Pov's Gaia
Parliamo un po' mentre ci teniamo per mano, si apre un po' di più rispetto a prima, ed io le racconto qualcosa di me. Del mio sogno, che già conosce, ma che ha detto <sentire da te è molto più bello>. Le parlo della mia famiglia, della felicità che ho provato quel 4 aprile che porto sempre con me. Dei complimenti ricevuti, e dei giudizi negativi, di quelli non costruttivi, quelli che non fanno crescere: bloccano e poi destabilizzano. Lei mi parla del genere musicale che preferisce, che è lo stesso che ama cantare, ed è opposto a quello che ascolto e canto io. Le chiedo come mai mi segue, e mi dice che è stata spinta a farlo senza, inizialmente, una motivazione a lei conosciuta.
<Poi mi sono accorta del cuore grande che hai, del fatto che hai sempre trovato per parole giuste per tutti, eppure nessuno sembrava trovarle per te. Ho sentito dentro di me qualcosa che mi diceva che sarei voluta essere lì, per farti vedere cosa mi arriva quando canti, quando ti senti a tuo agio sul palco, ma anche quando parli, quando ti emozioni e ti copri la bocca per non far vedere ti tremi e che in realtà ti viene da piangere ma non vuoi farlo. È questo ciò che mi ha colpito di te Gaia, il fatto che emani il tuo talento anche da ferma, anche se non apri bocca> mi confessa e stavolta mi guarda negli occhi, secondo lei sono io quella a capire le persone da uno sguardo. E non si rende conto che lei mi ha capito da un programma in televisione, senza avermi mai vista, senza conoscere a pieno la mia storia, senza aver incrociato i miei occhi e senza avermi vissuta nemmeno un secondo. Mi ha capita senza che io le chiedessi di farlo, e poi mi ha accolta nel periodo più importante della mia vita. Vorrei farle capire quanto è bello ciò che ha fatto con me, quanto, quegli occhi che ha, ai miei siano più belli di quanto non fossero già, dopo aver saputo da lei stessa come mi ha guardata, sostenuta, abbracciata anche se da lontano.
Quella speciale è lei eppure sembra non capirlo.
Mi scende una lacrima e istintivamente porto una mano sulla bocca per non farglielo notare, e poi alzo un po' gli occhi al cielo, per ricacciare dentro le lacrime che minacciano di uscire. Sento la sua mano sulla mia, sposto lo sguardo e lo porto nel suo, mi sorride per poi spostare la mia mano per non farmi coprire. Le sorrido e le stampo un bacio sulle labbra, <mi hai reso la persona più felice del mondo con le tue parole> le sussurro e lei mi stringe ancora.
Parliamo un po' della sua musica, mi dice che tutto ciò che pensa sente il bisogno di metterlo su carta, ma che poi non riesce a mettere il tutto in musica, ed io prometto a me stessa di aiutarla. Grazie alla sua musica potrei capire veramente tutto di lei ed io non vedo l'ora, non sto nella pelle, vorrei farle aprire ogni suo cassetto, e aprire i miei per donarli a lei. Poi mi parla della musica che ascolta, solo italiana e di grandi autori, zero trap, zero rap e musica internazionale, e mi colpisce la convinzione che le leggo negli occhi, tanto da farmi incuriosire e venir voglia di ascoltare la musica che lei ama, nonostante sia un mondo che non è mai piaciuto più di tanto.
<Bì mesà che dobbiamo avviarci alla macchina, sono le 19> le dico dispiaciuta
<Si andiamo. Tu a che ora riparti? E dove vai?> mi chiede interessata, e spero che anche lei sia un po' dispiaciuta del fatto che non potremo vederci domani.
<Lascio te e poi vado in un hotel vicino alla stazione. Domani mattina parto per Milano> le spiego
<Dopodomani sono a Torino, tu vieni?> aggiungo, un po' insicura, non vorrei che ciò che è successo tra noi sia una cosa passeggera, da accantonare e non riprendere più.
<Certo, che domande fai Gà?> mi risponde stupita mentre si ferma un secondo per guardarmi negli occhi.
Io in risposta le prendo la mano e intreccio le nostre dita. Penso a quanto sono stata bene oggi, ieri, a quanto la vita mi stia donando dopo Amici, a quanto sia felice. Forse il destino ha finito di accanirsi su di me, forse è il momento di far uscire la mia musica e di crescere insieme a lei, magari con Martina in prima fila che mi guarda emozionata. I miei pensieri sono interrotti dalla voce della ragazza affianco a me
<ti va se ti vengo a prendere alla stazione?> mi propone ed io in risposta le stampo un bacio sulle labbra e le faccio un sorriso sincero, non mi aspettavo che volesse passarmi a prendere.
<più tardi cerco il primo treno possibile tratta Milano-Torino e ti dico a che ora arrivo> la avviso, ringraziandola ancora.
Saliamo in macchina e mi chiede se può accendere lo stereo, poi apre il suo zaino, prende il mio cd, e lo mette. Iniziamo a cantare a voce alta, fino a che non arriva "mi ricordo un po' di me". Di solito è una canzone che ascolto e basta, la canto quando sto male o quando devo, le altre volte mi piace ascoltarla ad occhi chiusi mentre ricordo tutto ciò che c'è stato prima della mia rivincita, 'che a dirlo ci vuole niente eppure il riscatto sembrava non arrivare mai.
<È la mia preferita questa> interrompe ancora i miei pensieri Martina
<Anche la mia> ammetto sorridendole e poi porto di nuovo lo sguardo sulla strada. Stiamo in silenzio per il tempo della canzone, poi, ad un semaforo, si avvicina a mi stampa un bacio sulla guancia, ed io le metto una mano sulla gamba, su cui, poi, lei poggia la sua. Il cuore mi batte fortissimo e la tristezza nel sapere che domani non ci vedremo viene superata dalla gioia che provo nell'averla trovata, una persona del genere.
Sei il mio regalo preferito, e negli ultimi tempi ne ho avuti tantissimi.
STAI LEGGENDO
Un giorno, se ti va
FanfictionQuesta è la storia dell'amore tra Gaia e Martina, un amore nato per caso, considerato sbagliato, ma che le farà tornare a respirare.