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Canzoni per il capitolo: 

Emeli Sandé- Next to Me.

Micheal Bublé- Haven't Met You Yet.

Adele- Make You Feel My Love.

Prima di settembre mai mi sarei aspettata che la mia vita prendesse una piega così inaspettata ed insolita, prima del mio incontro con Gus Butler mai avrei pensato che la mia vita segreta potesse venir rivelata, ma, sopratutto, prima di smarrirmi in quegli occhi capaci di stregarmi, mai avrei creduto di tremare all'idea di perdere qualcuno che in poco tempo era riuscito a farsi spazio nel mio cuore.

Gus era stato il cambiamento e la vita, le emozioni e le lacrime ed in quel preciso momento, quando i nostri sguardi si erano incontrati per l'ennesima volta, rischiavo di perdere tutto.

"Tu... tu non dovresti essere qui." balbettò, sedendosi sul letto.

Eravamo entrambi confusi e sicuramente spaventati all'idea di trovarci esattamente dove non dovevamo essere.

"Io qui ci lavoro, Gus! Come potrei essere altrove, se sei stato tu a chiedermi di incontrarmi?" domandai.

Ero furiosa, ma anche esasperata, addolorata e confusa, e non avevo la minima idea di cosa fare.

"Io ho chiesto di vedere Fallen Angel!" sbottò, passandosi le mani nei capelli.

"Sono io Fallen Angel! Tu hai chiesto di vedere me!" gridai di rimando.

Come potevamo essere finiti in una tale situazione senza neanche rendercene conto?

"Non è possibile! Come può essere possibile?" mormorò più a se stesso che a me.

Stava per andarsene, stava per lasciarmi lì, nella sua stanza, ma io non avrei ceduto, io non lo avrei lasciato andare.

Lo seguii ed arrivai alla porta un'istante prima che uscisse, afferrai la sua mano e lo obbligai a guardarmi negli occhi.

"Non puoi andartene così, Gus! Mi devi dare almeno una spiegazione e anch'io devo fare la stessa cosa. Ti prego, resta." lo pregai, quasi con le lacrime agli occhi.

Per sedici anni avevo permesso a sconosciuti, ma anche a conoscenti di avvicinarmi, senza preoccuparmi troppo se, in futuro, sarebbero usciti dalla mia vita, ma all'idea di lasciare andare Gus mi si chiudeva lo stomaco e il mio cuore minacciava di spezzarsi.

"D'accordo." annuì e tornammo a sederci su quel letto.

La situazione era molto confusa ed eravamo ancora sotto shock.

"Ho iniziato a lavorare qui circa un anno fa, avevo da poco compiuto sedici anni e mio padre si era da circa un mese trasferito in Belgio. Mi sentivo così vuota, così compressa nel mio mondo, così frustrata che una sera decisi di venirmi a fare un giro da queste parti e trovai The Devil's Club." ruppi il silenzio, calando spontaneamente la mia maschera.

Sarei stata onesta, avrei detto tutta la verità e questa volta non sarei scappata, non gli avrei voltato le spalle.

"Come sai, il club aveva aperto da poco, era alla ricerca di personale ed io mi proposi. Inventai un nome falso che, però, mi rappresentasse ed iniziai questa folle caduta che, però, da quello che mi sembra di vedere, è anche il tuo successo." continuai sempre guardandolo negli occhi. "Forse, non sembra una bella cosa, forse mi odierai, ma credimi quando ti dico che tutto questo mi fa stare meglio."

"L'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è che non so quanti sconosciuti, a causa mia, ti hanno guardato e desiderato. E mi fa impazzire." ammise, stringendomi la vita.

"Gus..."

"Hai ragione, prima di dire altro, ti racconterò la mia storia. The Devil's Club è nato in un momento particolare della mia vita, un momento in cui per me sesso e piacere erano le uniche due cose a farmi sentire vivo e così, ho deciso di aprire un mio business, sperando di avere successo. Inizialmente non sembrava una grande idea, ma con il passare dei mesi, il mio è diventato il locale a luci rosse più frequentato di New York." raccontò per poi fermarsi.

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora