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Canzoni per il capitolo:

Billie Eilish-Bad Guy.

Alice Merton-No Roots.

A Manhattan, soprattuto nell'Upper East Side, difficilmente le ragazze portavano sulla loro coscienza gravi e oscuri segreti, così come, a Manhattan, difficilmente le ragazze avevano una doppia vita.

"Fallen Angel, da questa parte." ordinò il vice capo.

Le luci del locale erano più brillanti del solito e la mia vista si stava offuscando; per di più faceva anche freddo, ma non avevo da lamentarmi troppo per quello, ormai ero abituata.

Sbuffai e seguii il mio capo nel suo ufficio.

Esattamente, nessun errore, avete capito bene: Bella Mullen lavorava, aveva un impiego tutto suo, forse un po' fuori dal comune, ma che fruttava parecchio.

"Dimmi." esclamai una volta socchiusa la porta.

Istintivamente, cercai di coprire con le braccia il mio seno, coperto soltanto dall'intimo in pizzo.

"Toh! Prendi questa se hai freddo." borbottò Marcel, lanciandomi una vestaglia che indossai prontamente.

"Questo mese gli incassi sono stati molto promettenti e così il capo ha deciso di assumere un'altra ragazza. Arriveranno entrambi mercoledì." aggiunse poi, fissando vari fogli.

Non riuscivo a crederci! Il capo sarebbe venuto qui e finalmente, avrei potuto conoscerlo. In pochi conoscevano la sua identità o il suo aspetto, io in un anno di attività non lo avevo mai incontrato e di lui sapevo soltanto che si faceva chiamare El Diablo. Ovviamente tutto il personale, incluso lui, usava nomi in codice. Tutto il personale, tranne Marcel.

"Il capo sarà qui?" chiesi, deglutendo con forza.

Tutte le ragazze che avevano avuto l'occasione di conoscerlo, decantavano la sua bellezza, sebbene fosse molto giovane, e io fremevo dalla voglia di conoscerlo.

"Si, sarà qui e ha espressamente chiesto di conoscerti. Mercoledì sera dovrai farti trovare nella stanza 12 e offrirgli uno spettacolo privato."

Come era possibile una cosa simile? Non mi conosceva neanche, eppure voleva che allietassi la sua anima. Era una cosa strana, fin troppo sospetta, dal momento che stando alle voci d'ufficio, El Diablo non si intratteneva con le sue dipendenti.

"Come... come è possibile?" sussurrai più che stupita.

"La scorsa estate è stato qui una sera, ovviamente in incognito e ha assistito ad uno dei vostri spettacoli. Da quel momento non fa altro che parlare di te e..."

Smisi di ascoltare le stupide parole di Marcel e mi concentrai su tutti i volti noti del locale. Possibile che non me ne fossi mai accorta? E, soprattuto, cosa mai aveva potuto suscitare in lui interesse nei miei riguardi?

Ero ancora scossa quando il vice mi congedò dicendomi di farmi trovare pronta per mercoledì.

Sospirai e, pregando che durante la settimana le cose andassero nel verso giusto, mi sistemai e tornai a casa.

Erano le due del mattino, di mia madre e del suo compagno non vi era traccia e mi potei coricare in santa pace.

L'ansia e l'agitazione mi presero di soprassalto e più volte nel breve corso di quella notte mi svegliai, passandola così insonne.

Al mattino, infatti, non fui in grado di seguire neanche una lezione tanta era la mia stanchezza.

"Bella, sei sicura di star bene?" chiese Sophie.

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora