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Canzoni per il capitolo:

Lord Huron- The Night We Met.

Sam Smith- Fire on Fire.

Che la vita fosse fatta di errori, lo sapevo, ma che gli errori con tutte le loro pericolose conseguenze fossero insegnamento, e, anzi, a volte, la vita stessa, di certo dovevo ancora impararlo.

Per sedici lunghi anni avevo sempre cercato di camminare sulla retta via, scavalcando gli ostacoli e ignorando ogni sentimento che il mio cuore cercava di portare in superficie. Quella volta, però, decisi che sarebbe andata diversamente: sarei sprofondata nel caos, abbandonando la certezza, avrei sbagliato e avrei pagato il prezzo dei miei errori sulla mia pelle, avrei scommesso sulla libertà, su quella libertà da cui per tutta una vita ero fuggita, rinchiudendomi in una prigione mentale e fisica, costituita da ottimi voti ed enormi cifre.

Davanti a me in quel momento si trovava il tentatore più pericoloso di tutti, persino più pericoloso del diavolo in persona.

Gus Butler, quel ragazzo diverso dagli altri, personificazione del rischio e del brivido, con il cuore spezzato da un oscuro passato, fin dal primo giorno aveva posato il suo sguardo su di me e aveva deciso che, in un modo o nell'altro, saremmo sprofondati insieme nell'abisso.

Il nostro rapporto era così indefinibile, così tutto e così niente, attratti l'uno all'altra come due calamite, attratti da un dolore diverso, ma comune, attratti dai nostri demoni, dal paradiso che mai avremmo raggiunto e dall'inferno a cui mai ci saremmo sottomessi. Desiderio e passione, odio e attrazione: certi sentimenti, purtroppo, non era possibile combatterli o domarli... proprio come le nostre anime.

"Nessun demone vorrebbe trovare davvero la redenzione..." ribatté, facendomi fare un giro su me stessa.

Eravamo ancora nel locale, intorno ad altri studenti, eppure sembravamo anni luce lontani da loro.

"Tu dici?" lo schernii, mentre portavo le braccia intorno al suo collo.

Per fortuna, il resto del gruppo era sparito e nessuno al buio avrebbe potuto riconoscerci.

"Sono un demone, non posso sbagliarmi a riguardo."

"Dove sei stato in questi giorni?"

La verità era che la curiosità mi stava divorando e avevo l'assoluto bisogno di sapere dove fosse stato.

"Ero in viaggio, a Tokyo... affari di lavoro." sviò meticolosamente la mia domanda, cambiando poi argomento.

Ballammo a lungo, parlando del più e del meno e in effetti, con lui stavo veramente bene.

I suoi discorsi erano profondi, privi di superficialità e riuscivano a far risaltare una parte di me di cui neanche conoscevo l'esistenza.

"Ben mi ha detto che sei passato da me due giorni fa, ma quando sono scesa di te non vi era più traccia." dissi all'improvviso.

Gus divenne pallido e sebbene si sforzasse di mantenere una presa salda sui miei fianchi, potei percepire in lui una certa ansia.

Che fosse rimasto senza parole? Impossibile, lui era Gus Butler.

"Non sarei dovuto venire da te quella sera, perciò non appena Ben è andato a chiamarti, ho deciso di tornare a casa." spiegò, eppure sentivo che stesse mentendo.

"Per quale motivo, però, hai deciso di venire e poi scappare? Insomma, era passata la mezza notte e di certo, dovevi dirmi qualcosa di importante, o sbaglio?" insistetti, ostinata a voler conoscere la verità.

Detestavo le bugie e non mi arrendevo mai quando avevo bisogno di risposte.

"Bella, tu mi mandi in crisi, eccome se lo fai. Avevo voglia di vederti, nonostante le ore di jet leg, nonostante avessi molto da fare, sentivo il terribile bisogno di vederti, ma poi, mi sono reso conto che non potevo. Perché non posso scombinarti la vita, non posso confonderti e poi sparire... semplicemente non posso."

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora