Even in the dark there can be light

Capitolo 4

Passo il resto della giornata con Beth e con un gruppo di giovani che ho scoperto far parte della squadra dei miei fratelli.

Le ragazze sono assolutamente perfette e molto socievoli. Trascorro la maggior parte del tempo ad ascoltare le loro storie e nessuna di loro mi ha sottoposto a delle domande scomode, oltre a chiedermi dove fossi stata per tutto questo tempo, che lavoro facessi e altre domande futili. Mentalmente li ringrazio per questo, in quanto non sono pronta a raccontare fatti rilevanti del mio passato che mi logorano ancora oggi l'anima e inoltre, non so se possa fidarmi di loro.

Quando ormai il sole è tramontato, dalla porta entrano i miei fratelli, seguiti a ruota da Isabella e Alison. Kenton è il primo a venirmi incontro lasciandomi un delicato bacio sulla guancia seguito da un gesto infantile che mi scompiglia i capelli, proprio come faceva quando eravamo piccoli.

"Allora, come vi sembra la mia sorellina?" Sono seduta di fianco a Blake il quale non ha smesso di farmi ridere da quando ci siamo presentati e devo ammettere, che potrei iniziare a voler davvero bene a questo ragazzo.

"Onestamente amico, sto ancora metabolizzando il fatto che questo pezzo di donna sia imparentata con voi". Accidentalmente il braccio di Blake finisce sopra le mie spalle, movimento che gli fa guadagnare uno sguardo assassino da parte dei miei fratelli.

"Blake". Il grugnito di Hunter è più un avvertimento animalesco che umano.

"Sai Kent, ho scoperto che io e Blake abbiamo molto in comune. Il nostro passatempo preferito, per esempio, è quello d'infastidirvi. Non mi avevi detto che avevi amici così simpatici". Ma mio fratello non mi degna uno sguardo, dal momento che è troppo impegnato a cercare di bruciare con gli occhi il braccio di Blake accidentalmente caduto sulle mie spalle.

"Ti va di andare a fare due passi? Questa mattina non abbiamo avuto tempo di parlare come si deve". Damien, che stranamente è rimasto in silenzio, mi fa un cenno della testa verso la porta.

Sapevo che era questione di tempo prima che arrivasse la nostra famosa chiacchierata, quindi annuisco e mi alzo seguendolo.

A metà strada, verso la porta, mi giro verso Beth.

"B, se non torno entro un'ora, vai a casa mia, nel mio armadio, nel fondo, c'è ancora conservato quel coso che usavamo per rompere tutte le catene, prendilo e poi controlla ogni palo, cella o stanza dove mi potrebbero rinchiudere. Lotterò, ma loro sono in tre". Affermò con tono troppo serio.

Tutti nel locale scoppiano a ridere, Beth compresa, che però annuisce lo stesso mentre posso chiaramente sentire i miei fratelli dietro di me emettere uno sbuffo infastidito. Non sono del tutto ironica, ma so che Beth verrà in mio soccorso nel caso la nostra chiacchierata dovesse degenerare.

Amo i miei fratelli e so che non farebbero mai nulla per farmi soffrire come so che il fatto di avermi qui per loro significhi molto e non voglio rovinare tutto, almeno non già oggi.

Mi rigiro e li seguo fuori dal locale. Fuori l'aria è diventata più fresca, il sole ormai è tramontato e le luci dei lampioni illuminano le strade. Affianco Damien e lui mi mette un braccio intorno le spalle mentre continuiamo a camminare. La sensazione del suo corpo vicino al mio, del modo affettuoso in cui mi cinge le spalle, mi fa sentire a casa, perciò mi stringo a lui giusto per godermi quei pochi secondi, prima di poter rovinare tutto.

"Allora pulce, dove starai?" Hunter si ferma sotto un lampione all'angolo della strada. Il locale è ancora visibile, ma non c'è modo che possano ascoltare la nostra conversazione e dal lato opposto si erge solo una strada vuota.

"L'agenzia alla quale mi sono rivolta, mi aveva trovato una casa in affitto poco lontano da qui. Dalle foto sembra perfetta, né troppo grande né troppo piccola. Il giusto necessario per il tempo che passerò qui". Gli spiego.