Capitolo 22

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Pov's Gaia
Continua ad accarezzarmi il viso e a guardarmi intensamente, in tanti mi hanno detto che sono una bella ragazza, eppure io ci credo solo se a dirlo è Martina, solo se gli occhi che mi guardano sono i suoi, così piccoli e scuri ma pieni di luce, se guardati bene.
Passa le sue dita sulle mie labbra ed io ci lascio un bacio, ricevendo un suo sorriso in risposta.
<Quando te ne sei andata ti ho scritto una canzone> mi confessa di punto in bianco, e sento gli occhi diventare lucidi. Le emozioni dentro di lei erano così tante da dover essere esternate, ed io sono la ragione di tutto.
<Per la prima volta ho scritto immediatamente anche la musica> aggiunge, ed io ricordo il discorso che mi aveva fatto in macchina riguardo la difficoltà che aveva nell'accostare musica e parole.
<Ma davvero? Voglio sentirla ti prego> le dico io ancora con gli occhi lucidi, curiosa più che mai. Nessuno mi aveva mai scritto una canzone, e mai avrei immaginato che qualcuno me ne scrivesse una. Era uno di quei desideri lontani, quell'accortezza che non ricevi mai, quella consapevolezza che cerchi ma non hai.
<Non ho la chitarra, Gì> mi risponde lei sorridendo, è sicura di averla scampata eppure a me interessano le parole, mi interessa capire quello che le è passato per la testa, quello che ha pensato lì per lì, prima di metabolizzare tutto. La parte spontanea, quella non mangiata dalla rabbia, dai rimorsi.
<Cantala a cappella> la incito e lei sbarra gli occhi
<Ma sei pazza? Mai nella vita> mi risponde
<E dai fallo per me> insisto io con uno sguardo dolce e avvicinandomi al suo viso sempre di più.
Quando a separarci è rimasta una manciata d'aria e i nostri respiri, lei sospira e chiude gli occhi: l'ho convinta. Allora mi allontano un po' con il viso e la guardo impaziente, con il braccio piegato e il viso poggiato sulla mia mano, per stare un po' più alta e farle capire che sono attenta a ciò che ha da dire, la ascolto.
Chiude gli occhi, forse per concentrarsi, forse per trovare la forza di cantare davanti a me, per di più una canzone scritta proprio alla persona a cui la canta.

"Prenditi prenditi del tempo per andare via e lasciarmi l'anima" la sento per la prima volta cantare, è una voce dolce, morbida. Nella prima frase sento un peso sul cuore, io la lascio da sola e lei mi dice di prendermi tempo, promettendole, però, di tornare, come se il male che le ho fatto non contasse, poi, così tanto.

"io che rimando sempre tutto e tutto sempre dopo mi viene a cercare
tu che mi racconti sempre dei tuoi amici e spesso
dei tuoi genitori, della patente, poi di quell'esame che non volevi poi più dare" sorrido, mi sta piacendo il suo modo di scrivere, partire da un concetto e poi descrivere se stessa, ma anche la persona a cui è riferita. Frasi non particolarmente complicate, frasi dirette, che sanno di quotidianità e intimità.

"Del non sentirti mai all'altezza di nessuno
e di sbagliare a priori" sono io, e non riesco a capacitarmi di come abbia fatto a comprendermi in così poco tempo. Sorrido anche se ha gli occhi chiusi e non può vedermi.

"E parla, parlami di tutto
parla anche di quelle cose sì tu sai
che mi hanno sempre fatto male
dimmi che mi lasci andare
che non vuoi restare" dice, stavolta guardandomi negli occhi, per farmi capire cosa avrebbe voluto, cosa sentiva pesarle dentro.

"Per fortuna ti conosco e so che mi hai lasciato il cuore nelle frasi
nei tuoi gesti che erano per me
e mi hai mollato poi il tuo cuore
e vienilo a riprendere un giorno se ti va
sì vienilo a riprendere un giorno se ti va
sì vienilo a riprendere" a quelle parole sento una lacrima solcarmi il viso, credeva ancora in me, sembrava difendermi dalla parte di lei che mi dava la colpa. Colpa che avevo.

"Insegnami come si fa ad amare
e dopo smettere anche di fumare ricordami
prima di far le cose ma quanto ci devo pensare
Ricordati che dopo lavoro devi passarmi a salutare
la sera sul divano tienimi la mano
adesso è l'ora di andare
e mi hai mollato qua il tuo cuore
e vienilo a riprendere un giorno se ti va
sì, vienilo a riprendere" altre lacrime scendono, contrastate, però, da un sorriso. Perché nonostante io l'avessi lasciata a se stessa, e senza la certezza che sarei tornata, lei era riuscita, quella mattina, a vederci in una quotidianità, anche se sembrava essersi infranta sul nascere.

È senza dubbio la canzone più bella che io abbia mai ascoltato.
Nei suoi occhi, nelle sue parole e nella dolcezza con cui le ha dette ho letto fiducia, fiducia che aveva paura a dare ma che riponeva in me, quasi ad occhi chiusi, a mani basse, senza curarsi di mettere scudi, filtri, fregandosene se i miei comportamenti potessero far pensare ad altro.
<Bì è stupenda, non so che dire> le dico con la voce tremante mentre cerco di coprirmi il viso con la mano, odio piangere e farmi vedere mentre lo faccio. Anche se è un pianto dovuto dall'emozione, anche se è un pianto "positivo", non mi piace farlo e forse sarà così per sempre.
<Ei con me non ti devi vergognare, leva quella mano, vieni qui> mi dice lei con quella sua dolcezza che mi era mancata da morire, quel tatto, quel pesare le parole da dire. Mi prende il braccio, me lo sposta dal viso, e poi mi tira a sé, abbracciandomi e accarezzandomi la schiena.
È quando sento la sua mano venire a contatto direttamente con la mia pelle, che realizzo che siamo ancora nude, e mi irrigidisco un po'.
Lei continua ad accarezzarmi i capelli per caricare di calmarmi, ed io mi godo queste dolci coccole che mai nessuno mi aveva dedicato.
<Marti grazie> le sussurro, ancora tra le sue braccia
<A te> mi risponde, per poi lasciarmi un bacio sul collo. Si stacca dall'abbraccio e mi guarda, io abbasso lo sguardo e mi metto giù, coprendomi con le coperte. Lei mi sorride, capendo il mio imbarazzo, e si copre anche lei, poggiando il suo viso nell'incavo del mio collo.
<Sei bellissima, non devi vergognarti, mai, sopratutto se sei con me> mi sussurra con una dolcezza che mi riempie il cuore.
<Ti amo> le dico, e sono sincera, lo sento davvero.
<Anche io, tantissimo> mi risponde e, dopo poco, ci addormentiamo entrambe.
Non ho mai sentito il cuore stare così comodo.

Il network notturno su Twitter è finito poco fa ed io ho colto l'occasione per darvi un altro pezzetto di storia, spero vi piaccia. Fatemi sapere!❤️

Un giorno, se ti vaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora