Pov's Martina
<Andiamo via Gì> le sussurro facendole un segno con la testa per farle capire che ho intenzione di andare su, in modo da prepararmi, dato che sono ancora in pigiama, per poi uscire.
Saliamo le scale mano nella mano, volevo ringraziare Nico ma sta ancora parlando con i nostri genitori, lo farò più tardi. Una volta arrivate in camera chiudo la porta e, nonostante tutta questa situazione, un sorriso timido ma sincero si forma sul mio volto ripensando a ciò che è successo poco fa. Alzo lo sguardo e guardo Gaia, ha ancora gli occhi lucidi per prima, si sarà sentita in colpa sicuramente, ma la vedo arrossire e so per certo che è perché anche lei sta ripensando a ciò che sto pensando io.
Mi avvicino a lei, facendo toccare le nostre fronti e mettendo le mani sulle sue guance. Ci guardiamo negli occhi per un po', e sorrido, solo lei è in grado di farmi sentire una vincente, anche se ho appena perso una delle gare più importanti della mia vita.
<Mi dispiace, non volevo che vivessi una cosa del genere> le sussurro, sincera, cercando di togliermi il peso sul petto che non mi lascia respirare.
<È colpa mia, non avrei dovuto piombare qui così, senza avvisare nessuno> mi risponde lei, con voce spezzata.
Mi stacco, quasi come se avessi ricevuto una scossa, non voglio che lei si penta di ciò che fa, di ciò che pensa, di ciò che prova, dei motivi grazie ai quali sorride, e nemmeno delle cose spontanee e sincere che fa, soprattutto di quelle.
<Gaia ma che dici, l'hai fatto perché volevi, ed io non avrei potuto chiedere di meglio> le dico, guardandola negli occhi, è combattuta, si vede. <Ti prego, non pentirtene> le dico, quasi pregandola, mentre cerco la sua mano con la mia, per poi accarezzarla e fare dei cerchi immaginari.
In risposta si avvicina, e mi bacia. È un bacio a stampo che dura un po' più del previsto, è pieno di voglia di viverci senza problemi, di urlare al mondo che ciò che siamo è qualcosa di unico grazie a ciò che proviamo e non perché siamo due ragazze.
È un bacio pieno d'amore, che aggiusta il mio cuore e gli dà la vita che gli avevano tolto: l'amore è questo.
L'amore è la luce quando è tutto buio, l'amore è quel sentimento che sa bastarsi, che un po' se ne frega del resto, un sentimento incomprensibile se non lo si prova. Gaia per me è l'amore, lei con i suoi occhi blu così profondi che non reggo il suo sguardo, mai, perché lei mentre ti guarda ti legge dentro se non vuoi parlare, e ti ascolta se vuoi farlo. In silenzio, perché il silenzio sa bastare, a chi ci mette l'amore.
Ci stacchiamo e le sorrido, lei ricambia e poi mi dirigo in bagno per cambiarmi.
<Aspettami qui, ci metto pochissimo> le dico,
<Vabbè posso pure venire con te> mi dice ed io sbarro gli occhi,
<Ma sei pazza?> le chiedo retoricamente per poi scoppiare a ridere,
<Ti ho già vista nuda Marti, non riesci a scandalizzarmi con così poco> mi risponde ed io rimango di stucco.
<Gaia ti sei impazzita, io vado a lavarmi e nel dubbio mi chiudo pure a chiave> le dico io, ridendo come una pazza, e lei mi segue.
Non avrebbe mai la faccia tosta di entrare, né con né senza il mio permesso, si sentirebbe a disagio così come mi ci sentirei io. Questo è il suo modo di scherzare, mi fa impazzire quando lo fa, e lei lo sa, mi piace pensare che lo faccia anche per questo.
Dopo massimo una decina di minuti torno in stanza e vedo Gaia intenta a mettere alcune magliette nel borsone che avevo accanto al letto, me l'ha regalato Nico qualche anno fa.
<Che fai Bì?> le chiedo, non capendo,
<Andiamo a Milano> mi risponde con un sorriso entusiasta sul volto.
<Non ci credo, come hai fatto a convincerlo?> le chiedo su di giri, riferendomi al suo manager.
<So essere convincente, con chi ti pensi di parlare? Non mi sottovalutare> mi risponde con finta saccenza, sorrido nel vederla così felice.
La sua felicità fa ancora più rumore della mia, arriva dritta al cuore prima della mia.
<Mai> le rispondo, senza togliere il sorriso sincero che credo avrò ancora per un bel po'.
<Dai aiutami, ho messo roba a caso dentro, controlla un attimo e vedi se c'è da aggiungere qualcosa> mi dice, ed io annuisco.
<Quanto dobbiamo stare?> le chiedo, per regolarmi sui cambi da portare,
<Dopo Milano ho altri due giorni attaccati di concerti, se vuoi venire anche a quelli...> mi dice con insicurezza, lasciando un po' in sospeso la frase.
<Certo che voglio venire, cos'è questo tono?> cerco di rassicurarla io, mi rende così felice sapere che mi vuole al suo fianco in giorni così importanti, che mi chiedo se la felicità esista in altre forme, in altre persone, così come esiste in lei e in ogni suo gesto.
<Sono sempre le stesse canzoni, per tre giorni di fila, potrebbero annoiare> afferma, io piego la testa da un lato con l'espressione di chi ha appena sentito una grandissima cazzata.
<Gì ma che dici? Sei pazzesca, io fossi in te canterei ventiquattro ore su ventiquattro solo per ascoltarmi e ripetere a me stessa che sono troppo brava per questo mondo> le dico sinceramente anche se cerco di sdrammatizzare, non mi piace vederla così insicura, non mi piace perché so da cosa deriva, me la ricordo la Gaia di tre anni fa che sperava di aver realizzato una volta per tutte il suo sogno. Me li ricordo gli occhi lucidi e i sorrisi emozionati nei videodiari di xfactor, mi ricordo il suo sguardo un po' perso ma soddisfatto il giorno della finale, e mi ricordo pure quando, di lei, si è cominciato a non parlare più.
Me lo ricordo e mi fa male, perché una persona del genere deve essere ascoltata.
Me lo ricordo e mi fa male, e se fa male a me, a lei quanto ne fa?Scusatemi per l'attesa, davvero🥺
Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate!
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Un giorno, se ti va
FanficQuesta è la storia dell'amore tra Gaia e Martina, un amore nato per caso, considerato sbagliato, ma che le farà tornare a respirare.