55. L'amico onnipresente.

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«Non si corre nel castello!»
Una voce fastidiosamente stridula e rauca echeggiò lungo il luminoso, ma altrettanto angosciante, immenso corridoio che l'avrebbe condotta finalmente in Sala Grande.

Sarebbe stato meglio essere ripresi da Lord Voldemort in persona, piuttosto che da Argus Gazza. Quell'uomo ricurvo, dai lunghi ed unti capelli grigi e l'espressione corrugata era la persona più fastidiosamente impicciona di tutto il castello.
La sua personalità e la sua passione per distruggere moralmente gli studenti non era variata di una virgola, neppure dopo la Guerra.

«Santo cielo, signor Gazza!» esclamò esasperata la studentessa, arrestando la propria corsa.
«Sono in ritardo per la colazione!» si giustificò la bruna.

«Meraviglioso, non solo non mangerai questa mattina, bensì ti toccherà una sofferente punizione!» ringhiò divertito l'uomo, mostrando quei suoi denti marci ed irregolari.
«Seguimi nel mio ufficio, indegna.» sentenziò questo, con il suo solito velo di cattiveria.

La bruna corrugò il volto in un'espressione infastidita. Non era offesa per l'appellativo che questo le aveva appena fornito; conosceva bene la sua pessima considerazione degli studenti di Hogwarts.
Era arrabbiata perché, con tutte le buone intenzioni di non ritardare - più di quanto non lo fosse già - per la colazione, era pergiunta finita in punizione.
Dopo un evidente e sonoro sbruffo, al solo scopo di evidenziare la sua disapprovazione, questa seguì con passo pesante quel vecchio raggrinzito fino al suo ufficio, dove avrebbe scoperto come e quando scontare la propria ingiusta punizione.

Non si presentò né durante la colazione, né tantomeno durante il pranzo; l'unica occasione che ebbe di interagire con i suoi “amici” era avvenuta poco prima delle 12:30, lì dove Theodore Nott - tra il flusso di studenti diretto in Sala Grande - era riuscito ad intravederla sull'uscio della porta dell'ufficio di Gazza.
Di rado, poco prima che questa venisse tirata dal colletto della camicia all'interno della stanza, era riuscita a giustificare la sua assenza con Theodore, accennandogli della punizione.
Questo, convintosi dell'accaduto, si limitò ad accettare il fatto che non l'avrebbe incrociata per tutto il giorno o forse più, dirigendosi dunque in Sala per il pranzo.

***

«Dove é finita Chloe?» domandò Blaise Zabini con un sottile velo di preoccupazione nel tono di voce, affacciandosi lì dove era seduto Theodore Nott.

«In punizione.» bofonchiò Theodore, mantenendo il proprio contatto visivo sul proprio piatto colmo di cibo.

«In punizione? E perché?» insistette Zabini.

«Non ne ho idea.» rispose Theodore con evidente fastidio.

Draco Malfoy, seduto di fianco a Zabini ma parzialmente nascosto dalla visuale di Theodore Nott, diede una leggera gomitata sul braccio del mulatto, allo scopo di incentivarlo a porre ancora delle domande in merito.
Non avrebbe ceramente potuto porre lui stesso, quelle domande.
Prima di tutto perché si sarebbe scatenata la seconda rissa assieme a Nott, sicuramente infastidito dal suo interesse; inoltre non avrebbe voluto dimostrare ad alcuno il suo interesse - e preoccupazione- per una ragazza che, qualche ora prima, lo aveva liquidato nella Stanza delle Necessità.

«Quindi non ci sarà per tutta la giornata?» domandò impacciatamente Blaise, saettando uno sguardo assassino tra il moro - seduto a qualche posto distante da loro - e il biondo di fianco.

«Per Salazar, Zabini!» squillò irruento Nott, battendo una mano sul tavolo in legno.
«La cosa non ti riguarda.» suggellò questo, fulminando prepotentemente Zabini con una sola occhiata fugace.

Sound Of Silence || Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora