19. Verità soppresse.

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Harry Potter la fissò incredulo: era proprio Katie Bell, del tutto ristabilita, circondata dai suoi amici festanti.

«Sto benissimo.» rispose lei allegramente. «Sono uscita dal San Mungo lunedì, ho passato un paio di giorni a casa con mamma e papà e sono tornata stamattina.»

«Già.» disse Harry.
«Beh, senti, Katie…»

Doveva chiederglielo subito; la curiosità lo distrasse perfino dal pensiero di Ginny Weasley, degli Horcruxs e Silente.

«La collana.
Adesso ti ricordi chi te l'ha data?» mormorò Harry abbassando il tono di voce.

«No.» rispose Katie scuotendo la testa con aria dispiaciuta.
«Me lo chiedono tutti, ma non ne ho proprio idea. L'ultima cosa che ricordo è che sono entrata nel bagno delle donne ai Tre Manici di Scopa.»

«Allora sei davvero entrata in bagno?» chiese Hermione.

«Beh, so che ho aperto la porta.» rispose Katie.
«Quindi immagino che chiunque mi abbia scagliato la Maledizione Imperius fosse lì dentro. Poi la mia memoria è un deserto fino a due settimane fa al San Mungo. È meglio che vada, adesso.» terminò la ragazza.

Ormai per abitudine, si ritrovò a deviare per il corridoio del settimo piano.
Per un attimo decise di seguire Malfoy, scappato via dalla Sala Grande nonappena ebbe posato i suoi freddi occhi sulla sua figura assieme a Katie Bell.
Raggiunse il bagno e premette l’orecchio contro la porta: non si orgigliava niente.
Spinse la porta molto piano per aprirla e cercare, per quanto possibile, di scrutare l'interno.

Draco Malfoy gli dava le spalle, aggrappato con le mani ai lati del lavandino, la testa quasi bianca china in avanti.
 
«No.» gemette la voce di Mirtilla Malcontenta da uno dei cubicoli.
«No, dimmi che cosa c'è che non va, io posso aiutarti.»

«Nessuno può aiutarmi.» rispose Malfoy con voce tremante.
«Non posso farlo, non posso, non funzionerà.
E se non lo faccio presto, mi ucciderà.»

Harry rimase come fulminato da mille saette.
Draco Malfoy stava piangendo: le lacrime scorrevano sul volto pallido e dentro il lavandino sudicio e sporco. Malfoy tirò su con il naso e deglutì; poi, con un gran brivido di terrore, guardò lo specchio incrinato e vide Harry che lo fissava al di sopra della sua spalla, riflesso nel grande specchio.
 
Si voltò di scatto ed estrasse la bacchetta.
La maledizione che Malfoy gli scagliò lo mancò di pochi centimetri, mandando in pezzi la lampada sulla parete accanto ad Harry.
Harry si gettò di lato, pensò all'incanto Levicorpus, agitando la bacchetta, ma Malfoy bloccò la fattura e si preparò a scagliarne un'altra.

«No! No! Basta!» strillò Mirtilla Malcontenta.
La sua voce echeggiò forte nella stanza foderata di piastrelle.

«Sectumsempra!» strillò Harry dal pavimento, agitando furiosamente la bacchetta.

Il sangue schizzò dal volto e dal petto di Draco come se fosse stato trafitto da una cento lame.
Barcollò all'indietro, lasciò cadere la bacchetta dalla mano e piombò sul pavimento allagato sollevando un enorme tonfo d'acqua.

«No..» ansimò Harry, senza fiato.
Scivolando e barcollando, si rialzò e si lanciò verso Malfoy, che aveva il viso lucido e rosso; le sue mani bianche raspavano il petto zuppo di sangue.

«No, io non..» Harry non sapeva cosa stava dicendo; cadde in ginocchio accanto a Malfoy, che tremava in maniera incontrollabile, in una pozza di sangue che non esitava a cessare.
 
La porta del bagno si spalancò dietro Harry, che alzò lo sguardo, terrorizzato: Piton si era precipitato nella stanza, livido in volto. Spinse via Harry, chinandosi sul corpo inerme di Draco Malfoy.
Estrasse la bacchetta e la passò sopra le profonde ferite provocate dalla maledizione borbottando un incantesimo quasi incomprensibile.
Il flusso di sangue parve rallentare; Piton asciugò quello che restava dal volto di Malfoy e ripeté la formula. Le ferite parvero ricucirsi.

Sound Of Silence || Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora