Capitolo 37

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Trascino i piedi sul pavimento bianco maledicendo gli uomini nella mia vita. Persone corrono qui e li e un mormorio quasi insopportabile riempie la specie di corridoio in cui mi trovo. Come ci fanno a essere cosi tanti feriti di prima mattina? Che diavolo fa la gente cosi presto? L'ospedale in cui lavora Chloe è gigantesco e molto più pulito di molti in cui sono stata ma questo non cambia che sia un'ospedale e io odio gli ospedali. Al mio fianco Mase non stacca gli occhi da me per paura che da un momento all'altro possa andarmene. Le sue non sono paure del tutto infondate, se ne avessi la possibilità non sarei neanche qui, ma la mia adorabile famiglia sta mattina si è presentata a casa di Mason con la colazione alle 6 di mattina, per convincermi, anzi costringermi ad andare da Chloe per fare un controllo completo. La sera prima, dopo che abbiamo parlato dei miei attacchi del panico Mason mi ha detto che avrei dovuto togliere i punti il giorno seguente, io gli ho risposto che li avrei fatti semplicemente cadere e lui ha fatto finta di non sentire e allora io mi sono arrabbiata e come sempre abbiamo finito col litigare e poi con il fare l'amore, per fortuna ieri notte è stata una di quelle notti senza attacchi ma lui mi ha stretto per tutto il tempo finche non sono crollata. Sta mattina mi sono svegliata riposatissima credendo di aver vinto la discussione ma a quanto pare mi sbagliavo. I miei fratelli mi hanno praticamente buttata fuori di casa, brutti traditori. La figura esile di mia cugina entra nel mio campo visivo una volta finito questo strano corridoio. Le pareti sono bianche, con porte celesti ovunque e una strana decorazione sopra. Chloe ci viene incontro smagliante mi ritrovo a chiedermi come faccia ad avere un tale sorriso alle 8 del mattino, è disumano.

"Hey Lexi, Mason." Mase le sorride di rimando mentre io rispondo

"Come fai da vere quel sorriso a quest'ora del mattino? Sei una Maddox, zio Liam odia le persone che sorridono la mattina." Lei scoppia a ridere e sento anche Mase al mio fianco cercare di sottomettere una risata.

"Ci sono abituata ormai, incominciamo, so quanto non ti piacciano gli ospedali." annuiamo e iniziamo a seguirla per un altro corridoio, identico all'altro. Ma non si perdevano? Io mi sarei persa soprattutto con i loro orari. Ci conduce in una stanza, anch'essa bianca(che originalità), al centro c'è uno dei soliti lettini scomodissimi e una sedia al suo fianco.

Mia cugina mi fa cenno di sedermi sul lettino e controvoglia vado al centro della stanza. Mi siedo e mi sollevo la maglietta quel che basta per farle fare quello che deve fare. Lei si siede sulla sedia al mio fianco e inizia a armeggiare con alcune cose che ha posato sul lettino. Mason è al mio fianco e mi sorride incoraggiante, vorrei vedere se lui nella mia situazione sorriderebbe ancora. "Okay inizio a levarti questi punti e poi vorrei controllare le costole." Annuisco appoggio la schiena delicatamente allo schienale. Cerco di non guardarla e di concertarmi su qualcosa di diverso. Sarò anche una dura ma gli aghi non mi fanno impazzire. Mase mi afferra la mano disegnando dei piccoli cerchi sul mio palmo per tranquillizzarmi. Passano alcuni minuti cosi, finche Chloe non si stacca e dice di aver finito.

"Ora ti porto a fare una risonanza per vedere a che punto sono le tue costole visto che non l'abbiamo mai fatta." Controvoglia la seguo preparandomi mentalmente per le prossime ore.

È ora di pranzo quando finalmente io e Mase usciamo dall'ospedale, la risonanza mi ha fatto perdere un sacco di tempo e poi Mason ha preteso che mi facessi controllare tutte le altre ferite. Le mie costole sono in via di guarigione ma mi faranno male ancora per un paio di settimane, le altre ferite stanno guarendo bene e se continuo cosi mi resteranno si e no due o tre minuscole cicatrici. Abbiamo appuntamento da Bob's con tutti gli altri per mangiare qualcosa e cercare di capire meglio le nostre prossime mosse. Come sempre tutti sono radunati qui per la pausa pranzo e  quando entriamo tutti gli occhi sono su di noi. In un angolo vedo i miei cugini affiancati da i mie fratelli, strano alle altre riunioni non c'erano.

