Canzoni per il capitolo:
One Republic- Apologize.
Coldplay- The Scientist.
Per quanto la mia professoressa di filosofia insistesse a tal riguardo, a mio parere la sede dell'anima era il cuore, quel cuore che così tanto soffriva, ma, sopratutto, che amava così tanto da esplodere, da struggersi, da ammalarsi di sentimenti e finire per collassare di fronte all'immensità della passione.
E in quel momento, stretta fra le braccia dell'unica persona che davvero contava, lo capii, in quel momento, quando fra me e Gus Butler ogni metro di distanza che in quel mese ci aveva separato si era azzerato, realizzai che il mio cuore stava collassando e allo stesso tempo, cominciava a vivere di nuovo, quella volta, però, per davvero.
Perché mai, prima di allora, avevo vissuto per davvero, mai, prima di allora, c'era stata qualcuno per cui valesse la pena combattere e lottare, mai, prima di allora, ero stata innamorata... che, poi, cos'è veramente l'amore? Una ragazza di soli sedici anni poteva davvero saperlo? O, almeno, rendersi conto di quanto quel sentimento fosse travolgente e imperituro?
Come al solito mi facevo troppe domande, troppe domande di cui in quel momento non avevo assolutamente bisogno.
Gus era lì, con me, ed era tutto ciò che contava.
"Tu sei un pazzo!" mormorai, forse, piangendo.
Gus entrò in casa, anche per evitare che ci prendessimo una polmonite non richiesta, e si sedette sul divano con me sulle sue gambe.
Quel contatto, quel sentire la mia pelle contro la sua, il suo profumo inebriante e il suo sguardo sul mio corpo erano forse le cose che in assoluto, più mi erano mancate.
"E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica, così diceva Nietzsche e si, se vengo reputato pazzo, solo perché il tuo cuore suona una melodia irresistibile, allora sono felice di andare in manicomio." mormorò, sfiorandomi delicatamente la guancia.
"Perché sei qui, Gus?" domandai, guardando i suoi occhi così simili a smeraldi.
"Per chi vuoi che sia qui alle quattro del mattino di un giorno qualunque come è il Natale? Sono qui per te, Bella. Perché da quando te ne sei andata, le giornate a New York non hanno più senso e non importa del tempo passato con Aaron e Martin o delle nottate a vedere le ballerine del mio locale esibirsi... New York, stessa, e la mia vita non hanno senso se non ci sei tu." rispose, intrecciando le nostre mani.
Eravamo seduti davanti al fuoco del camino che, inesorabilmente, aumentava la passione. Per quanto ancora saremmo riusciti a resistere? Per quanto ancora sarei stata capace di eludere la bellezza del suo corpo?
"Ed è questo che mi spaventa di più, Gus... dove stiamo andando a finire?" mormorai, senza mai allontanarmi da lui, senza mai sfuggire al suo sguardo profondo.
Quella situazione mi spaventava terribilmente, l'idea di perdermi e innamorarmi perdutamente di lui non era più una semplice idea e la paura di soffrire ancora mi tormentava notte e giorno, nell'attesa di scoprire la verità.
"Non lo so, Bella, ma ti prometto che ovunque andremo, saremo insieme." disse, avvicinando le sue labbra alle mie.
Ormai il desiderio aveva vinto l'incertezza, la paura era cessata, il peccato sovrastava l'innocenza e la caduta sembrava ormai prossima... ma lo volevo, sentire le sue labbra sulle mie, la mia pelle contro la sua era un qualcosa che terribilmente bramavo e finalmente avevo scelto.
"Bella, ne sei davvero sicura?" sussurrò, l'anima nel petto affannata, il respiro veloce, la fronte sudata.
"Non sparare altre stronzate, Butler." ridacchiai, prima di togliergli il completo e sbottonare la sua camicia bianca.
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Amore Bugia Gioco.
Ficção AdolescenteNell'alta società molto spesso si confonde l'avere con l'essere, i Soldi con i Sentimenti e la Fiducia con il Fondo fiduciario. Bella Mullen è un angelo sperduto, dalle ali nere, che per tutta la vita non ha fatto altro che affondare gli artigli nel...