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Canzoni per il capitolo:

James Bay- Bad.

Taylor Swift- Wildest Dreams.

L'indomani non tardò ad arrivare,  mi ritrovai nuovamente nel grande letto matrimoniale della mia camera, i documenti con i Butler erano stati firmati e mio padre era su un aereo, diretto a Bruxelles.

L'alba di un nuovo giorno sorgeva su New York, illuminando i suoi grattaceli, creando meravigliosi giochi di luce che osservavo dalla finestra.

Avevo passato una notte insonne, dopo quel bacio misterioso e peccaminoso, in compagnia dei miei demoni e dell'immagine di quelle labbra così crudeli impresse sulle mie.

Al quel pensiero nuovamente fiorito nella mia mente, scossi il capo, cercando di scacciarlo via, e tornai a concentrarmi su quello spettacolo di colori che, raramente, mi era capitato di vedere.

Ogni figura, ogni immagine di New York, però, mi riportava a Gus e al suo viso delicato e alle sue labbra morbide. Santo cielo! Non potevo aver pensato nuovamente a lui!

Gus Butler era entrato a far parte della mia vita da neanche un mese e già me l'aveva stravolta. Con uno sguardo, con poche parole e un bacio era riuscito a scatenare una tempesta nella mia anima, che, difficilmente, si sarebbe placata.

Gus Butler, un ragazzo enigmatico, dal sorriso indecifrabile e dallo sguardo sicuro, era riuscito ad appropriarsi della mia mente e a farla sua.

Gus Butler, un nome e un mistero, mi stava facendo impazzire e non potevo permettergli di andare oltre.

Ma con quel bacio già eravamo andati oltre, già ero impazzita.

Completamente nel panico, decisi di prendere in mano la situazione, alzarmi dal letto e dopo aver riempito con l'acqua e i sali la mia vasca da bagno, mi ci immersi, provando a rilassarmi.

Seppur piacevole, il momento di relax finì quasi subito, quando, una volta indossati un paio di jeans e una maglietta, Ben entrò nella mia camera per dirmi che avevo visite.

Evidentemente, quel weekend non aveva programmato per me la pace, ma tutt'altro e lo capii fin da subito, quando scesi al piano di sotto e trovai Gus.

"Cosa ci fai tu qui?" domandai di getto, terrorizzata dall'idea che qualcuno l'avesse visto.

Non potevamo farci vedere insieme, non dopo gli episodi precedenti.

Gus sorrise, si passò una mano fra i capelli castano chiaro, e puntò i suoi occhi nei miei.

Quel contatto, seppur non ravvicinato, provocò in me un brivido fastidioso, che cercai di nascondere.

"Volevo vederti e parlare." mormorò, facendo un passo verso di me.

Istintivamente indietreggiai, ma da quando temevo un confronto con lui?

Che una parte di me, temesse per quello che avrei potuto provare per lui, conoscendolo?

Scossi il capo, a quella bizzarra idea.

"Non abbiamo niente da dirci."

In realtà, avevamo molto da dirci, ma non ero pronta.

"Beh, magari tu non vorrai parlare, magari non avrai niente da dire, ma io si.

Ieri sera ti ho baciato e, cazzo, tu stai con uno dei miei migliori amici!" sbottò, perdendo completamente il controllo.

I suoi occhi di solito erano di un verde indefinito, misto al marrone, ma in quel momento, proprio come quando avevamo litigato per la prima volta, erano diventati di un marrone scuro, del verde rimaneva poco e niente e sembrava così pieno di rabbia e dolore, risentimento e pena.

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora