Capitolo 15

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Pov's Gaia
Sono passati due mesi dal giorno in cui ho discusso col mio manager, e devo dire che le cose stanno andando meglio. Sono a Roma perché oggi partirà il tour, non vedo l'ora di vedere di nuovo i miei fan, di incontrarli e di cantare con loro. Sono quattro anni che aspetto questo momento e voglio godermelo al massimo, non sto nella pelle.
Mi alzo dal letto, mi preparo un caffè e faccio un giro sui social, controllo il profilo di Martina che non è aggiornato da più di un mese ormai. In questo arco di tempo non ha messo nemmeno un'instagram stories, niente di niente. Ho paura che le sia successo qualcosa o che non stia tanto bene, ma ho paura anche di chiederglielo. Forse ho sbagliato a non risponderle quando mi ha scritto, così come ho sbagliato a considerare la musica un errore. C'è stato un momento in cui ero in crisi e davo la colpa a tutti tranne che a chi ce l'aveva davvero: il mio manager, l'Italia che forse non era pronta ad una storia tra due ragazze, i pregiudizi, gli stereotipi. La colpa, di certo, non era di Martina e nemmeno della musica, anzi, se ho trovato una motivazione per andare avanti è stato proprio grazie a loro due: la speranza di rivedere la prima, e la gratitudine verso la seconda, per tutto quello che mi sta dando e che mi darà.
Come stavo dicendo oggi c'è la prima data, Roma, la città in cui è iniziata la mia rinascita, l'inizio di tutto, non avrei potuto partire da nessun'altra città. Tra due ore devo essere all'Atlantico, il luogo dove si terrà il concerto, per il sound check e per gli ultimi controlli, che, in occasione di questo evento, è sold out. Inutile dire che quando l'ho scoperto mi sono emozionata, non mi sembrava vero, e se ci penso non realizzo ancora, non riesco ad immaginarmele tremila persone che cantano a squarciagola, urlano e saltano sui pezzi ritmati, o che sussurrano dolcemente quelli intimi, magari abbracciati tra loro. Non riesco ad immaginarmeli seimila occhi emozionati nel vedermi, nell'ascoltarmi cantare, tanti per la prima volta. Non riesco ad immaginarmele tremila anime simili alla mia, abbracciarsi e dirsi che insieme ce la facciamo, prima o poi, a raggiungere i nostri traguardi, a farci ascoltare, ad essere noi stessi e non sentirci sbagliati. E a dir la verità non mi immagino nemmeno un concerto, in particolare il primo, senza gli occhi di Martina. Me li sono sognati spesso, da quando non ci parliamo più, e quante volte li ho desiderati su di me mentre cantavo una canzone dedicata a lei.
Mi perdo un po' nei miei pensieri, in seguito vado a prepararmi, per poi raggiungere il locale in cui oggi realizzerò uno dei miei sogni più grandi.
Una volta arrivata scendo velocemente dalla macchina e vedo in fila per entrare già centinaia di persone, che saluto con un cenno della mano per poi tirar loro un bacio volante. Il cuore mi trema un po' a pensare a quante volte sono stata dalla loro parte, intendo dire a quante volte l'ho vissuto con i loro occhi, un concerto, da sotto il palco, da dietro le transenne, in pantaloncini, canottiera e coda alta spettinata, perché in qualsiasi periodo si faccia un concerto, si avrà sempre caldo. Mi ricordo quante volte ho visto grandi cantanti calcare palchi importantissimi, e quante altre avrei desiderato essere al loro posto, per poi ripetere a me stessa che 'uno su mille ce la fa' e quell'uno non ero io.
E invece, oggi, quell'uno tra i mille sono proprio io.
Dopo ore di prove e preparativi le luci si spengono, è arrivato il mio momento, un altro riscatto, un'altra rivincita, forse la più grande: tremila persone sono qui solo ed esclusivamente per me. Aveva ragione Martina quando due mesi fa mi disse che avrei avuto bisogno di una persona che mi confortasse prima di cantare, perché le gambe tremano e la voce sembra avermi abbandonata. Sorrido a mia madre, e penso a tutte le volte che mi è stata accanto, nonostante le delusioni, le porte sbattute in faccia, la lontananza, la mia paura di non farcela, di non essere mai abbastanza. Salgo sul palco e saluto tutti, li guardo bene, sono tutti diversi eppure non ho mai visto così tante persone simili stare così vicine ed essere così complici, pur non conoscendosi. Li ringrazio tutti per essere qui, senza di loro non sarebbe lo stesso, e alle mie parole vedo occhi lucidi, lacrime scendere e braccia stringersi. Ma tra quegli occhi emozionati e pieni d'amore, ne noto due, solo due, come due mesi fa, come la prima volta, come l'inizio di tutto. Sono gli occhi di Marti, quegli occhi che mai avrei pensato di poter rincontrare, non dopo tutto il male che le avevo causato, e non qui, a supportare la mia musica, la stessa che ci ha fatte conoscere e, poi, allontanare. Le sorrido, spero mi veda, spero mi senta accanto a lei in questo luogo pieno di persone, in cui sono sicura che si sente a disagio. Spero capisca che questo sorriso, il sorriso che ho ora, ce l'ho anche grazie a lei, perché mai avrei immaginato di vederla qui, a sostenermi, a dirmi indirettamente, ancora una volta 'io ci sono, io credo in te'. Con la speranza di riuscire a parlarci dopo, inizio a cantare la prima canzone, "Chega", con la quale mi sono presentata ai casting di Amici, forse quella più amata tra le mie. La serata prosegue ed io mi sento sempre di più a mio agio, ogni tanto incrocio lo sguardo di Martina che non mi lascia nemmeno un secondo, e mi tranquillizzo ancora di più. È il momento di "mi ricordo un po' di me", forse la canzone a cui tengo di più, sento il nodo in gola diventare sempre più grande e credo di non farcela. <Adesso è il momento della canzone più importante per me, è la mia storia, sono tutti gli alti e i bassi della mia gita raccolti in tre minuti. La dedico alla me che ero, e a voi, che ci siete stati sempre, vi sento continuamente con me. Inoltre è anche la canzone preferita di una persona davvero molto importante per me, che non sento da veramente un sacco di tempo ma che oggi, a mia insaputa, è qui, tra voi. È anche per te Bì> dico e inizio a cantare senza mai smettere di guardare gli occhi di ogni persona presente oggi. Giuro di aver visto scendere più di qualche lacrima, hanno delle anime bellissime e il fatto che si emozionino per una canzone del genere lo dimostra. Sono fiera di avere al mio fianco persone come loro, così disponibili, vere, spero che tu sia fiera di sostenere una come me, Bì, nonostante tutto.

Ed eccole che si sono rincontrate! Volevo dirvi che capisco che vogliate più gioie che momenti "no" ma credo che in una storia servano entrambi. Specialmente oggi sarebbe stato impossibile mettere troppe gioie, capitemi!
Spero vi piaccia, fatemi sapere❤️

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