Capitolo 14

1.4K 41 7
                                    

Pov's Martina
Sono passate due settimane dalla mattina in cui mi sono svegliata senza Gaia al mio fianco, quella in cui un pezzo di me è salito sul treno insieme alla ragazza dagli occhi blu. Una settimana in cui non ho fatto altro che pensarla, e ragionando a mente lucida ho pensato che magari saremmo potute rimanere in contatto. Sto andando all'Accademia di canto a fare lezione e ho voglia di inviarle un messaggio, alla fine siamo rimaste in buoni rapporti, no?
Martina: <Ciao Gà tutto bene?> semplice e coinciso, credo di poter sapere come sta, e sinceramente mi interessa davvero. Dopo qualche minuto visualizza senza rispondere, perdo un battito. Forse non vuole sentirmi, le ha dato fastidio ciò che ho detto, non mi pensa più, sta con un'altra. Sono tante le possibilità, ma scelgo di affidarmi a quella che mi farà meno male: magari ha da fare e più tardi mi risponderà. Ci spero davvero.
Entro e inizio a fare lezione, dopo un po' di riscaldamento iniziamo a cantare e decido di far ascoltare al mio insegnate il pezzo che ho scritto. È sempre stato molto aperto a nuove idee, progetti, e se non escono da chi vuole fare questo nella vita, da chi potrebbero mai uscire? Prendo la chitarra, sistemo il microfono e mi siedo. Chiudo gli occhi, inizio a cantare e vedo due occhi blu davanti a me, la mente gioca brutti scherzi, oppure il cuore, chissà.
"Parla, parlami di tutto, parla anche di quelle cose, si tu sai che mi hanno sempre fatto male" dimmele Gì, anche se fanno male, perché non sentirti per niente sarebbe peggio. A fine canzone apro gli occhi e guardo il mio insegnante, è contento, si vede, sa che non sono mai riuscita a far coincidere musica e parole, e il fatto che ci sia riuscita e che mi senta sicura di ciò che ho fatto lo rende orgoglioso. Mi fa i complimenti e poi esco dalla saletta, contenta come non mai. Mentre torno a casa apro whatsapp sperando di trovare un messaggio da Gaia ma niente. Vorrei tanto riuscire a convincere me stessa che più tardi risponderà, ma una parte del mio cuore sa che non sarà così, una parte del mio cuore sa già che finiremo come sono finite mille altre storie: dimenticate, messe da parte, si, ma solo da una delle due persone.
L'entusiasmo che avevo svanisce immediatamente e lascia il posto ad un pensiero che mai, neanche lontanamente, avrei immaginato di poter avere: a tenerci sono rimasta io, io e basta, senza se e senza ma, né giustificazioni di qualsiasi altro genere.
Si, forse ti ho persa del tutto, e stavolta per davvero.
Mi sento stupida ad aver pensato, anche solo per un secondo, che tra noi potesse nascere un rapporto come quelli tra due persone che hanno condiviso tanto, ma che poi si trovano in strade diverse e lontane, un rapporto di quelli che non frequenti, che non senti tutti i giorni, con cui non ti vedi quasi mai. Uno di quei rapporti che sai che c'è, che è un po' alla base di ogni tua sicurezza e della persona che sei, uno di quelli che ti guardi indietro e lo vedi bello, vero, puro, e distante ma mai tanto da non poterlo apprezzare ancora. Mi sono illusa che tra noi due potesse continuare ad esserci qualcosa, e la cosa che fa più male non è il fatto che non ci sarà, ma la consapevolezza che ho del fatto che Gaia ha dimenticato tutto, che non sta risentendo di questa lontananza. Perché altrimenti avrebbe risposto, anche una risposta fredda sarebbe andata bene, una di quelle distaccate, che quasi sembrano obbligate da qualcuno. Sarebbe bastata per non far spegnere quella piccola speranza che abitava ancora il mio cuore, la parte di me che continuava a ripetersi che le cose belle non si perdono mai per sempre.

Pov's Gaia
Sono in studio a provare quando mi arriva un messaggio da Martina, mi chiede come sto, decido di non risponderle. Sto cercando di dimenticarla, di allontanarmi da un qualcosa che non potrò avere mai, chiamiamola difesa, o mettere le mani avanti. Con il mio manager va tutto uno schifo, dopo questa scelta io sono molto giù e mi sento non compresa quando provo con lui, vorrebbe cambiare tutto, decidere tutto lui e mi sento oppressa proprio come quattro anni fa. Però stavolta faccio di testa mia, stavolta sono consapevole del fatto che valgo, che la mia musica ha un posto nel panorama musicale di oggi e, soprattutto, ha un posto nel cuore delle persone. Stavolta si fa come dico io.
<Senti già mi hai messo davanti ad una scelta impossibile, la musica è la mia così come la carriera, potresti provare almeno ad ascoltare le mie idee?> sbotto dopo che mi ha bocciato la quarta canzone, d'altronde scritta per Martina.
<Non puoi scrivere queste cose strappalacrime, e soprattutto non per una ragazza!> mi urla contro, sobbalzo ma non mi faccio intimidire.
<Ma sono affari miei se mi piace una ragazza, te ne rendi conto o no? E se scrivo cose strappalacrime la colpa è la tua che non mi hai lasciato vivere la mia storia, mettitelo bene in testa!> gli dico io, stavolta urlando proprio come ha fatto lui, non deve permettersi di provare a mettermi i piedi in testa, lui né nessun altro.
<Io voglio capire tutto, ma scrivo quello che voglio, punto primo, e secondo, non scelgo io di chi innamorarmi. Questo non può essere un fardello> gli dico, prendo velocemente le mie cose e me ne vado. Lo studio non è lontano da casa mia, infatti sono venuta a piedi, e, mentre torno indietro, le lacrime scendono velocemente sul mio viso. Non sono una che piange, mai e per nessuna ragione, io so tenermi tutto dentro, tanto da scoppiare ma solo quando nessuno mi vede, solo quando ho raggiunto il limite. Stavolta il limite non l'ho superato, lo sento, però vedere di nuovo il mio sogno ostacolato mi fa male da morire, sembra che il mondo mi venga contro. Forse non è questo il mio destino.
Forse ho sbagliato a scegliere la musica.

Un giorno, se ti vaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora