Canzoni per il capitolo:
Sody- Maybe It Was Me.
Dean Lewis- Half A Man.
Le sue braccia strette intorno alla mia vita, il suo respiro che, delicatamente, sfiorava il mio collo, il suo profumo che inebriava la camera e il mio cuore pieno di una felicità mai conosciuta: questo, la mattina seguente, fu il mio risveglio.
Sebbene fossero quasi le sette ed io fossi in un letto che non mi apparteneva, insieme alla persona dalla quale avrei dovuto stare lontana, decisi di rimanere ferma lì, stretta fra le sue braccia, con il suo petto che si scontrava con la mia schiena, a godermi quegli ultimi momenti di assoluta spensieratezza.
Cosa sarebbe accaduto quando entrambi avremmo aperto gli occhi? Come avremmo potuto risolvere quella spinosa situazione? E, sopratutto, saremmo mai riusciti a stare lontani l'uno dall'altra?
La mia mente non ebbe il tempo di elaborare una risposta per ogni singola domanda, poiché, in quell'esatto istante, i suoi occhi verdi si aprirono e le sue labbra sussurrarono un timido "Buongiorno!", una così fragile esclamazione che, però, mi fece perdere il respiro.
Forse per una qualsiasi persona tali atteggiamenti erano normali, ma non essendo mai stata così tanto in intimità con un ragazzo, mi sembrava di vivere un sogno, un sogno meraviglioso al fianco della persona che sempre di più mi ritrovavo a desiderare.
"Gus..." mormorai, voltandomi e ammirando il suo volto, ancora piuttosto stanco.
"Bella..." disse di rimando, passando i suoi polpastrelli sulla mia guancia, come per accertarsi che io fossi veramente lì, che io fossi reale e non frutto della sua immaginazione.
"Sei ancora qui..."constatò, accennando un piccolo sorriso ed, immediatamente, sulle sue guance comparvero due fossette a dir poco adorabili.
"Sono ancora qui." annuii, ripetendo parte di quella frase, per poi, in seguito, rimanere ferma fra le sue braccia.
L'ultima cosa che desideravo fare era alzarmi da quel maledetto letto, testimone della nostra passione, così tanto complice delle nostre fantasie, ma l'improvviso suonare del campanello fece scattare sia me che il ragazzo al mio fianco.
"Credi che sia il caso di andare a vedere di chi si tratti?" domandai, completamente nel panico.
"Nah... probabilmente è soltanto George che porta la colazione." rispose lui, per cercare di tranquillizzarmi.
La calma prima della tempesta durò, però, molto poco dal momento che il suo maggiordomo entrò senza bussare.
"George... credevo di averti avvertito ieri sera che avremmo avuto ospiti!" obiettò Gus, cercando di coprire al meglio il mio corpo seminudo.
"Mi dispiace, ma siamo in una situazione di massima urgenza!" ribatté l'uomo e solo allora notai il giornale che teneva nella mano destra.
"Che cosa succede, George?" domandai, mentre il signorino accanto a me continuava a starsene beato fra le coperte, completamente ignaro di ciò che si nascondeva fuori da quelle mura.
"Ieri notte siete stati fotografati mentre eravate di ritorno qui e adesso, non so quanti paparazzi stanno tentando di entrare in portineria." spiegò chiaramente ed io mi allarmai immediatamente.
"Non è possibile, ero stato abbastanza chiaro su questo punto!" rispose, invece, Gus.
Mi soffermai ben poco su tale affermazione, tanto ero presa a trovare una soluzione per uscirne vivi.
"Dobbiamo andare a scuola e non possiamo certo passare per l'uscita principale!"
"Signorina Mullen su questo sono d'accordo, ma non vedo come possiate uscire altrimenti." sbuffò George, visibilmente irritato da quella seccatura mattutina.
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Amore Bugia Gioco.
Ficção AdolescenteNell'alta società molto spesso si confonde l'avere con l'essere, i Soldi con i Sentimenti e la Fiducia con il Fondo fiduciario. Bella Mullen è un angelo sperduto, dalle ali nere, che per tutta la vita non ha fatto altro che affondare gli artigli nel...