Pov's Martina
Dopo un'oretta Gaia si alza dal letto e va in bagno per lavarsi e vestirsi, e, mentre la aspetto per potermi vestire anche io, prendo il telefono e faccio un giro su instagram. Ieri sera nessuno sembra aver notato che io sia andata dietro il palco dopo il concerto, e sono molto contenta di questo, sono sicura che se lo venissero a sapere lo accetterebbero, ma ovviamente qualcuno avrà sempre da ridire. E quel "qualcuno" include anche il manager di Gaia, il che è un gran bel problema, che non ho ancora capito come risolveremo. Mentre guardo le instagram stories mi arriva una chiamata da mia madre, alla quale rispondo solo per non farla preoccupare
Mamma: "Ciao Marti tutto bene?" mi chiede, capisco che abbia il pensiero, sono lontana da casa e non sa nemmeno con chi.
Martina: "si mamma tranquilla, voi?" le rispondo
Mamma: "tutto ok, ma con chi sei stata? Non dirmi che sei stata da sola altrimenti non vai più da nessuna parte" mi dice con tono severo ed io sospiro, non so come potrebbe prendere questa situazione ma ho bisogno di dirglielo, non posso tenermelo dentro ancora.
Martina: "sono stata con Gaia, mà" le rispondo e, mentre pronuncio queste parole, la ragazza in questione esce dal bagno e mi sorride, per poi sedersi accanto a me.
Mamma: "Martina ma che stai dicendo, fai la persona seria una buona volta!" mi rimprovera, e nonostante capisca che la situazione sia alquanto strana, non vedo perché arrabbiarsi così tanto o non credermi.
Martina: "Ci stavamo frequentando da un po'" sgancio la bomba e chiudo gli occhi, sperando in una reazione positiva.
Mamma: "Cosa intendi per 'frequentare'?" mi chiede retoricamente, forse sperando in una risposta diversa.
Martina: "Secondo te cosa posso intendere, mà? Lo sai, dai" le dico io, e comincio ad alzare un po' il tono, so dove vuole arrivare, e lei sa come la penso.
Mamma: "Martina, no. Te l'ho già detto, io e tuo padre non siamo d'accordo" mi dice lei ed io sospiro, cercando di ricacciare dentro le lacrime, e di non sentire più quel peso sul petto. Un peso che sembra dirmi che sto facendo la cosa sbagliata, eppure a me tutto questo sembra più che giusto. Ne ho la conferma quando sento la mia mano libera, venire stretta da quella di Gaia, che mi guarda e mi sorride rassicurante, sa cosa si prova, ma cazzo questi sono i miei genitori, dovrebbero appoggiarmi sempre se ciò che faccio mi rende felice, eppure sembrano venirmi contro, continuamente, se si parla di ragazze.
Martina: "Mamma ma ti pare il caso? A te cosa cambia?" le rispondo, cercando di mantenere la calma, una calma che non ho.
Mamma: "Mi cambia eccome, se vuoi entrare dentro casa levati dalla testa che potrai stare con una ragazza. Fine del discorso" mi dice scazzata e con tono autoritario, per poi attaccarmi in faccia.
Chiudo gli occhi quando li sento bruciare, e penso che non sarà mai facile una storia del genere, non nel 2020, in un paese pieno di gente limitata, che non sa guardare un po' più in là di dove si trova, gente retrograda, chiusa nei pensieri che gli hanno messo in testa fin da piccoli.
<Bì lascia stare, lo sai che non c'è niente di sbagliato> mi sussurra la ragazza dagli occhi blu, per poi abbracciarmi e accarezzarmi la schiena, coperta da un lenzuolo che avevo poggiato sul mio corpo per coprirmi un po'.
Cerco di tranquillizzarmi e mi stacco dall'abbraccio, le sorrido e, dopo averle stampato un bacio sulle labbra, prendo i miei vestiti e mi dirigo in bagno per cambiarmi. Non ho intenzione di farmi rovinare la vita da persone del genere.
Qui non me c'è Gaia, non ho bisogno di nient'altro.
Esco dal bagno pronta poco dopo, Gaia mette tutti i vestiti nel suo borsone e scendiamo dall'hotel. Dopo aver chiuso la porta, Gaia avvicina la sua mano alla mia, per poi stringermela. Le sorrido, un sorriso sincero, e lei ricambia con uno ancora più luminoso e vero: non ho mai visto niente di più bello.
<Ci fermiamo ad un bar a fare colazione?> mi chiede dopo aver consegnato le chiavi alla reception e aver guardato l'orario sul cellulare.
<Si va bene> annuisco io e ci incamminiamo alla ricerca del bar più vicino.
Per la prima volta mi rendo conto di non essere a disagio, io sono una di quelle persone che non esce mai, mi sento sempre meno degli altri, se sento qualcuno ridere sta ridendo di me, e mi sento sempre fuori luogo, sbagliata. E invece oggi, in questo momento, sento di non voler essere in nessun altro corpo, se non il mio, in nessun altro luogo se non qui, la città che ci ha fatte conoscere e riavvicinare.
<Roma è dalla nostra parte eh> osservo io sorridendole,
<Oddio è vero non ci avevo pensato, è una cosa fighissima> mi risponde lei entusiasta, ricordando il nostro primo incontro e il concerto di ieri.
Entriamo in un bar, ordiniamo due cappuccini e due cornetti e, mentre aspettiamo, ci sediamo ad un tavolo per due in fondo alla sala.
<A che ora devi andare via?> le chiedo;
<Stasera ho il concerto a Spoleto, per le 16 devo essere lì, quindi per le 14:30 devo ripartire> mi risponde:
<Fino a quell'ora possiamo stare insieme?> le chiedo io, sperando vivamente in una risposta positiva;
<Ma certo> mi risponde lei con un sorriso, mentre mette la sua mano sulla mia, che è poggiata sul tavolino accanto alla tazza bollente. <Vuoi venire con me?> continua lei ed io rimango stupita. Per quanto mi piacerebbe non so quanto questa cosa potrebbe essere a favore di Gaia, scommetto che starebbe tutto il tempo con l'ansia di ciò che il suo manager potrebbe dire o fare.
Non voglio rovinarle il suo sogno.
<Gì vorrei tanto, lo sai, ma forse non è il caso, sai per il tuo manager> le rispondo io, sperando capisca
<Sì hai ragione scusami> mi dice amareggiata ma comprensiva, questa cosa pesa ad entrambe, ma è inevitabile.Poco fa sono entrata qui e ho notato che la storia ha raggiunto le 10.000 letture, non so che dire, davvero.
Vi ringrazio di cuore, ci tengo davvero tanto a ciò che scrivo, e sapere che vi piace mi rende felice.
Ci sentiamo prestissimo!❤️
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Un giorno, se ti va
FanfictionQuesta è la storia dell'amore tra Gaia e Martina, un amore nato per caso, considerato sbagliato, ma che le farà tornare a respirare.