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Canzoni per il capitolo:

John Mayer- Your Body is a Wonderland.

Passenger- Let her go.

Quella sera il Roof Garden sembrava diverso, non catturava più la mia attenzione e dall'alto dei miei tacchi 12, l'aria sembrava irrespirabile.

Jasmine aveva incontrato Lorenzo ed insieme erano spariti chissà dove, Martin e Aaron erano in giro per il locale, sperando di rimorchiare una novellina aspirante modella e Sophie e Melanie si comportavano esattamente come sempre, prese com'erano a sfoggiare abiti all'ultima moda e superficialità.

Stavo sorseggiando il mio Manhattan, quando mi resi conto che gli unici a mancare all'appello fossero Gus e Cameron.

"Sophie, hai visto il mio ragazzo?" domandai alla bionda.

Lei annuì e mi disse che stava fumando un sigaretta con Austin, un nostro compagno di scuola. Ringraziai il cielo che non fosse solo con Gus, altrimenti sarebbe potuto accadere un casino.

"Cosa ci fai qui tutta da sola, Angelo?" un Gus insolitamente ubriaco si mise al mio fianco.

"Seriamente?"

Il ragazzo inarcò le sopracciglia e il suo sguardo sembrava piuttosto sorpreso.

Ci fissammo per pochi secondi e poi, si decise a continuare la conversazione.

Non mi aspettavo, però, che dopo la scenata della mattina avrebbe voluto parlarmi ancora, ma vista la sua uscita sulla libertà di quel pomeriggio, avrei potuto aspettarmi seriamente di tutto da una mente come la sua.

"Cosa c'è? Ti da fastidio essere chiamata Angelo?" sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio e sfiorandomi un fianco.

Un brivido percosse la mia schiena, trattenni il respiro e mi ritrovai costretta a deglutire: da quando la presenza di Butler mi faceva questo effetto?

"No, non credo, ma perché proprio questo soprannome?" biascicai, incapace di portare avanti la conversazione in un altro modo.

Solitamente, in casi simili, Butler sarebbe già stato mandato a quel paese, ma quella sera, per colpa dell'alcol o dei sensi di colpa che da ora di pranzo mi divoravano, le cose andarono diversamente.

"Credevo di avertelo già detto, ma sei fortunata perché te lo ripeterò." si schiarì la voce per poi continuare a parlare. " La tua bellezza è incantevole, sembri così innocente e pura e sono certo che con te, qualunque ragazzo raggiungerebbe il paradiso. Ma sono certo che ci sia dell'altro."

"Non tutti gli angeli indossano candide ali." aggiunse. " E sono certo che le tue siano macchiate d'inchiostro, divorate da un qualcosa più grande di te."

Era completamente andato, i suoi paragoni erano così perversi, eppure sensati e la conversazione, al contrario di quanto immaginassi, aveva catturato la mia attenzione.

"Ammettiamo che ciò che dici sia vero, perché un demone come te dovrebbe girarmi intorno?" chiesi sottovoce.

Il sole era decisamente calato sopra la Grande Mela, la musica faceva da sottofondo a quella bizzarra conversazione e dei nostri amici non sembrava esserci traccia.

"Magari il demone in questione potrebbe desiderare la redenzione." sospirò, questa volta in modo serio.

Era così complesso seguire ogni conversazione con lui, un attimo prima si scherzava e quello dopo i giochi finivano, litigavamo tanto, forse ci odiavamo o forse eravamo troppo simili, ma diversi da quel mondo a cui sempre avevo creduto di appartenere.

"Perché mai confidare in un angelo dalle ali nere, allora?" ribattei.

Non era una conversazione normale la nostra, se lui era ubriaco io allora ero brilla e inconscia di dove questo nostro discorso ci avrebbe portati.

Amore Bugia Gioco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora