Tu volevi andare a parigi, no?

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Anna's pov:

Cinque mesi dopo.

«si nic, sto uscendo ora da scuola, per che ora sei a casa?»

«una decina di minuti, se aspetti fuori vengo a prenderti io»

Acconsentii alle parole pronunciate dal mio ragazza al cellulare e misi giù, non vedevo l'ora che arrivasse.
Già, erano passati davvero cinque mesi..
Cinque mesi dove avevo visto Niccolò circa una o due volte per pochi giorni, inutile dire che era stato più che complicato doverlo lasciar andare ogni volta.
In quel giorno però, l'ultimo di scuola, mi sentivo bene finalmente, solo per l'idea che Niccolò sarebbe a Napoli con me per davvero molto tempo, tutto il tempo che ci eravamo negati per gli impegni.
Non che gli impegni fossero più importanti di lui, anzi, ma ne era valsa la pena.
Era finalmente incominciata l'estate, e nonostante io amassi alla follia l'inverno, questa stagione mi metteva sempre di buon umore.
Avevo sfogato un po' tutto con la palestra nell'ultimo periodo, avevo preso una pausa da poco.
A risvegliarmi dai miei pensieri però, fu il clacson di una macchina, così alzai lo sguardo.

«signorina, cerca qualcuno?»

Portai una mano sulla bocca d'istinto e aprii la portiera di scatto, catapultandomi tra le sue braccia alla velocità della luce.

«quanto mi mancavi dio santo..» balbettai cercando di abbracciarlo più forte che potevo, ogni volta era così, mi chiedevo sempre come avevo fatto a stare senza.

«come se la passa la mia ragazza?» mi chiese lui dopo che poggiai finalmente le labbra sulle sue, e per quanto quel bacio fosse stato breve, sapevo di avere tutto il tempo per recuperare e fare le cose con calma.

«ora sto bene finalmente, bene davvero» dissi riempiendo il suo viso di baci a stampo senza una sosta.

«amo' però io ti dovrei dà na cosa, se mi lasci respirare..» mi disse lui poggiando le mani sui miei fianchi.

«dai però, non me la puoi dare dopo?»

Lui negò con la testa e prese una busta bianca dallo specchietto superiore dell'auto.

«ti avevo promesso una sorpresa a fine anno, apri» disse porgendomela.

Fissai per qualche secondo la busta, poi staccai delicatamente il pezzo di sopra per non stracciarla del tutto.
Ad essere onesta mi ero completamente dimenticata anche del fatto che volesse premiare il mio studio costante a fine anno..
Quando presi tra le mani il contenuto, quasi non mi soffocai con la mia stessa aria per la sorpresa inaspettata.

«ma.. È uno scherzo?» chiesi rimanendo con la bocca mezza spalancata.

«ma che scherzo e scherzo, tu volevi andare a Parigi, no?» mi chiese il mio ragazzo accennando un sorriso.

Continuavo a fissare quei due biglietti tra le mani per qualche secondo ancora, ero rimasta letteralmente paralizzata.

«non ci credo, dio Niccolò ma perché l'hai fatto» urlai fiondandomi tra le sue braccia, non riuscivo ancora a capacitarmene.

«ti meriti questo e altro, poi non ci siamo visti per tanto, dobbiamo passarli bene sti giorni insieme o no?» spiegò stringendomi a sua volta più forte.

«no che non mi merito tutto questo, non so che dire, grazie davvero..» sussurrai tra la sua spalla e il suo collo, sentivo già gli occhi pizzicare e per quanto mi sforzassi le mie emozioni avevano già preso il sopravvento.

Quando quel giorno dissi che mi sarebbe piaciuto andare a Parigi, ero per buona parte ironica perché infondo per me era una meta così lontana, invece mi ritrovai con due biglietti aerei tra le mani.

«non riuscirò mai ringraziarti abbastanza, non per il viaggio in sé, ma per qualsiasi cosa che fai per me, per restare sempre con me..» dissi con voce spezzata.

