovviamente anche i muri conoscevano bene le mie preferenze, pensare che fossero anche quelle di Niccolò mi faceva sentire un po' meno sola.
Annuì e mi regalò uno dei suoi bellissimi sorrisi, rimasi incantata.

«la musica mi tira un po' fuori dalla realtà, un piccolo trucco per staccare la spina» mi disse facendo spallucce e portando lo sguardo sul cielo nuvoloso davanti a noi.

«anche io la penso come te, ogni tanto vorrei prendere quel tappeto volante il aladin e volare»

«ma che tappeto e tappeto, a me piace peter pan, puoi volare anche senza quell'affare» mi corresse lui dandomi una leggera spinta, al che scossi la testa e sorrisi.

Non sapevo perché, ma in quel momento mi sembrò l'azione migliore del mondo lasciare il giorno prima le mie cuffiette sul banco.

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