Ti volevo dire...

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Cloe è rimasta con i genitori di Emma e io e lei siamo usciti per stare un po' da soli. Mi stringe la mano mentre camminiamo, ci avviciniamo al muretto dove Emma si siede. Mi metto tra le sue gambe e le lascio un bacio.
“sei strana! Devi dirmi qualcosa? ” le chiedo. Si sfrega le mani guardandomi.
“ non so come dirtelo..” sono serio adesso.
“ sei incinta di nuovo?” chiedo subito.
“ no Simo. Non sono incinta. ”
“ e allora cosa ?”
“ è una cosa che ho raccontato a tua sorella l'altro giorno quando eravamo a Roma”
“ a mia sorella? Ma se a malapena vi parlate?”
“ sono cambiate un po' di cose dopo quella confessione. Non siamo amiche come prima ma non ci uccidiamo più” respira “ ho voluto dirglielo per farle capire che anche io ho sofferto. Forse non come te, ma è successo. ”
“ che hai fatto?” mi prende le mani.
era aprile, ed ero a Milano Cloe aveva pochi mesi di vita forse quattro o cinque mesi. Tornavo da lavoro, era un periodo stressante e tutto ciò che mi accadeva mi faceva ricordare che potevo incontrarti da un momento all'altro e che tu potessi maledirmi perciò che avevo nascosto. La paura mi ha fatto fare dei brutti pensieri.
Mi sono fermata al centro della strada - la vedo che ispira l'aria, raccolgo le lacrime che copiose scendono una ad una - ho aspettato la macchina che arrivasse... Mi sono detta che dovevo andare via, non volevo più stare con tutto quel peso addosso. Non avrei saputo mai come dirtelo. Volevo che tutti i problemi e le conseguenze non mi facessero sentire piccola e fragile. Ho pensato quello che l'unico modo era quello di farmi uccidere. ” sbarrò gli occhi.
“ che stai dicendo?”
sto dicendo che ho tentato di suicidarmi. La macchina arrivava sempre più vicino. Mi dicevo: « adesso finirà tutto tranquilla. Adesso finirà tutto» poi però ho guardato davanti a me. C'era una coppia di ragazzi con un bambino poteva avere l'età di Cloe adesso, giocavano felici, il cervello si è mosso da solo. Ho corso verso il marciapiede e la macchina è sfrecciata via. Non mi sono fatta nulla. Ho fatto in tempo.
Quando ho visto quei ragazzi, ho capito che stavo facendo una cazzata non potevo lasciare Cloe. Lei era l'unica ragione che mi era rimasta per andare avanti. Lei avrebbe potuto darmi la forza per dirti tutto. ” 
Non stavo realizzando nulla. Non pensavo che anche lei avesse vissuto un periodo così buio. “ non lo sa nessuno a parte Sara. Glielo raccontato perché volevo che la smettesse di pensare solamente a te dallo psicologo, non volevo compassione ma solo essere capita. Io lo so che ho sbagliato e so anche che lei potrebbe pure non perdonarmi ma non riuscivo più a sentirmi attaccata in quel modo.
Io non voglio essere la rovina della tua vita e non voglio essere la causa dei tuoi problemi” mi dice continuando a piangere. Singhiozza.
“ Emma non sei la rovina di niente e i problemi li abbiamo tutti. ”
“ lo so”
“ non avrei mai pensato che saresti mai arrivata a questo. ”
“ non lo pensavo nemmeno io, eppure per qualche secondo l'ho pensato. Avrei lasciato i miei problemi agli altri, scaricando questo grosso segreto ai miei genitori non potevo farlo. Così ho preso di nuovo in mano la situazione.
È stato solo un momento di debolezza. Ad oggi penso che ho superato anche questa cosa e che Cloe sia stata la mia rinascita in tutti sensi. ” la guardo “ vorrei soltanto che in questa nuova nostra occasione ci amassimo realmente forte da non lasciarci più. Ti amo amore. Si lo so, non ti ho più chiamato così da quando ci siamo lasciati. Ma non mi sentivo in grado di poterla pronunciare quella parola. ”
“ è bello sapere che sei riuscita ad aprirti con me. È bello sapere che mi ami. È bello sentirsi chiamare amore. Anche tu e Cloe siete la mia rinascita è non vi farò scappare più. ”
Prendo una cosa dalla tasca, la tiro fuori, mi guarda.
“ potresti rimetterlo?” le chiedo.
“ lo hai ancora davvero?”
“ io non scherzo mai su queste cose” con le mani che le tremano prende il braccialetto d'oro e lo aggancia.
qualunque sia la strada segui sempre il cuore” sussurra al mio orecchio. Era la scritta che ci aveva fatto scrivere sul bracciale. Mi abbraccia tenendomi stretto.
“ ti amo pupellina”
“ anche io Simo. ” mi sposto per poterla baciare. Schiudo le labbra per lasciare posto alla lingua nella sua bocca, era un bacio lento voluto e passionale. Non avrei potuto chiedere di meglio.
Il cuore mi batteva forte. Le farfalle erano nel mio stomaco e avrei voluto stare così per tutta la vita. Le tengo il viso con le mie mani accarezzandole con i pollici le guance.
Avrei seguito sempre il cuore che ancora oggi a distanza di anni gridava il suo nome.

E scappare da te stessa non ti renderà un'altra 🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora