Capitolo 32

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Pov's Martina
Le notre lingue giocano insieme, si sfiorano, si toccano, ed io sposto le mie mani, che fino ad ora sono state sul suo viso, sui suoi fianchi. Le alzo un po' i lembi della maglietta bianca che ha, e le accarezzo i fianchi. La sento rabbrividire e sorrido sulle sue labbra, amo farle questo effetto.
Dopo qualche minuto ci stacchiamo, mi sorride ed io le prendo la giacca di pelle per farla stare più comoda, e la poggio sull'appendiabiti.
<Ho portato la colazione> mi dice alludendo al sacchetto che ha in mano, e porgendomelo.
<Io da bere mi faccio un caffè, tu cosa preferisci?> le chiedo mentre sono di spalle per preparare la macchinetta.
<Anche per me il caffè va bene, grazie> mi risponde con quella sua solita dolcezza ed educazione, non di quelle finte, ostentate, obbligate da chissà chi, lei è così sempre, anche con chi non lo merita.
Mi giro a sorriderle, e poi poggio la macchinetta sul gas che accendo lentamente.
<Come sei stata questi giorni?> le chiedo io, invitandola a sedersi attorno al tavolo, e sedendomi davanti a lei.
<Bene, a parte che non potevo sentirti> mi risponde ridendo, ma leggo sincerità nei suoi occhi.
<I concerti sono andati bene?> le chiedo ancora, interessata a quel mondo che sta scoprendo e vivendo.
<Si, benissimo, un sacco di persone mi hanno anche aspettata fuori all'uscita per vedermi> mi spiega entusiasta, non è la prima volta che le capita, anzi, in realtà è successo dopo ogni concerto che ha fatto finora, eppure io lo so che lei è felice come lo era la prima volta. Glielo si legge negli occhi sempre lucidi quando ne parla, nel sorriso che non perde mai mentre ricorda quei minuti passati con persone che le stanno donando tempo e cuore per far sì che il suo grande sogno si realizzi, e che stavolta duri per sempre.
<Te lo meriti> le rispondo io, con un sorriso sincero sul volto, che lei si sporge per baciare. Ricambio il bacio, un bacio a stampo, casto, semplice e di pochi secondi. Eppure dentro di me sento quella sensazione di tranquillità mista al rumore che fa il mio cuore che batte un po' più forte del normale,
che batte per lei.
Ci stacchiamo e le sorrido ancora, per poi alzarmi e prendere la macchinetta. Verso il caffè in due tazzine e gliene porgo una, per poi tenerne una per me e sedermi di nuovo davanti a lei.
<Grazie Bì> mi dice ancora dopo aver afferrato la tazzina, in risposta le sorriso e le faccio l'occhiolino, per poi scoppiare a ridere. Lei mi segue e poi apre la bustina che aveva portato, ci sono tre cornetti che sembrano veramente buonissimi, ma mi chiedo per chi sia il terzo.
<Come mai ne hai presi tre?> le chiedo non capendo
<Perché sono buoni e mangiare è bello> mi risponde con non-chalance alzando le spalle.
<Sarà pure bello, ma io ingrasso amore mio, non sono tutti come te> le dico io ridendo, ma sotto questa mia frase c'è ciò che penso davvero: non mi vedo bene con il mio fisico e vorrei davvero dimagrire per sperare di accettarmi un po' di più.
<Ma sei bellissima, mangia> mi incita, guardandomi negli occhi, ma io scuoto la testa in segno di negazione.
<Che succede Bì?> mi chiede, capendo che il problema non è solo il cornetto in più, anzi.
<Niente> le rispondo non guardandola negli occhi, non voglio farla preoccupare per nulla: nella mia insicurezza non c'è niente di nuovo né tantomeno di preoccupante.
È sempre stata parte di me, me la sento addosso continuamente.
Anzi, quando non c'è mi sento anche a disagio, ormai fare qualcosa e sentire di star sbagliando è routine, così come guardarmi allo specchio e non piacermi nemmeno un po'.
<Ei guarda che lo vedo che c'è qualcosa che non va> mi sussurra, allungando una mano sopra il tavolo per poi metterla sopra la mia e accarezzarla.
<Niente Gà, non mi vedo bene, è normale> le dico con un mezzo sorriso, non mi piace parlarne, mi sento stupida a raccontare certe cose.
<Sei la ragazza più bella che conosca Martina, e non hai niente che non va, te lo giuro> mi dice, sussurrando ancora con dolcezza questi complimenti.
<Vorrei che ti vedessi con i miei occhi, passerei tutto il giorno a guardarti, a baciarti, a sfiorarti> continua, e termina la frase con un sospiro, credo non sia facile esternare queste cose. Apprezzo tanto il fatto che lo stia facendo per dimostrarmi ciò che pensa.
<Martina non immagini nemmeno lontanamente cosa provo quando ti sto accanto, o semplicemente se so che ci sei, anche se lontana. Provo un senso di pace, tranquillità, però al tempo stesso la consapevolezza che per quanto potrò guardarti e toccarti non mi basterà mai. Non mi basti mai Bì, perché delle cose belle non ci si stufa, e sembrano sempre correre troppo veloci e sfuggire via> mi confessa, guardandomi ancora negli occhi. I suoi occhi sono più belli del solito, di un blu più chiaro, limpido come la sua anima e la sua voce, e sono lucidi, forse perché sta esternando tutto, forse perché a dirle ad alta voce, le cose, le si comprende un po' di più.
Tremo al pensiero che tutto ciò che provo io, lo prova anche lei, e al fatto che una persona così bella dentro e fuori possa pensare così tante cose belle di me.
Forse è l'unica, ma il suo giudizio è quello che vale di più.
<Grazie Gì> le dico, per poi sorriderle di cuore.
<Adesso mangiamo cretina> dice ridendo per sdrammatizzare un po' e smorzare la tensione che si era creata nell'aria a causa del mio disagio.
Mi porge un cornetto, lei ne prende uno e iniziamo a mangiare.
<Comunque quando mangi sei più figa> le dico io osservandola attentamente, mi fa impazzire come si passa la lingua sulle labbra dopo ogni morso, o dopo aver bevuto il caffè.
Sento che a breve potrei perdere il controllo.

Ecco a voi un capitolo! Fatemi sapere se vi piace❤️

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