Capitolo 47

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Pov's Martina
<Gaia, ferma, se tornano e ci vedono così...> le dico riferendomi, ovviamente, a Luciana e Giorgia, mentre lei continua a baciarmi il collo senza intenzione di fermarsi.
<Andiamo di là> si stacca e mi prende la mano, portandomi in bagno.
<Tu sei pazza> le dico sconcertata, farlo al bagno non era tra i miei piani, ma pensandoci bene potrei cambiarli.
Ride leggermente per poi avvicinarsi e baciarmi con una lentezza che mi distrugge ma al tempo stesso mette in equilibro tutto ciò che c'è intorno, niente sembra lasciato al caso, tutto sembra prendere senso e tutto sembra essere per noi, come se niente, in questo momento, mi toccasse, se non lei.
Se non le sue mani, grandi e delicate, che mi accarezzano con una dolcezza disarmante che mi toglie il respiro per un po'. Una dolcezza sicura di ciò che vuole, decisa, consapevole che tutto ciò in cui si manifesta ha un senso e un'importanza più grande del resto; una dolcezza tutta sua, tutta nostra.
Se non i suoi occhi, che mi entrano dentro più di quanto qualsiasi persona abbia fatto nella mia vita, che mi toccano anche più delle sue mani, che mi ascoltano più delle sue orecchie, che mi parlano più della sua voce delicata.
Credo sia questo l'amore, saper parlare senza farlo.
Presto mi sfila la maglietta e si ferma un po' a guardarmi estasiata: non so cosa ci trovi di bello in me, eppure credo fermamente che, se mi guardassi ora allo specchio, mi vedrei stupenda, perché è così che mi vede lei, è così che mi vedono gli unici occhi il cui parere conta per davvero.
Si abbassa leggermente per baciarmi il seno ancora coperto dal reggiseno, che adesso è un ostacolo e che sono io stessa a togliere dopo qualche secondo, sentendo il bisogno di venire a contatto con il suo corpo al massimo.
Lei mi sorride un po' beffarda, capendo che sto perdendo il controllo o che, forse, l'ho già perso da un po'.
<Io dovrei fare una doccia, tu no?> mi chiede retorica, ed io sbarro gli occhi.
<Gaia ma cosa hai oggi?> le domando io ridendo, non capendo a pieno tutta questa impazienza.
<Sei più bella del solito> mi risponde sincera, alzando leggermente le spalle, come se ciò che ha appena detto sia normale. Io arrossisco un po', mi fa spesso i complimenti, ma non credo che mi abituerò mai a tutto questo.
E forse è meglio così, è meglio mantenere quella gioia iniziale di chi si è appena conosciuto, con la voglia di scoprirsi in tutto e per tutto, con la voglia di stupire e far sorridere l'altra. Quella magia iniziale che si spezza col tempo, credo sia la cosa più bella al mondo.
E, guardando gli occhi di Gaia, spero vivamente che non smetteranno mai di guardarmi così.
Senza aspettare ancora, comincia a spogliarsi ed io faccio lo stesso, lei poi apre l'acqua e la regola cercando di trovare la giusta temperatura. Dopo qualche secondo entra e mi fa cenno di seguirla, non faccio nemmeno in tempo ad abituarmi a quella situazione, che inizia a baciarmi.
Stavolta però sono io a tenere in mano la situazione, infatti la faccio indietreggiare po' fino a farle poggiare la schiena sulle tapparelle fredde e umide, per poi spostare le mie labbra sul suo collo. Le lascio dei baci, e ogni tanto mordo qualche lembo di pelle, mentre le mie mani fanno su e giù sul suo corpo perfetto, aiutate anche dall'acqua che non fa che aumentare l'eccitazione.
<Sei stupenda> le sussurro, mentre scendo per baciarle il seno e leccare un capezzolo. La sento ansimare e sorrido, per poi portare una mano davanti alla sua apertura.
Senza avvisarla entro dentro di lei con un dito, sussulta e ansima dal piacere e dallo stupore.
<Bì, più veloce> quasi mi prega, ma non ho intenzione di interrompere già tutto quanto.
Lentamente scendo con le labbra su tutto il suo corpo, ogni tanto tiro fuori la lingua e la sento tremare quando quest'ultima viene a contatto col suo corpo caldo.
Mi inginocchio un po' per arrivare con le labbra davanti al suo piacere, e il suo respiro si fa sempre più affannato a causa del mio respiro davanti al suo punto debole.
Porto le mie mani sulle sue gambe per allargarle quanto basta per iniziare a baciarle l'inguine. Mentre lo faccio la guardo, e non posso fare altro che rimanere incantata dalla visione che ho davanti: ha gli occhi chiusi, la testa leggermente piegata all'indietro e la bocca socchiusa che rilascia qualche gemito di piacere.
In pochi secondi arriva al culmine con un urlo soffocato, per paura di farsi sentire, suppongo.
Appena si riprende risalgo per lasciarle un bacio a stampo, ma lei approfondisce e porta la sua mano destra sul mio seno. Presto raggiungo anche io l'orgasmo, così come lo ha fatto lei.
Ci laviamo a vicenda mentre ci sorridiamo: quando facciamo l'amore non ci sono mai solo i nostri corpi. Ci sono le nostre anime, così diverse ma al tempo stesso così simili e complementari, quasi destinate ad incontrarsi, per poi scegliersi e tenersi strette.
La prima ad uscire dalla doccia è Gaia, che si copre con un asciugamano che le arriva sopra al ginocchio, lasciando scoperte le sue gambe bellissime, e poi ne passa uno anche a me.
<Gì> la richiamo mentre asciuga le gocce d'acqua cadute a terra quando siamo uscite dalla doccia, cercando di attirare la sua attenzione.
Lei in risposta alza lo sguardo, aspettando che parli.
<È stato bellissimo> le confesso, e lei mi sorride, per poi azzerare, ancora una volta, le distanze tra noi.
<Tu lo sei> mi risponde ancora sulle mie labbra.
Lei esce velocemente dal bagno per recuperare i nostri vestiti, e poi me li porta.
Ci vestiamo, io con un pantalone stretto e una maglietta larga aperta ai lati, che lascia intravedere il top; lei con un pantalone della tuta ed una canotta: si cambierà direttamente al palazzetto.
<Non so quante volte te l'ho già detto, ma oggi sei particolarmente bella> mi ripete ancora, scrutandomi come solo lei sa fare.
Sono bella perché sono felice, Gì, e sono felice perché sto con te.

Porcelline ecco a voi il capitolo! Amatemi e fatemi sapere cosa ne pensate❤️

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