«ma che ci piangi, lo sai che non mi interessa del resto, basta che sto con te.
Domani mattina sveglia alle sei e mezza,si prende il primo aereo bimbetta»

-

«ma dai, lo sapeva tutta la mia famiglia tranne me!» dissi entrando in camera mia, dove Niccolò stava beatamente stravaccato sul letto.

«che sorpresa sarebbe stata sennò?» rispose lui mettendosi seduto.

«ora però sono curioso di vedere che metterai in valigia» continuò reggendosi la testa con la mano, che a sua volta era poggiata sul letto.

«ehm.. Non lo so, dipende da dove andiamo»

«tre giorni a disneyland, tre giorni e una notte a Parigi, vedi te»

Lo guardai ancora una volta con sguardo addolcito e scossi la testa, probabilmente non avevo mai fatto un viaggio così bello in vita mia, e fare il primo con lui era totalmente inaspettato.
Iniziai a curiosare un po' tra i vestiti, avrei dovuto portare sia qualcosa di comodo che qualcosa di elegante, ma ero così emozionata che nemmeno riuscivo a scegliere.

«dammi una mano però, non startene lì impalato» dissi voltandomi verso il moro.

Niccolò si alzò e iniziò a guardare tra i vari vestiti, almeno avrei avuto anche un suo consiglio.
Qualche minuto dopo prese un abito nero non troppo lungo, che arrivava più o meno sotto il ginocchio e con uno spacco non troppo profondo dietro la schiena.

«non l'ho mai messo questo, non ricordavo neanche di averlo..» dissi provandolo ad occhio nel riflesso dello specchio.

«ti starà sicuramente bene, ora vediamo il resto»

Alla fine in un oretta circa riuscimmo a concludere quella benedetta valigia, non ci entrava neanche più una briciola.
Una settimana fuori era davvero tanto, ed io ancora non riuscivo a capacitarmene.

«devo passare qualche minuto per casa di Adri, deve darmi un paio di cose, vieni anche tu?
C'è Ludovica» disse lui afferrando le chiavi dell'auto.

«si, andiamo, ma che cose devi prendere da Adriano?»

«cose, su andiamo ora»

-

«allora, sei psicologicamente pronta?»

Da dieci minuti almeno stavo a casa di Adriano, lui e il mio ragazzo erano tranquillamente in cucina a parlare, ed io nel mentre in camera con ludovica.

«per cosa? Non ho paura dell'aereo» chiesi in risposta alla domanda della mia amica sedendomi sulla sedia della scrivania.

Lei roteò gli occhi al cielo con una mezza risata e mi lasciò intendere, ovviamente.

«madonna mia, non ti sopporto più, non esiste solo quello in una relazione» dissi facendo il suo stesso gesto di pochi istanti prima.

«certo che non esiste solo quello, ma tra un po' state insieme da un anno e a breve volerete per un viaggetto romantico verso Parigi, direi che non c'è modo e luogo migliore per la tua prima volta»

Non risposi, non potevo dirle che ero certa non sarebbe successo nulla, dato che in realtà ci avevo pensato pure io.
Il punto era che stavo abbastanza in ansia..
In quei mesi era andato tutto bene, anche nei piccoli litigi sentivo di amare Niccolò più di me stessa, e mi sentivo pronta a fare quel passo perché desideravo tutto di lui, e volevo lasciargli una parte di me che si meritava assolutamente.
Nonostante ciò le paranoie non volevano sparire; e quindi meno ci pensavo meglio era.

«avete finito qui?» sentimmo chiedere al di fuori della porta.

«si nic arrivo»

Mi avvicinai a ludovica e la strinsi forte tra le braccia, anche perché lei mi trattenne più del dovuto.
A breve sarei dovuta seriamente partire per tutt'altra parte dell'Europa con il ragazzo che amavo di più al mondo e dentro di me il mio cuore correva da una parte all'altra, come una molla impazzita per tutti quei sentimenti.

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