Ritorno a casa

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Lunedì pomeriggio.

Stazione per 15;30

Il nostro treno è in ritardo. Cloe sì è addormentata tra le braccia di Simone, dalle facce che fa credo inizi a pesare. Sposto la valigia è faccio un passo verso di lui.
“ stai per morire dai qui a me”
“ no lascia stai tranquilla”
“Simo, Cloe ti sta pensando lasciala un po' a me così ti riposi le braccia. Manca ancora mezz'ora per prendere il treno”
“ sei sicura?”
“Simo si. Sono abituata a questo tipo di cose ” confesso. Non volevo sempre ribadire che io in queste situazioni mi ci sono trovata diverse volte. Non mi andava di ricordare sempre che l'ho cresciuta da sola. Lo avrei ferito sicuramente.
“ d'accordo. Ma se ti pesa un minimo dimmelo ”
“ va bene. ” lo guardo “ stai tranquillo Simo. ” prendo Cloe in braccio “ non sono incinta è i pesi posso prenderli. Sembra quasi che...”
“ no è che non voglio che ti pesi troppo ha cinque anni quasi. ”
“ ne ha quattro. Ho passato nottate così anche quando non dormiva. ” affermò. Mi lascia un bacio sulla fronte, passandomi successivamente la bambina. Le allargò un po' le gambe incastrandola nel mio bacino. Appoggia il viso sulla spalla continua a dormire.

Alle quattro il treno viene chiamato così Simone guida le valigie. Tengo bene la borsa e Cloe che ogni tanto scivola perché sta veramente dormendo come un sasso. Una volta preso posto, sistemo Cloe tra le mie braccia e Simone appoggia la mano sulla mia coscia. Il mio sguardo cade su di lui.
“ c'è qualcosa che devi dirmi?”
“ no. Volevo solo avere un contatto con te” sorrido. Mi allungo per baciarlo leggermente
“ oggi ci lasciamo andare così.” ride prendendomi in giro. Non ero solita a effusioni in treno.
“ mi andava è lo fatto”
“ brava. Mi piace”
“ ogni scusa è buona per te.”
“ io ti mangerei in realtà ma c'è troppa gente è presenza di minori”
“ smettila!” le mie guance diventavano rosse ogni volta nonostante fossero passati un paio di anni. Mi faceva sempre lo stesso effetto.
“ bella peperorina” gli do una botta vicino a lì e lui sbarra gli occhi.
“ prendimi in giro un altra volta e ti castro”
“ poi come fai senza?” sussurra questo al mio orecchio scatenando in me brividi.
“ faccio non ti preoccupare”
“ sei solo mia” confessa guardandomi negli occhi. Lo amavo veramente tanto quando diceva che ero solo sua, mi ci faceva sentire realmente in quel modo.
“ anche tu sei solo mio e non ti cambierei proprio con nessuno ” mi lascia un bacio sulla guancia, accarezzando il viso di Cloe.

Durante il viaggio mi appisolo anche io, mi rendo solo conto che Simone prende Cloe perché mi stava per cadere.
Una volta a Milano chiamiamo un taxi per tornare a casa. Non vedevo l'ora di buttarmi in doccia. Dai genitori di Simone avevo sempre vergogna e di conseguenza mi lavavo a pezzi. Cloe non voleva andare via ma già oggi aveva saltato l'asilo e non avremo lasciato che saltasse ancora.
“ che facciamo stasera?” mi chiede Simone
“ non lo so ancora. Vorrei dormire in realtà sono stanca.”
“ ok allora io cucino tu stai con la bambina. Mangiamo la faccio dormire e ti fai un bagno rilassante ”
“ Davvero?” chiedo incredula per l'ultima parte. Quando ci sono loro non ho mai preso parte di un bagno di relax. Annuisce baciandomi. Ne avevo proprio bisogno.

E scappare da te stessa non ti renderà un'altra 🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora