Capitolo 13

1.4K 45 3
                                    

Pov's Martina
Piango ancora e ancora, eppure non riesco ad odiarla. Quello è il suo sogno ed io non sono nessuno per ostacolarlo, avrei solo voluto che mi avesse avvisata prima, l'avrei salutata consapevole che sarebbe stato il nostro ultimo bacio. Avrei sofferto, e lei forse non ce l'avrebbe fatta ad andarsene via immediatamente, su questo ha perfettamente ragione, però credo sarebbe stato più giusto. Vorrei mandarle un messaggio per dirle che non la odio, che non ci riuscirei mai, e che mai nella vita potrei dimenticarla, o guardarla diversamente da come faccio ora, ma non le scrivo nulla, magari più tardi, quando avrò compreso a pieno questo cambiamento.
Vado in bagno a cambiarmi e mi fermo un po' davanti allo specchio, ho ancora addosso la sua maglietta e, per quanto faccia male sapere che è l'unica cosa che mi è rimasta di lei, sorrido, sorrido ricordando la sera precedente.
Ma cosa mi hai fatto Gì.
Mi cambio velocemente, prendo la maglietta di Gaia, le chiavi ed esco. Prima di andare via mi giro a guardare la porta, non mi spiego come le cose  possano cambiare così tanto e in così poco tempo.
410, avrai sempre un pezzo del mio cuore.
Scendo le scale, consegno le chiavi alla receptionist ed esco dall'hotel. Metto in moto la macchina e lo stereo si accende da solo, a partire è proprio il cd di Gaia. Spengo lo stereo, adesso non credo che potrei farcela.
Arrivo a casa e i miei genitori mi riempiono di domande, ma cosa potrei mai dire a loro? In tre giorni mi sono frequentata e lasciata con la cantante che seguo? E che ho passato la notte con lei, ma la mattina non l'ho vista? Non potrei, chi ci crederebbe mai? E a me non interessa spiegare, mi farebbe ancora più male è non mi sembra il caso.
Vado in camera mia, prendo il mio quaderno e butto giù ciò che penso, stranamente ho in mente anche qualche accordo. Allora mi alzo velocemente per prendere la chitarra e scrivo tutte le opzioni che mi vengono in mente, non ho intenzione di perdere nemmeno un solo passaggio. Non mi è mai successo che mi venisse tutto così spontaneo, e che mi piacesse così tanto ciò che scrivo, ciò che penso. Una volta finito rileggo tutto e, anche se non c'è scritto il suo nome, c'è tra le righe, negli spazi tra le parole, in ogni cambio di accordo, in ogni nota, in ogni sospiro che faccio mentre canto.
Ci sei anche se non sei qua, Gì, è questa la tua forza.
La rileggo ancora e cambio qualcosa, perfeziono, cancello e riscrivo, ma tutto in modo così spontaneo che mi stupisco di me stessa. Forse è questo ciò che provano i cantautori, l'essere appagati, fieri di ciò che si è scritto, addirittura di ciò che si è provato, pensato, e questo è merito solo ed esclusivamente della ragazza dagli occhi blu. Voglio farglielo capire, che la penso, che non la odio, e che, anche se lontana, mi sta dando delle sensazioni bellissime che non avevo mai provato e che, se non ci fosse stata lei, non avrei mai avuto l'onore di conoscere.
Faccio una foto alla chitarra e riprendo anche una parte della maglietta che mi ha dato ieri, e scrivo
"Ti conosco e so che mi hai lasciato il cuore nelle frasi e nei tuoi gesti" per poi postarla sulle mie instagram stories. Nessuno sa chi sono, Gaia non ha mai detto il mio nome e sono sicura che neanche il suo manager sa chi sia, quindi mi sento liberissima di cercare di farle capire che è con me anche se non c'è, anche se ha scelto una strada che non ci avrebbe mai permesso di stare insieme. La capisco, il suo sogno è anche il mio e sarei pronta a fare di tutto pur di realizzarlo, pur di tirarlo fuori da quel cassetto che ho chiuso a chiave per la paura.
Te lo meriti Gì, meriti il mondo e se questo implica averti lontana, farò cento passi indietro.
Poso il telefono e continuo a suonare e a cantare, è l'unica cosa che mi fa dimenticare che Gaia non è qui e che non sarà al mio fianco nemmeno domani, dopodomani, né i giorni a seguire. Quando canto torno la Martina vivace e dolce che ha conosciuto lei, perché quando lo faccio non penso a niente, i pregiudizi e i commenti negativi sul mio aspetto non mi toccano più, perché quando canto e suono c'è la mia anima, non il corpo. Spero di farle ascoltare questa canzone, un giorno, per farle capire cosa mi ha fatto, cosa sento, cosa provo.
Che mi ha migliorato la vita e non se ne accorge.
Dopo qualche ora mi alzo per andarmi a fare la doccia e, quando accendo il telefono per avviare la mia playlist, noto che ho un direct da parte sua.
Gaia: <è così Bì, non dimenticarlo> mi scende una lacrima ma sorrido allo stesso tempo,
Martina: <mai Gì> le scrivo io.
Finisce qui la nostra conversazione, mi è bastata per capire che, comunque andrà, anche lei ha un ricordo positivo di quello che siamo state, di questo rapporto tanto veloce quanto profondo, puro, vero.
Mi faccio la doccia e mi accorgo di essere molto più rilassata rispetto a prima, sentirla anche se solo per un messaggio mi ha fatto stare bene, e non è un allontanamento voluto da una terza persona a bloccare questa mia felicità.
Il resto della giornata passa tranquillamente, è ora di cena e la mia famiglia, ancora incazzata con me, esce a cena fuori senza dirmi niente, hanno lasciato solo un foglietto in frigo. Mi preparo un piatto di pasta che mangio davanti alla televisione leggo la mia lista delle serie tv da vedere su netflix e mi soffermo su una. Atypical. Sono curiosa di sapere come continua, ma anche speranzosa del fatto che un giorno potrò scoprirlo accanto alla ragazza con la quale l'ho iniziata.
Ci spero davvero Gì, ti aspetto.

Un giorno, se ti vaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora