Capitolo 46

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Pov's Martina
È strana la vita, è strano il modo di guardarla che cambia con il passare del tempo, con il visitare luoghi diversi, con il conoscere persone nuove, con occhi tutti loro, che te ne lasciano quanto basta per aggiungere un dettaglio a tutto quello che guardavi già. Sono strane le emozioni che si provano, a volte mi sento tanto bipolare da starci male, per poi sorridere della mia reazione così esagerata e riconfermarmi come una che, in un minuto, è in grado di cambiare stato d'animo più e più volte.
E sta succedendo proprio ora, di nuovo, il discorso serio e importante che stavamo affrontando entrambe con gli occhi lucidi e sul punto di crollare, ha lasciato il suo posto a dei ricordi felici della prima volta che ci siamo viste.
<Pensavo di svenire, la tua dolcezza mi rendeva soft, ma quella camicetta e il pantalone stretto mi hanno mandato in gay panic immediato> le rivelo tra le risate, ricordando la sua bellezza che avevo solo immaginato e mai visto dal vivo, ma che superava ogni aspettativa creata dai social, dalla televisione, e persino dalla fotografia più bella che le avevano fatto.
<Cos'è ora questo "gay panic"? Ma come te ne esci Marti> mi chiede sconcertata non riuscendo a smettere di ridere, non capendo un'espressione che usavamo spesso su twitter, in un hastag pieno di pazze sclerate che, per giunta, erano quasi tutte gay, lascio immaginare a voi i commenti dopo ogni outfit un po' più stretto del normale, o dopo una maglietta scollata.
Sorrido al pensiero, mi hanno fatto compagnia in un momento abbastanza stressante, e abbiamo creato una sorta di famiglia.
<Tu non conosci il linguaggio del network, non puoi capire> affermo tra le risate, ricordando quante volte me ne sono uscita con parole o espressioni strane che leggevo lì, ricevendo, in cambio, solo sguardi confusi.
<E dai spiegami> insiste, cercando di capire. Se le dicessi tutti i commenti fatti su di lei diventerebbe un peperone e vorrebbe sotterrarsi, mi divertirei a vederla in imbarazzo ma credo che li terrò per me, almeno per il momento.
<Commentavamo ogni outfit di ogni puntata, il modo in cui ti siedi, in cui tieni il telefono, le mani e tante altre cose che non sto qui a raccontarti. Poi sei una gran figa e il tuo fandom è 99% del match, quindi puoi immaginare il resto dei commenti> cerco di essere più esaustiva possibile, ma senza entrare troppo nel dettagli.
<Martina non sto capendo un cazzo. Cosa è ora questo "match"?> mi guarda confusa, mentre cerca invano di frenare la risata.
<Io sono del match perché mi piacciono le ragazze> le spiego e lei annuisce.
<Ok ho capito solo questo, il resto tienilo per te> sentenzia ed io scoppio di nuovo a ridere, per poi portare la mano sulla fronte come i soldati, come a farle capire che farò come vuole lei.
Tra le risate arriviamo a casa, stavolta ad accoglierci non c'è Luciana e nemmeno Giorgia, mi sembra di aver capito che sono andate a fare un giro e a prendere qualcosa da mangiare per Frida, che sicuramente non riuscirà ad aspettare sveglia il rinfresco che hanno organizzato una volta finito il concerto.
Appena entriamo in casa, il profumo di Gaia mi invade di nuovo le narici, è più forte e intenso di quello che sento quando ho lei accanto, resterei qui per sempre, avvolta da questo odore che la caratterizza e circondata da tutto ciò che è stato la sua vita per questi anni.
<Posso riposarmi un po'? Sono già pronta per stasera> ci chiede Frida, con un'espressione stanca e Gaia annuisce, per poi lasciarle un bacio sulla testa.
La piccolina la ringrazia e poi va a sdraiarsi sul letto della ragazza che ho qui davanti a me, e che mi sta squadrando dalla testa ai piedi.
<Tutto bene?> le chiedo, quando il suo sguardo, nemmeno dopo alcuni minuti, si sposta da me.
<Sei bella> mi sussurra, stavolta staccando i suoi occhi dal mio corpo, che brucia sotto il suo sguardo, e incastrandoli nei miei, ed io sento le mie guance colorarsi di un imbarazzo causato dalla dolcezza e dalla sincerità con la quale ha pronunciato la frase, e dal modo in cui mi guarda, sembra dire che al mondo non c'è una cosa più bella di me.
Se mi guardi così, io, bella, mi ci sento davvero.
Non faccio nemmeno in tempo a ringraziarla, che si fionda sulle mie labbra, mentre le sue mani si posizionano sulle mie guance, cercando di avvicinare il più possibile i nostri visi. Mi fa fare qualche passo indietro e mi ritrovo attaccata alla porta che ho chiuso qualche secondo fa.
Ben presto le sue mani si spostano dal mio viso e cominciano a vagare, mi accarezzano fianchi, scendono verso il sedere, per poi risalire e stringere un po' il seno. Tiro la testa indietro per il piacere è sussulto a quel contatto, cercando di non fare troppo rumore.
<Gaia di là c'è Frida, fermati> le dico, cercando di essere convincente, ma il mio cuore e il mio respiro spezzato mi tradiscono, sospiro ancora: il cuore mi dice di continuare ma la mia parte razionale va nella direzione opposta.
<Sh Marti, non pensarci, faremo piano> mi sussurra tra un bacio che mi stampa sul collo, e un altro in cui lo morde.
Le sue mani scendono e passano sotto la mia maglietta, entrando a contatto direttamente con la mia pelle. È un tocco delicato ma al tempo stesso sicuro e determinato, lo sento, che mi vuole, ora e qui. E per me è lo stesso.
Le sue mani si infilano nel reggiseno, e, con le dita, comincia a torturarmi il capezzolo destro, mentre, baciandomi, cerca di azzittire i miei ansimi di piacere. Sorride sulle mie labbra quando mi lamento perché la sua mano si sposta, ma mi ritrovo a sussultare quando entra nei pantaloni.
Mi accarezza con dolcezza ma con troppa leggerezza, ho bisogno di sentirla di più, più vicina, più mia.
Forse è per questo che l'amore fa soffrire: quando lo provi, ne vuoi sempre di più e non puoi frenarti, nemmeno se lo vuoi.

Aggiornamento dedicato in particolare al circo, vi amo 🤡🎪.
Spero vi piaccia, fatemi sapere❤️

Un giorno, se ti vaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora