Pov's Gaia
Il concerto è appena finito, mi sento piena, amata, apprezzata, capita, e dalla vita non aspettavo altro. Mi sto cambiando velocemente dietro le quinte perché è da quando l'ho vista che ho un solo pensiero in testa: devo parlarle. Mi affaccio dal palco per vedere se riesco a trovarla in mezzo a tutte le persone che stanno andando via lentamente, e la vedo, è girata di spalle mentre parla con una ragazza. Mentre la sto guardando e sto cercando di pensare ad un modo per fermarla senza, però, farmi vedere dagli altri, sento mia mamma arrivare da dietro e toccarmi la spalla. Dopo avermi fatto i complimenti ed avermi abbracciata mi chiede chi sto cercando ed io le spiego la situazione, sa che mi piacciono le ragazze e, anche se non sapeva che mi stessi frequentando con Marti due mesi fa, è molto comprensiva e si propone lei per andarmela a chiamare. Vedo mia mamma avvicinarsi sempre di più a Martina e toccarle la spalla per attirare la sua attenzione, le porge la mano per presentarsi, immagino, e Martina sorridente gliela stringe. Mi chiedo a cosa stia pensando, sicuramente ha capito che dietro tutto questo ci sono io, chi potrebbe essere altrimenti? La vedo avvicinarsi a me mentre parla con mia madre e noto che è diversa, è dimagrita, tantissimo, e spero che la colpa non sia la mia. Anche il suo sorriso è diverso, sono passati due mesi eppure sembra molto più grande e matura di quanto non ricordassi. Arriva davanti a me e, imbarazzata, mi sorride, io ricambio e la abbraccio istintivamente, mentre mamma si allontana un po'.
<Sono contenta che tu sia qui, non me lo aspettavo> le dico sincera guardandola negli occhi
<tu non hai più bisogno di me, ma io si. E poi te l'avevo promesso, che al primo concerto ci sarei stata> mi dice lei un po' amareggiata, però sembra ricordare con un sorriso le belle cose che mi ha detto.
<Anche io ho bisogno di te, Bì, lo sai, e avevi ragione per quanto riguarda le gambe che tremano e la voce che va e viene, credevo di non farcela> le confesso e lei fa una delle sue smorfie, seguita da un sorriso.
<E ce l'hai fatta anche bene, non avevo dubbi> mi dice e faccio un grandissimo sorriso. Ho sempre saputo quanto mi stimasse, e avevo questa certezza e consapevolezza che mi faceva andare avanti, anche quando mi è sembrato che tutto ciò che facessi fosse sbagliato, anche quando mi sorgevano dubbi enormi che mettevano davanti a me ostacoli invalicabili. Martina, il suo cuore, quello che ha sempre pensato su di me, erano un po' la mano che ti prende un attimo prima che cadi, l'ultimo abbraccio prima di una partenza, oppure il primo dopo una lunga assenza. Martina è il sole d'inverno, così inusuale però così giusto, essenziale; Martina è la pioggia col sole e poi l'arcobaleno, la vacanza dei tuoi sogni, un pomeriggio con gli amici di una vita. Martina è il voto alto all'esame che temevi tanto, il sorriso di uno sconosciuto per strada, l'abbraccio di un bambino e il 31 dicembre. Martina è stupore, ma al tempo stesso quell'abitudine che ti si incastra nella pelle e non ti annoia mai.
Martina è felicità, quella più pura e vera, quella più grande, più forte. E più la guardavo, e più mi ripetevo che me la sarei ripresa.
Le sorrido ancora e le accarezzo il volto, lei abbassa lo sguardo e arrossisce. Per cercare di evitare questa situazione, suppongo, mi chiede del mio manager.
<Le cose vanno un po' meglio, però il problema che c'era, c'è ancora> le dico e vedo il suo sguardo incupirsi, magari anche lei spera in un nostro ritorno
<Oh capisco> annuisce lei cupa, al che io avvicino la mia mano alla sua. Appena la sfioro alza lo sguardo di scatto, e nei suoi occhi mi sembra di rivedere quella luce che vidi due mesi fa. La guardo ancora, come per chiederle il permesso, per vedere se a lei sta bene, e dopo un suo sorriso timido, incrocio le nostre dita. È una cosa così intima, secondo me, e adoro come lei tiene la mia mano: è solita accarezzarmi le dita, con leggerezza, dolcezza, come se volesse proteggermi.
<Però è cambiato il mio approccio verso questo suo pensiero, ho intenzione di far valere ciò che penso> le dico io tutto ad un tratto.
<In che senso?> mi chiede, non capendo, in effetti sto facendo dei discorsi un po' astratti e retorici, quindi provo a spiegarmi meglio.
<Due mesi fa ero spaventata da questa scelta, e il suo ripetermi quanto fosse sbagliato questo mio modo di vedere le relazioni spesso mi ha fatto dubitare del mio punto di vista, di ciò che mi attrae, della persona che vorrei al mio fianco. Ha detto che si trattava di moda, di una fissa passeggera, che magari tu saresti stata la prima e l'ultima ragazza a piacermi, e non potevo permettermi di perdere tutto per questo. Mi sono lasciata offuscare un po'> dico e sento la voce cominciare a spezzarsi. È stato un periodo abbastanza buio dal quale mi sono ripresa solo grazie alla mia musica, e alla voglia di non finire nel dimenticatoio, non di nuovo. Ho lo sguardo a terra mentre cerco di ricompormi per continuare a parlare, quando sento una mano sul mio viso.
Quanto mi era mancato essere toccata così, da te.
<Ei Gì non c'è bisogno che continui a parlare se non te la senti, e non tutto ciò che tu consideri un errore, poi, lo è. Non sbagli a priori, tu ci pensi, rifletti, e so che non avresti mai voluto farmi male. Io ho capito la tua scelta, l'unica cosa che contesto è il fatto che tu te ne sia andata senza salutarmi, senza dirmi nulla. Però ho cercato di comprendere e metabolizzare anche questo, le tue ragioni sono più che valide ed io non sono nessuno per condannarti, né voglio farlo> mi dice lei, e quanto mi era mancata lo capisco solo ora.
È tutto ciò che ho sempre sognato, e non posso farmelo scappare di nuovo.Ecco a voi il capitolo col riavvicinamento! Più tardi credo che ne posterò un altro, in tanto godetevi questo!
Spero vi piaccia, fatemi sapere❤️
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Un giorno, se ti va
FanfictionQuesta è la storia dell'amore tra Gaia e Martina, un amore nato per caso, considerato sbagliato, ma che le farà tornare a respirare.