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"Amore stasera dobbiamo assolutamente andare in quel locale bellissimo!" esclamò Mina, mentre prendeva la borsa.

Istintivamente all'idea di ballare sorrisi, sorrisi desiderosa di danzare ancora e ancora.

"Ma certo e poi, ho sentito dire che lì ci sono ragazzi davvero belli!" sostenne la sua idea Melanie.

Annuii e raccolte le ultime cose, scendemmo in piscina.

Il cielo era limpido e sereno, il mare in lontananza era calmo e una leggera brezza stemperava il caldo afoso di Miami.

Come fossi finita lì, a duemila chilometri dalla mia amata New York, era un mistero anche per me.

Tutto quello che sapevo era che volevo stare lontana da Gus e abbandonare per un po' tutte quelle preoccupazioni che mi stavano logorando dentro e così, udita la terribile notizia, quella notte tornai a casa e chiamata Jasmine, avevamo optato per una calda fuga primaverile. E Miami ci era sembrata l'opzione migliore.

"Sicura che vada tutto bene?" mi chiese la mia migliore amica.

Io, intenta a sorseggiare un Martini a bordo piscina, sfilai via dal volto i miei occhiali di Celine e sorrisi.

"Cosa dovrebbe andare male? Sono in un cinque stelle a Miami con le mie migliori amiche e l'alcol. In genere, in questi momenti, va tutto per il meglio." ribattei, consapevole di essere profondamente ferita dentro.

Perché Gus, vendendo quel maledetto locale, aveva ferito la parte più nascosta di me, quella parte che in quei mesi avevo imparato ad amare e avevo reso libera.

Senza The Devil's Club mi sentivo vuota, persa e senza un obiettivo, senza le serate e i costumi era come se mancasse una parte di me. Quella parte che solo lui era riuscito a vedere.

Capivo il suo problema, capivo l'allettante idea di un futuro con sua madre, ma odiavo il fatto che mi avesse tenuto all'oscuro di tutto... come se io non avessi mai fatto parte del suo business, come se io non fossi mai stata Fallen Angel.

E in quel momento di buio, ovviamente figurato, avevo paura, paura di perdermi di nuovo e non trovarmi più, ma, sopratutto, a spaventarmi incredibilmente era la normalità in cui presto sarei ricaduta.

Essere la brava ragazza, con ottimi voti, tanti amici e altrettanto successo non mi bastava più. Non era più quello che volevo, che mi rendeva felice.

Ormai volevo la passione, il sangue, il dolore, l'esaltazione di ogni singola emozione e neanche il grande amore per Gus poteva essere abbastanza.

Non da solo, non senza il brivido e la magia che per mesi mi avevano tenuto in vita, mi avevano impedito di lasciarmi ad andare.

"Sai bene a cosa mi riferisco." mi riportò alla realtà la mia migliore amica.

"Quando scappi così, lontano da tutti, vuol dire che qualcosa non va e hai bisogno di ritrovarti."

Beccata: ormai mi conosceva davvero troppo bene.

"Sono stanca, la verità è questa. E' stato un anno difficile, pieno di scandali e mi sento persa, senza un obiettivo." decisi di raccontarle più o meno la verità.

Non perché non vedessi l'ora di farlo, ma perché, altrimenti, avrebbe scavato ancora più a fondo e, forse, avrebbe scoperto la verità, quella vera.

"Non credo si tratti solo di questo, Mullen." osservò lei e bevve un sorso di prosecco.

Ultimamente non ci facevamo mancare proprio niente e l'alcol era diventato quasi un amico.

"E di cosa dovrebbe trattarsi?" asserii, stufa delle sue domande.

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora