Il più tenebroso e occulto silenzio avvolgeva le pareti scure di quella stanza.
Come ogni giorno, da ormai due settimane, l'orologio biologico di Chloe le impose di spalancare gli occhi alle quattro di mattina.
Se si conderasse che, per i primi cinque giorni, non avesse chiuso neanche un occhio, si potrebbero benissimo immaginare le profonde occhiaie violacee impresse sotto le sue iridi cristalline.
Ogni giorno era un'impresa ardua; dover sopportare il fracasso che Mafalda e Dolly causavano in quella villa per poter riordinare le varie stanze. Lei, che aveva sempre adorato il frastuono e il tintinnio dei soprammobili di cristallo, si ritrovò a maledire con la mente chiunque avesse anche solo osato causare il più flebile dei rumori.
Da un paio di giorni a quella parte, Mafalda aveva più volte provato a chiederle l'accesso alla sua stanza, anche solo per chiederle se stesse bene. Eppure, quella brunetta se ne stava lì, immobile dietro la grande vetrata che affacciava al suo giardino inglese illuminato dal sole di fine Maggio, con le braccia serrate al petto e con gli occhi totalmente privi d'animo.
Le faceva scorrere, Mafalda, delle buste contenenti delle lettere da sotto la fessura della porta, ogni qualvolta Chloe non le concedeva l'onore di entrare nel suo piccolo nascondiglio; ovvero sempre.
E, ogni volta, questa si limitava a coglierele dal pavimento piastrellato e riporle disordinatamente sulla propria scrivania, incurante di leggerle, senza la minima curiosità di scoprirne il mittente.***
"Alla miglior Serpeverde che abbia mai conosciuto,
Non credo ci siano parole per descrivere quello che é accaduto.
O meglio, per descrivere quello che ti é accaduto.
Ho tirato un grande sospiro di sollievo quando Pansy o Daphne, non ricordo chi tra le due, mi ha riferito che sei stata portata via da Zabini.
Come ti é saltato in mente di restare lì, ferma?!Per quanto io possa solo immaginare quello che stai passando, non posso che prometterti di restarti vicino, semmai avessi bisogno di qualcosa.
Qualsiasi cosa.Mi dispiace Chloe; mi dispiace tanto.
Harry Potter."
"Non sono bravo nel scrivere lettere ai miei amici; e sai anche che non siamo mai andati molto d'accordo.
Beh, ho pur sempre avuto molto astio con voi Serpeverde.Comunque, non sono qui per dirti quanto molti di voi non mi siano simpatici.
Volevo solo dirti che, se lo vorrai, sei invitata ogni sabato sera alla Tana per mangiare il pollo fritto che cucina mia madre!
P.S. Non assaggiare quello che cucina Ginny, potresti vomitare per tre settimane.
Ti aspettiamo,
Ronald Weasley."
I lati delle sue labbra si inarcarono lievemente, dando vita ad un amaro sorriso. Si domandava se fosse un vano tentativo per scusarsi.Quella di Ron Weasley fu la seconda lettera che ripose in uno dei numerosi cassetti che la sua grande scrivania ospitava lateralmente.
Erano passati ormai circa due mesi da quel giorno.
E si poteva osservare come, nel Mondo Magico, i primi spiragli di libertà iniziavano a risorgere.
Le Strade di Diagon Alley, Mielandia, Godric's Hollow e tanti altri posti, ricominciavano a risuonare con il morbido brusio delle voci della gente che, prendendo coraggio, cercavano di far rinascere quei mortori abbandonati.
Le saracinesche si riaprivano; i negozi ripresero le svendite e gli amici ricominciavano a riunirsi nei soliti posti.

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Sound Of Silence || Draco Malfoy
Romance«Quante volte ho odiato, e odio, l'effetto che mi fai.» sussurrò abbassando il volto verso di lei, ormai completamente immersa nel sonno. «È come se avessi una fiamma nel petto che brucia fino a consumarmi dall'interno.» sbuffò lievemente. «E lo o...