Pov's Martina
Usciamo dal bagno e Gaia si dirige in cucina, io la seguo.
<Vuoi un caffè?> mi chiede, mentre è girata di spalle, intenta a cercare la macchinetta.
<Sì, grazie> le rispondo sorridendo, anche se non può vedermi, perché quando sto con lei lo faccio in modo spontaneo, non me ne accorgo quasi più.
<Sei agitata per stasera?> le chiedo, pur sapendo già la risposta, mi piace sentirla parlare, guardarla e aspettare mentre cerca di trovare le parole giuste, sempre, mentre dosa i silenzi, i sospiri.
Gaia è arte in tutto ciò che fa, e nessuno può dire il contrario.
<Sì, tantissimo Bì> mi risponde sincera, con una leggera smorfia di preoccupazione. Mi fermo a pensare che l'insicurezza viene a chi ha il cuore buono, a chi è sensibile e a chi vive tutto a pieno. A chi vuole dare e darsi al massimo, sempre, e che, se non riesce, si sente fallire e cadere un po'.
La guardo, io che in lei non vedo nemmeno un piccolo dettaglio per il quale essere insicura, per il quale dovrebbe sentirsi non all'altezza di quello che fa o vorrebbe fare, e scruto il suo sguardo, forse un po' ingenuo e inconsapevole che lei è molto più di ciò che pensa.
<Andrai benissimo, non devi preoccuparti> cerco di rassicurarla, portando la mia mano sul suo viso e accarezzandole un po' la guancia. Al mio tocco chiude gli occhi e sorride, un sorriso sincero, riconoscente.
<Non voglio rivivere quello che è successo dopo X Factor, non potrei reggere quella situazione di nuovo> mi dice, aprendosi su un argomento che le fa davvero male ricordare. Ha lo sguardo basso, perso, gli occhi sono un po' spenti e quasi assenti, come se stessero rivivendo tutto da capo, come se quella sofferenza fosse di nuovo intorno a lei e non lontana e passata come invece è.
<Non so chi abbia deciso che dopo quel programma ti saresti dovuta sentire meno di zero, ma posso assicurarti che stavolta non sarà così. Hai le carte in regola per fare questo nella tua vita, e anche la voglia di farlo. Non vedo perché il destino dovrebbe venirti contro ancora una volta> le dico, parlando piu con il cuore che con la voce, che è bassa ma limpida: è il tono che uso con lei, un tono leggero, rassicurante.
<E comunque, se ora sei ciò che sei, è anche grazie a quel periodo buio. Sei stata brava a camminare controvento, Gì, non tutti avrebbero avuto la tua forza e la tua costanza> continuo io, cercando di farle capire il mio punto di vista.
Io credo in lei, so che ce la farà, so che vivrà di questo e per questo, come ha sempre sognato.
<Grazie amore> mi sussurra con dolcezza, emozionata dalle mie parole di cui spero abbia colto tutto il senso e la sincerità.
Le sorrido, per poi bere il caffè che mi porge.
Sentiamo la porta di casa aprirsi, segno che sono arrivate Luciana e Giorgia.
<Te l'avevo detto che avremmo fatto in tempo> mi sussurra, ridendo leggermente e alludendo alla doccia fatta poco fa.
<Sei una cogliona> le dico, per poi continuare a ridere con lei.
<Ciao belle, tra dieci minuti dobbiamo andare> dice Giorgia, entrando in cucina e salutandoci con due baci sulla guancia ciascuno.
<Vai a svegliare Frida, io sistemo qui e sono pronta> afferma Gaia, per poi alzarsi e lavare le tazzine.
Mentre è girata mi alzo e la abbraccio da dietro, circondandole i fianchi con le mie mani e accarezzandole un lembo di pelle lasciato scoperto.
<Stai tranquilla, ok? Sei forte> le sussurro, per poi stamparle un bacio sul collo.
La sento rabbrividire, e ho la conferma che quello che sento io, quando lei mi tocca, è molto simile, se non uguale, a quello che sente lei quando a toccarla sono io.
<Grazie Bì> mi risponde sorridendomi, per poi girarsi e lasciarmi un bacio dolce sulle labbra.
<Andiamo?> le chiedo io retoricamente, facendole un cenno con la testa per indicare il salotto, dove ci sta aspettando la sua famiglia.
Io prendo il mio borsone e poi sento Gaia intrecciare le nostre mani, per poi uscire di casa così.
<Sei sicura?> le chiedo mentre scendiamo, riferendomi al fatto che una volta fuori casa qualcuno potrebbe riconoscerla e cominciare a fare chiacchiere su una storia d'amore tra noi.
<Ne ho bisogno, a te va bene?> mi chiede con dolcezza, pur sapendo che a me va più che bene. Per quanto riguarda questa cosa, come ho già detto, l'unico parere che conta è il suo: è lei a mettere a rischio la sua carriera, considerando i limiti imposti dal suo manager.
Annuisco solamente, sorridendole, per poi aprire il portone e uscire solo dopo di lei.
<Quella macchina lì è di Marco> dice Gaia, indicando con lo sguardo una macchina grigia davanti a noi, quella del manager che è venuto a prenderla, a prenderci.
Ci avviciniamo all'auto e l'uomo scende, saluta la famiglia di Gaia e per ultima lei, abbracciandola forte e stampandole un bacio sulla guancia.
<Salve> saluto, per pura educazione, che mi pento di avere quando in risposta ricevo solo un'occhiata tutt'altro che educata. Sospiro frustrata: non sarà facile stare tre giorni così, con lui che fa finta che io non esista, ma che comunque sente il fastidio che provoco, e non fa niente per non farmelo notare.
<Marco, ti ha salutato> lo richiama Gaia, cercando di fargli capire che ha sbagliato, e lui in risposta mi fa un cenno con il capo.
Gaia gira il suo sguardo verso di me, è uno sguardo triste, un po' preoccupato, e che sembra scusarsi per una cosa di cui lei non ha colpa.
<Stai tranquilla, è tutto ok> cerco di rassicurarla sorridendole e stringendo leggermente la sua mano, ancora intrecciata alla mia.
Lei annuisce, per poi entrare in macchina seguita da me. È una macchina a sei posti, Luciana e Giorgia si mettono davanti, e io Gaia e Frida dietro, con la ragazza più grande tra noi due.Scusate per il ritardo, davvero. Cercherò di farmi perdonare❤️
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Un giorno, se ti va
FanfictionQuesta è la storia dell'amore tra Gaia e Martina, un amore nato per caso, considerato sbagliato, ma che le farà tornare a respirare.