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Canzoni per il capitolo:

Adele-Someone Like You.

Ruth B.- Crave.

Stava sorgendo il sole, quando, aperti gli occhi e realizzato il perché fossi in una camera dell'albergo della signora Blake, per poco non cacciai un urlo: Gus Butler mi stringeva possessivamente a sé, trovandosi nel mio stesso letto.

Cosa diavolo era successo? Non ne avevo idea, non ricordavo niente di niente e così mi ritrovai a pregare affinché fra di noi non ci fosse stato nulla di carnale.

Al solo vederlo così vicino mi sentivo male.

I capelli scuri gli ricadevano sulla fronte, stranamente distesa, e le sue labbra si piegavano in un leggero sorriso. Sembrava così tranquillo nel sonno e ogni tanto emetteva piccoli brontolii. Eppure, in lui, si celava il male e tutto ciò da cui avrei dovuto categoricamente stare lontana.

"Buongiorno angelo... vedo che sei di buon umore." ribatté, alzandosi e rimettendosi a sedere sul letto.

Inavvertitamente, per cercare di svegliarlo, gli avevo dato uno spintone troppo forte ed era rotolato per terra.

Un po' mi sentivo in colpa per quel risveglio brusco. Ma giusto un po'.

"Tu!" sbottai, fissandolo meglio negli occhi.

Puntai un dito sul suo petto, ricominciando a spingerlo via.

"Tu! Come hai potuto fare una cosa simile, razza di depravato!"

Il suo sguardo era confuso e potevo leggere il terrore nei suoi occhi.

Ero davvero così inquietante di prima mattina?

"Bella, sei ancora ubriaca?" domandò in tutta risposta.

Dio! Si era appena preso la mia verginità e osava chiedermi una cosa simile?

"Io, tu... quello che è accaduto! Come hai potuto prenderti una qualcosa che di certo non spettava a te!" insistetti con forza.

"Stai seriamente pensando una cosa simile?" scoppiò a ridere e per poco non mi contagiò.

In quel momento, fra i due, quella che non ci capiva più nulla ero io.

"Credi davvero che io e te abbiamo concluso qualcosa sta notte?"

Annuii, sperando che mi desse qualche spiegazione.

"Sei fuori strada, bambolina. Non farei sesso con te, per lo meno, non quando sei più cotta di una zucchina."

Se non era successo nulla, perché era con me? E, sopratutto, che ne era stato di Cameron?

"Perché sei qui, allora?"

Ero confusa, così come lo erano i ricordi della sera precedente.

"Ieri pomeriggio Cameron ha annunciato a noi ragazzi le sue intenzioni per la notte e fin qui tutto normale, ma quando ho visto che eravate completamente ubriachi, ho preferito prendere in mano la situazione ed evitare una tragedia." raccontò con gli occhi che brillavano dalla sincerità.

"In che senso hai preso in mano la situazione?"

"Un evento così importante per te non doveva avvenire un questo modo, avresti dovuto ricordarlo. Ho preso il tuo telefono e ho mandato un messaggio al tuo ragazzo, dicendogli che eri con Jasmine e che stavi morendo di sonno. Poi, sono venuto qui per controllare che non ti cacciassi nei guai."

Come aveva potuto mettersi in mezzo ad un qualcosa che non lo riguardava minimamente?

"Non era un tuo diritto! E non dovevi permetterti di metterti in mezzo in questa storia! Era il mio sogno e tu lo hai infranto!" gridai a pieni polmoni.

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora