Pov's Martina
<Ti amo davvero tanto, credimi, ti prego...> mi sussurra ancora, guardandomi negli occhi, impauriti da una situazione che non so gestire, mentre cerca di annientare ogni mia insicurezza o dubbio.
Io, nel frattempo, sprofondo nei suoi, così belli da guardare, ma ancora più affascinanti se si cerca di leggerli, se ci si scava dentro, se si cerca di arrivare lì dove il blu finisce, ed inizia l'anima.
Si, l'anima. I suoi occhi hanno un collegamento diretto con quella parte astratta di noi, che dicono resti in vita anche quando il cuore non batte più.
La vedo, è limpida come il mare del sud Italia, una parte così derisa e massacrata, eppure così bella da vivere e scoprire. Un po' come lei.
In tanti la giudicano per quella ricerca di suoni pazzeschi, per quei beat estivi che ti fanno smettere di pensare e ti riportano al mare d'estate, col sole addosso e il vento che ti spettina i capelli e i pensieri. Eppure, se ci si ferma un secondo di più, si può percepire qualcosa di molto più bello, molto più interessante e innovativo di un sound che ti fa ballare. È questo ciò che mi ha colpito di Gaia, ed è in questo che la paragono a quella parte meridionale di cui tanto parlano male, perché si fermano all'idea stereotipata che, non so, ad esempio la mafia esista solo lì, e se non esiste solo lì, allora è da lì che parte; o che lì si vive ancora come nel Duecento, si partoriscono figli che poi vengono lasciati a loro stessi, mentre nemmeno tentano di non entrare in giri poco raccomandabili.
Eppure, se ci si ferma un secondo di più, si vede l'amore anche lì, anche in quella pelle un po' più scura e forse curata diversamente: dall'acqua del male e dal sole cocente già da aprile, piuttosto che da creme e maschere.
Se ci si ferma un secondo di più, il mare, lì, è sempre più blu.
Perché ha visto la notte, ha visto i giudizi altrui annientarlo e metterlo da parte, così come è successo a quelle frasi così astratte e piene di significati di Gaia. Sono stati messi da parte, quasi dimenticati, eclissati e cancellati.
Di inverno sembra che non esistano, quelle spiagge bianche con l'acqua limpida, si dimenticano e quasi sembrano non mancare più.
Di inverno, così come tra le mille cose da fare, gli impegni da incastrare, gli appuntamenti da organizzare e le persone da abbracciare, ci si dimentica di fermarci un secondo, di ascoltare con il cuore, anziché di sentire soltanto.
Eppure quanto si resiste senza la voglia di estate? Quanto si resiste senza mare? Quanto possiamo vivere nella superficialità di due giri di accordi messi uno dietro l'altro legati da un ritmo incalzante?
Poco, davvero poco.
Perché la frivolezza delle cose diventa niente, dopo un po' che la si vive, che la si sente.
E allora c'è bisogno di qualcosa di più, di una spinta, che nel caso di Gaia è il cercare di capire i mille significati che si nascondono nelle sue frasi, di leggere le parole con i suoi occhi, di ascoltarle con le sue orecchie.
C'è bisogno di mettere da parte quella base così estiva che ti fa venire voglia di ballare, e di iniziare a pensare alla frase con la quale si apre la canzone, e persino l'album intero, "Bendita dor, me deixa em paz", un ossimoro così potente, straziante e quasi rassegnato al dolore, al tempo stesso, o negli "occhi fucsia dove ho messo certe lacrime da comico", che chissà se il pianto era comico perché non era una novità che l'altra persona le facesse del male, oppure perché quando si ama ci si rimane male per tutto.
La prima volta che la ascolti non capisci quasi nulla, sembra che le sue canzoni ti obblighino a farsi riascoltare, e la seconda volta sembri aver capito tutto. La riproduci per un'altra volta ancora, e hai un pensiero diverso, un'interpretazione che si allontana dalla precedente quasi del tutto.
E allora ricominci e lì capisci che in realtà non ne uscirai, che non smetterai mai di voler capire qualcosa in più, di scoprire che c'è qualcosa da comprendere anche nei silenzi, negli spazi tra una parola e l'altra, nelle virgole che percepisci solo dal modo in cui le canta, nelle volte in cui il testo va a capo pur non facendo rima con la frase che segue.
È questo convincerti di capire, per poi comprendere che in realtà la tua è solo una delle tante chiavi di lettura, ciò che mi ha fatto innamorare di Gaia,
ed è il mare di quelle regioni tanto criticate, che rimaneva limpido anche all'arrivo di coloro che avevano sempre e solo buttato fango su quella terra, ciò che mi ha fatto innamorare del sud.
<Ti credo Gì, ti amo anche io, lo sai> interrompo io stessa i miei pensieri, sentendomi logorroica nonostante abbia parlato solo con me stessa.
Lei accorcia le distanze tra noi, una volta per tutte, e, mentre le sue mani mi accarezzano dolcemente le guance, le mie arrivano sui suoi fianchi coperti da un vestito nero corto, che stringo leggermente.
<Sei stata spettacolare, tu sei contenta?> le chiedo, cercando di accantonare tutto il brutto che c'è stato una volta scesa dal palco che ha sognato per una vita intera, e che stanotte è stato suo, insieme a tutti quegli occhi lucidi ed emozionati che sembravano gridarle che ce l'ha fatta, finalmente, che l'amore e il sudore ripagano.
Che la passione che metti nelle cose, poi, l'universo, te la rimanda indietro.
Io ci credo, Gà, che tutto ciò che hai fatto tornerà indietro, non tutto insieme, non ora, ma tornerà. E, lo sai, di solito non credo mai a discorsi così astratti e positivi, non è da me.
Ma ci credo, Gà, perché quella sicurezza che metti nelle cose, arriva a chi ti ascolta, così come i tuoi occhi determinati penetrano i miei, che quasi sembrano convincersi della tua verità.
Ci credo perché lo dici tu, Gì.
<Nonostante tutto, è uno dei giorni più belli della mia vita> mi sussurra, con il cuore che scoppia. Lo sento da qui.
E allora, che altro importa?
Che bella la musica,
che bella l'arte,
che belli i sogni sudati e poi realizzati.
Che bello vederti così, cosa altro desideri?
Non so a te, ma a me non manca niente, Gì.Sorpresa! Il doppio aggiornamento è per ringraziarvi delle 50mila letture. Sono davvero contentissima.
Fatemi sapere cosa ne pensate❤️
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Un giorno, se ti va
FanfictionQuesta è la storia dell'amore tra Gaia e Martina, un amore nato per caso, considerato sbagliato, ma che le farà tornare a respirare.