Pov's Martina
Lei annuisce per poi far scontrare le nostre labbra, le sue tremano un po', forse a causa dell'ansia per il concerto, o per l'agitazione dovuta al fatto che più tardi si aprirà completamente con i suoi amici. Oppure questo tremore è causato dalla nostra vicinanza, una vicinanza non solo fisica, quando sto con lei sento i nostri cuori toccarsi prima dei corpi. Mi piace pensare che sia per questo, così come succede a me
quando è vicina a me, smetto di respirare per un po'.
È una cosa strana, quasi paradossale eppure non saprei descrivere in un altro modo quello che provo quando la distanza a dividerci non è nemmeno degna di essere chiamata in questo modo. In questi casi l'aria sembra quasi non sentirsi all'altezza di Gaia, sembra scappare via e nascondersi da occhi belli come i suoi. Sembra vergognarsi e lasciare il posto a qualcosa di più grande, di più bello, quasi di più indispensabile per me.
E se ne va, lasciandomi con il cuore che batte all'impazzata e in debito di ossigeno, mentre i brividi mi accarezzano la pelle e lo stomaco è in subbuglio.
Forse l'aria, in questi casi, è un po' come l'amore:
pura da allontanarsi per farti stare meglio, non accorgendosi che, comunque, rimane essenziale.
<Io ora vado a fare il sound check, ci vediamo tra poco> mi dice dopo essere stata chiamata da un fonico, per poi allontanarsi, ma non prima di avermi stampato un bacio sulle labbra e avermi guardato con un sorriso emozionato.
Il sorriso di chi si sta riprendendo la propria vita in mano, di chi non l'ha data vinta a quelli che dicevano di lasciar stare, che non era il suo destino, che se la prima volta è andata male, significa che la seconda chance non te la meriti.
E invece te la meriti eccome, più di chiunque altro.
Ne ho l'ennesima conferma quando mi sposto davanti al palco, e la vedo cantare senza mai smettere di sorridere alle ragazze che hanno comprato il biglietto per vedere le prove, e che quindi sono già dentro.
La sento ringraziarle con una voce emozionata e stupita dall'amore che legge negli occhi, nei gesti, nelle mani alzate e nelle canzoni urlate a squarciagola. Gaia sa comprendere chiunque, sempre, e anche se sembra una che sta sulle sue in realtà ti entra nelle ossa, e poi ci rimane.QUALCHE ORA DOPO
Il concerto è appena terminato, sto piangendo come una bambina eppure non me ne vergogno nemmeno un po', la musica è un qualcosa di troppo bello, e ciò che provoca è troppo puro e profondo per essere nascosto. Soprattutto se davanti a me ho la persona che l'ha creata, che non ha dormito la notte pur di vedersi catapultata in un sogno ad occhi aperti, pur di restare nel cuore delle persone, per farle sognare e volare senza che si muovano di un passo.
<Sei stata bravissima... sono così fiera di te> le sussurro all'orecchio mentre mi stringe forte, ancora emozionata e scossa dall'amore che c'era nell'aria.
Un amore che è rimasto sospeso in questo locale così grande, che fino a qualche minuto fa era pieno zeppo di anime diverse accomunate da qualcosa di così immenso ed inspiegabile che le ha fatte sentire uguali, comprese accettate. Un qualcosa che ha un nome ed un cognome, degli occhi blu che adesso non sanno spegnersi nemmeno un po', un sorriso che non sa morire. Non ora. Non dopo aver vissuto tutto quello che ha sognato per tanto tempo, e che ha visto vicino e poi lontanissimo, quasi da non scorgerne più la luce, quasi da non sperarci più.
Eppure la luce c'è, la luce sei tu Bì.
<Ei Gà, come è andata?> sono i suoi amici a distrarci e a farci staccare dall'abbraccio, anche se sento comunque Gaia irrigidirsi un po'.
La guardo mentre le braccia dei suoi amici la stringono un po' per dimostrarle che sono fieri di lei, e la vedo chiudere gli occhi. Vorrei accarezzarle il viso e dirle che andrà tutto bene, che lei rimane la bellissima persona che è, a prescindere dalla persona che vuole al suo fianco. Ma non posso, non ora, e allora mi limito ad osservarla con tutto l'amore che posso, mentre spero con tutto il cuore che i suoi amici non le rovinino questa serata bellissima.
<Prima di andare al rinfresco volevo parlarvi di una cosa> sento degli occhi bruciarmi addosso, sono quelli di Alessandro, credo abbia capito qual è la cosa di cui Gaia deve parlare agli altri.
Lo guardo anche io e mi regala un leggero sorriso, forse ha visto il mio sguardo preoccupato, forse a respirarsi, ora, nell'aria, è la nostra agitazione. Apprezzo davvero il gesto, mi sembra davvero una bella persona, spero che anche gli altri siano come lui. Ricambio il sorriso, per poi spostare il mio sguardo sulla ragazza accanto a me, bella più del normale.
<Eh... non è facile> sussurra guardandosi intorno, mentre si tortura le mani e si morde il labbro inferiore, cercando di trovare la forza di aprirsi, di parlare.
<Ei che succede?> è Lorenzo, a spezzare il silenzio nel quale mi sembra, però, di sentire tutte le domande e i problemi che stanno nascendo o si stanno affermando ancora di più, nella testa di Gaia.
Si avvicina a lei, le sfiora il braccio e i loro visi sono veramente troppo vicini, basterebbe un sospiro e le loro labbra sarebbero incastrate le une nelle altre.
Lei è ferma sul suo posto, non accenna nessun movimento, nessun "allontanati, non è il caso", niente di niente, e sento i miei occhi inumidirsi un po'.
Non ce la faccio così, la amo, ma così non ce la farò mai.
Una lacrima scorre veloce sulla mia guancia sinistra, lacrima che mi affretto a catturare per non dare nell'occhio, lacrima che forse non aveva senso di esistere, eppure mi sento così vulnerabile se si parla di lei.
<Martina è la mia ragazza> dice di punto in bianco, facendo sbarrare gli occhi a tutti, ma in particolare a Lorenzo, che indietreggia quasi scottato da questa affermazione.Scusatemi per il ritardo, ho un sacco di verifiche e interrogazioni... spero che voi stiate bene.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci sentiamo presto, promesso❤️
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Un giorno, se ti va
FanfictionQuesta è la storia dell'amore tra Gaia e Martina, un amore nato per caso, considerato sbagliato, ma che le farà tornare a respirare.