Capitolo 63

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Pov's Martina
Esco di casa con le cuffie nelle orecchie, mi guardo intorno realizzando, ancora una volta, che il tempo continua a scorrere anche se io non ci sono per davvero, anche se qui, affianco a me, lei non c'è.
Che strano, a me il tempo sembrava essersi fermato ed essersi autoimposto di non continuare a correre veloce, perché farlo con in sottofondo le canzoni che ascoltavamo insieme, e che ora ascolto da sola, non avrebbe avuto senso.
Mi aveva promesso di aspettarla, di aspettare i suoi occhi blu, per non farmi vivere quest'agonia dei giorni che passano e in cui lei non è qui.
E invece a volte mi sembra correre troppo veloce, tanto che, quando mi guardo indietro, io, gli occhi di Gaia, non me li ricordo quasi più.
Sono occhi strani, i suoi, occhi che cambiano colore in base a mille cose che forse nemmeno lei sa completamente, occhi che non conosci mai del tutto, occhi che non so spiegare, e che non vedo da un anno, se non attraverso le nostre vecchie foto poggiate su una mensola in salone, o nei video dei suoi concerti tanto attesi quanto stracolmi di gente.
Mi chiedo se ogni volta ti tremano le gambe come la prima, e mi si stringe lo stomaco se penso che qualcuno che non sono io, te le accarezzerà.

Arrivo sul luogo dell'intervista, mi danno un microfono e cominciano a farmi qualche domanda, su di me, sul mio brano, su come sia riuscita, solo con le mie forze, ad uscire da quella stanza andata in black out quando ci siamo perse.
<Ho iniziato a scriverla tre anni fa, una persona per me molto importante mi ha aiutato a chiuderla, ma in realtà nell'ultimo anno ho compreso che mancava ancora una parte. Parla della fine di una grande storia d'amore, che per quanto sia stata grande e bella, lascia l'amaro in bocca> dico, mentre gesticolo e sposto lo sguardo in aria, come è mio solito fare quando voglio esprimere al meglio un concetto importante.
<L'amaro in bocca perché avresti voluto che non finisse? O c'è qualche altra motivazione?> mi chiede la giornalista, ed inizialmente non faccio caso al fatto che piano piano si stia avvicinando a te.
Vogliono sentirmi parlare di te, ascoltarmi mentre mi chiedo perché lui sì ed io no.
Non avranno mai niente di tutto questo, lo sai, ce l'eravamo promesso.
<No, ciò che è stato è stato e forse non sarebbe stato così bello se fosse durato ancora. Dicono che le cose migliori sono quelle che sanno finire, ci credo fermamente. Per "amaro in bocca" intendo quel retrogusto di bellezza e nostalgia che si ha durante il viaggio di ritorno, mentre ti allontani da un luogo fantastico in cui hai vissuto giorni indimenticabili. Giorni che ti rimarranno nel cuore per sempre, giorni che non dimenticherai e che mai avresti immaginato potessero essere così belli. Giorni che non potrai rivivere, e che potrai solo ricordare quando un piccolo dettaglio te li riporterà a mente, una foto, un video, un odore, un respiro. È tutto così bello e lì per lì ti sembra ingiusto che finisca, e invece poi ti accorgi che anche solo un giorno in più, avrebbe mutato la bellezza delle cose che se ne vanno senza tornare> cerco di spiegare, senza fare nomi, nonostante sappiano tutti quanti che la persona di cui parlo è Gaia.
Abbiamo ufficializzato la nostra relazione dopo il primo anno insieme, l'ha fatto lei in un'intervista e poi ha fatto una diretta per confermare.
È stata una cosa forte, un bel momento liberatorio, ma abbiamo anche ricevuto un sacco di critiche e commenti negativi.
L'ho sempre detto, l'Italia sembra essere sciocca e non pronta per certe cose.
<È dedicata a Gaia Gozzi, giusto?> una domanda, sei parole, una sola frase sembra togliermi il respiro. Perché in quella frase c'è il tuo nome, Gì.
Da quanto non ti chiamo così? Sembra un'eternità.
<Sì esatto> confesso io, dopo un lungo sospiro.
<Non crede sia irrispettoso nei confronti del nuovo compagno?> mi domanda ancora, fingendo educazione e mascherando la cafonaggine dandomi del "lei".
<Non credo sia irrispettoso dedicare una canzone ad una storia che mi ha cambiato la vita. Per me sarà sempre il mio primo amore, a prescindere da tutto ciò che verrà. E comunque non è una dichiarazione d'amore, come ben sa sono stata io ad allontanarmi. È solo una rassicurazione, la figura materiale di una promessa che ci eravamo fatte a parole. Verba volant> cerco di spiegare ancora, sperando che questa intervista non prenda la piega del "parliamo di Gaia e del vostro amore finito male", non potrei sopportarlo.
<Cosa ne pensa della sua nuova fiamma?> mi chiede, mancando di rispetto, per l'ennesima volta, a me, a Gaia, a Marco, al mio lavoro, al sudore, alle volte in cui ho sputato sangue, alle notti insonni per cercare di chiudere un pezzo, alle volte in cui ho pianto per paura di non essere ciò che avrei voluto.
Gira tutto intorno al gossip, tutto, sempre, anche quando una ragazza insicura ha deciso di uscire dalla sua stanza buia, facendo ciò che più le piace.
Anche se ho trovato il coraggio, anche se ho fatto il salto, anche se ho lasciato perdere le cose in cui non credo più.
Sono sicura che se fossi qui, sapresti scegliere le parole per confortarmi.
Mi chiedo se tornerò a stare bene, un giorno, anche senza di te. Ora sembra così impossibile.
<L'importante è che Gaia sia felice, il mio parere conta meno di zero, non crede? Domani esce il mio singolo, e l'ansia che ho non mi lascia distrarmi per pensare a certe cose> le rispondo, tentando di ricordarle che sono qui per parlare del mio primo progetto, del mio primo sogno realizzato. Della cosa più bella della mia vita, che lei non si sta minimamente preoccupando di star mettendo in secondo piano, solo per dare spago ad un discorso che lega me con una delle cantautrici italiane più ascoltate negli ultimi anni.
Gà, se solo sapessero che sei molto di più di tutto questo.

Siamo quasi arrivati alla fine... mi piange il cuore🥺
vi aspetto nei commenti❤️

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