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Canzoni per il capitolo:

Majid Jordan- Her.

Alessia Cara- Out of Love.

Un tuono scosse la quiete notturna quando improvvisamente mi svegliai.

La pioggia si infrangeva sulle numerose finestre del grattacielo, le lenzuola stropicciate e il letto terribilmente vuoto. Il buio avvolgeva ogni cosa intorno a me.

Mi sentivo smarrita, persa in me stessa e nei miei pensieri, sola di nuovo nell'abisso, incapace di ritrovare la luce.

"Dove sei finito Gus?" sussurrai nell'oscurità.

Era passata una settimana da quella sera e in un venerdì come tanti altri, avevo deciso di passare la notte con il mio ragazzo, eppure qualcosa era cambiato, qualcosa da quella sera sembrava essere cambiato fra noi.

La mia vita si reggeva sull'apparenza, sul "sembra", mai sulla certezza, sempre su una sottile linea, al limite di un confine. Lo avrei mai superato? E, sopratutto, sarei sopravvissuta?

All'improvviso un rumore proveniente dal bagno interruppe i miei pensieri; guardai l'orologio: le 2:22. Possibile che Gus stesse facendo una doccia a quell'ora?

Mi alzai dal comodo letto e con gli occhi ormai abituati all'oscurità, mi diressi dal diretto interessato.

Come previsto, era della doccia, totalmente immerso nel suo mondo... proprio come farebbe un pazzo! Decisi di fargli una sorpresa.

Sfilato il pigiama, con molta cautela entrai nel box doccia e mi aggrappai alla sua schiena.

"Tu...dovresti essere nel letto." deglutì Gus, un brivido percorse la sua schiena.

Era sorpreso e ammetto che io stessa lo ero.

"Non sono mai nel posto giusto..." sorrisi ripensando al nostro insolito incontro avvenuto il giorno del suo compleanno.

"Ed è per questo che ti amo." sussurrò, girandosi e abbracciandomi.

Immediatamente, non appena la prima lacrima ricadde sulla mia schiena, scaldandomi il cuore, me ne accorsi: stava piangendo.

"Gus, sono qui!" sospirai, aumentando la stretta.

Odiavo vederlo così fragile e indifeso, così spaventato dal mondo e dalle sue verità... odiavo vederlo avvolto nella sua bolla di dolore perché lo amavo troppo per permettere che soffrisse.

"Mi sembra di impazzire: in pochi mesi la mia vita è stata stravolta ed è tutto così incasinato."

Oh Gus, come conoscevo bene quella sensazione.

"Sei rimasto quando non avevo più nessuno, mi hai aspettato quando neanche io riuscivo a darmi una possibilità e sopratutto, mi hai amato quando mi ero arresa al dolore...come potrei lasciarti affrontare tutto questo da solo?" esalai, consapevole che l'avrei seguito fino all'inferno pur di vederlo felice e in pace con se stesso.

Perché, poi, cosa importa della felicità quando sei prigioniero della tua stessa anima? Perché, poi, in fondo, la propria libertà vale mille volte l'etereo attimo di felicità... pensai fra me e me.

Non rispose alla mia domanda, tutto accadde così in fretta, come un uragano e ben presto, le nostre anime si ritrovarono ad affogare insieme, sospese fra il dolore e la perdizione, alla ricerca dell'attimo fugace del piacere.

"Gus, io credo che parlarne ti farà star meglio." ammisi, mentre eravamo intenti ad asciugarci.

Eravamo completamente zuppi, nel bel mezzo della notte, nel bel mezzo di una tempesta, completamente estranei alla realtà.

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora