Capitolo 41

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Pov's Martina
<Ma che belle che siete> esordisce Gaia, quando la raggiungiamo in salone. Ed io potrei dire la stessa cosa di lei: è seduta sul divano, con le gambe leggermente divaricate e la schiena un po' curva per poggiare i gomiti sulle ginocchia.
La ringraziamo sorridendole e Frida scende dalle mie braccia, per andare a dire alla mamma che noi stiamo per uscire. Io approfitto dei pochi minuti che ci sono rimasti da sole, per avvicinarmi a Gaia e sedermi sul divano accanto a lei.
<Ti sei tranquillizzata un po'?> mi chiede dopo aver poggiato una mano sulla mia gamba sinistra, facendo riferimento all'ansia che avevo prima di arrivare qui e conoscere la sua famiglia, che, invece, si è rivelata proprio lo specchio della ragazza gentile ed educata che adesso ho davanti a me.
<Si sono così carine> le rispondo con dolcezza, riferendomi alle tre donne che ho avuto l'onore di conoscere. Luciana, la mamma, in realtà l'avevo conosciuta già al concerto a Roma, quando sono andata nonostante non ci parlassimo da due mesi e lei sembrava non volerne più sapere di me. La donna si era proposta di venirmi a chiamare per farmi parlare e chiarire con Gaia, me l'ha raccontato qualche giorno dopo la ragazza dagli occhi blu, in una delle nostre tante telefonate notturne che iniziavano promettendosi di durare pochi minuti, ma che poi, senza accorgercene, finivano dopo ore ed ore.
<A Frida piaci un sacco> afferma lei, ridendo leggermente e con tanta felicità negli occhi.
<Strano, di solito non piaccio molto, soprattutto ai bambini> le rispondo e rido anche io,
<beh allora fai pratica, altrimenti come farò da sola con i nostri?> mi domanda ed io sbarro gli occhi sorpresa. Dopo poco sul mio volto nasce un sorriso enorme, causato dalle parole pronunciate dalla ragazza di fronte a me, che adesso mi sta accarezzando il volto con dolcezza.
In risposta mi avvicino a lei, la guardo per qualche secondo negli occhi, i suoi li vedo sorridere e sono sicura che anche i miei lo stanno facendo, e questo è solo ed esclusivamente grazie a lei.
Il mio cuore non l'avevo mai sentito battere così forte.
Io continuo a guardarla negli occhi, mentre il suo sguardo scende e si poggia sulle mie labbra: uno sguardo impaziente, che mi spinge ad eliminare la poca distanza che ancora ci separa.
Inizialmente è un bacio a stampo, ma dopo qualche secondo mi chiede l'accesso con la lingua ed io schiudo le labbra per concederglielo. La sua mano destra si trova tra i miei capelli e cerca di spostare indietro i ciuffi che tengo sempre fuori dalla coda, mentre la sinistra è ancora poggiata sulla mia gamba, che non fa altro che accarezzare.
Le mie mani, invece, sono un po' più insicure delle sue, una la porto sul suo viso e le accarezzo la guancia, e con l'altra, poggiata sul divano, mi tengo dritta.
Le nostre lingue si sfiorano con dolcezza e delicatezza, le nostre labbra si sorridono a contatto e io sento un senso di completezza invadermi l'anima.
Ci stacchiamo dopo qualche minuto e ci rimettiamo nella posizione di poco fa, le nostre fronti si toccano, i nostri sguardi si incrociano, e i sorrisi sembrano seguire la stessa linea d'onda, quella del nostro amore.
<Sono contenta che tu sia qui> mi sussurra, ed io sorrido ancora di più: se solo sapessi quanto sono contenta io...
<Ed io sono contenta che mi hai voluto portare con te, è un pezzo della tua vita, quello che sto conoscendo oggi> le dico, cercando di farle capire che sto apprezzando davvero tanto il suo gesto.
È un gesto che ricorderò per sempre, a prescindere di come andranno le cose tra noi, a prescindere dai giudizi degli altri, da quello che penserà di me un domani in cui non saremo insieme.
È un po' una sorta di fotogramma che stringerò sempre forte al petto, che avrò paura di perdere anche se so che non succederà mai, anche se so che, in ogni caso, porterò con me il ricordo. Sembra un paradosso eppure succede sempre così con le cose belle:
mentre sei occupato a stringerle, scivolano via e non tornano più.
Non sei una di quelle, Gì, ci spero e ci credo, che tra noi durerà, che potremo vederci cresciute, cambiate, con gli sguardi diversi ma che sapranno ancora parlarsi in silenzio. Ci credo, dico, che ti amerò ancora così come ti amo adesso, se possibile anche di più, con più forza, intensità, con più consapevolezza che, al mondo, una persona più bella di te non c'è. E, se c'è, a me non interessa perché i miei occhi guardano così solo ed esclusivamente te, e sarà così per sempre.
Non so come andranno le cose tra noi, non so se avrai ancora tempo per me, per darmi le attenzioni che pensi che meriterei, o se sarai presa dai troppi impegni che, però, hai sempre sognato. Non so se potrò vivere con te il tuo sogno, o se dovrò farlo come faranno tutti, dallo sfondo, con un sorriso emozionato, si, ma che non si incontra col tuo se non per sbaglio o per poco. Non so come andrà tutto questo, non so come saremo e se saprò mai tutte quelle piccolezze che si scoprono solo dopo anni e anni di quotidianità ed intimità.
Però mi sento di dire che, comunque andrà, in qualsiasi luogo sarò, e accanto a qualsiasi persona mi troverò, se avrai bisogno di aiuto, se tutto intorno ti sembrerà avvicinarsi a te tanto da sentirti soffocare, se tutti sapranno guardarti ma non leggerti dentro, se sapranno sentirti ma non ascoltarti, se calpesteranno il tuo cuore senza curarsene, se il buio -quello stesso buio che mi ha tenuto con sé per mesi e mesi- ti farà paura, io ci sarò, accenderò la luce per te. Una luce insicura quanto me, ma potente come l'amore che provo per te, un amore che mi sta cambiando, migliorando.
Se avrai bisogno, nonostante tutto e tutti, chiamami, cercami: sarò al varco ad aspettarti, ed in te intravedrò la luce che tu non riesci a vedere.

Ciao a tutti! Ci tenevo a dirvi che tengo molto a questa storia e che sto cercando di aggiornarla più spesso possibile. Mi dispiace se non trovate la quantità di aggiornamenti nuovi che desiderate, ma purtroppo con la scuola non è sempre facile.
Spero, nonostante questo, che la storia vi stia piacendo, fatemi sapere❤️

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