"Allora come stai piccola tirapugni?"Blake ci affianca e mi posa un braccio sulle spalle allontanandomi dal fratello.

"Piccola tirapugni? Te le inventi la notte questi soprannomi Blake?" Lui sfodera il suo sorriso seduttore e mi accarezza il mento.

"Solo per te piccola." Divertita mi stacco da lui e mi fiondo sul cibo. Trascorriamo del tempo tranquillo, Blake accompagnato da Shaw stuzzicano Mase per quasi tutto il tempo e so per certo che lui vorrebbe strozzare il fratello minore. Le ragazze mi chiedono delle diagnosi e per un pò parliamo di un'appuntamento ad una SPA il mese prossimo.

"Ve la possiamo rubare un attimo signore?" Grayson il maggiore di tutti i miei cugini, appare alle mie spalle e con un sorriso seducente mi porta via di li . Devo ammettere che Gray ha un certo fascino infatti le ragazze rimangono ammaliate per alcuni secondi e lui lo sa benissimo. Mi porta vicino a tutti gli altri miei cugini comprese Mia e Kay comparse non so quando. Non ho ancora avuto modo di parare con loro nonostante siano stati presenti in svariate occasioni, la verità è che non sapevo cosa dire Scusate per questo casino non vi sareste dovuti scomodare? Mi avrebbero riso in faccia.

"Hey"faccio un patetico gesto con la mano cerando di capire di che umore sono. Hanno tutti una vita e anche se mi mancavano avrei preferito che non fossero ritornati, meno persone significano meno bersagli.

"Salta le strozzate Lexi" Logan è sempre stato il mio compare negli scherzi quando i miei fratelli mi facevano infuriare, quando non c'era Dame al mio fianco c'era lui. Al liceo era lui che mi aiutava a sgattaiolare fuori a volte o a portarmi ubriaca a casa, anche se lui non era da meno. Ma ora a stento lo riconoscevo , alto muscoloso e con dei capelli biondi sembra un dio greco, e non c'è alcuna traccia del ragazzino playboy del liceo.

"Non sareste dovuti venire"

"Balle, dimmi un pò se fosse successo ad uno di noi non ti saresti precipitata subito per aiutarci?Uhm? Avresti fatto lo stesso e anche di più e se avessimo cercato di dissuaderti saresti diventata una furia quindi come ha detto Logan salta le strozzate." Aiden sembra volermi disintegrare per quello che ho appena detto e ammetto che ne avrebbe tutte le ragioni, ha ragione su ogni esatta parole.

"Che hai intenzione di fare?" Bella domanda ma non ne ho la minima idea, una parte di me vorrebbe rannicchiarsi in un angolo e leccarsi le ferite l'altra è pronta per scendere in battaglia. Nessuna via di mezzo.

"Nulla, per adesso, come avete sentito sono a pezzi." Mi lanciano un veloce sguardo e tutti sembrano non apprezzare.

"Qualunque cosa la tua testolina pensi aggiornaci e se non lo fai la prossima volta che ti vedremo vuoteremo il sacco su quel tatuaggio che si illumina al buoi allo zio, per quello si che ti ucciderebbe ." Ma che cazzo? Perché cavolo lo stavano menzionando ora? I miei cugini a differenza dei mie fratelli hanno sempre saputo di non potermi fermare nel fare quello che volevo quindi hanno deciso di affiancarmi, ad ogni guaio loro mi coprivano la maggior parte delle volte come quando mi feci quello stupido tatuaggio di cui stavano parlando. Io e Logan ne avevamo visto uno una sera a Seattle su una tizia che sembrava uscita da un film emo per tutti i tatuaggi che aveva e da ubriachi ci era sembrata una cosa fighissima cosi facemmo una scommessa, chi beveva più velocemente un'intera bottiglia di vodka. Pessima idea, persi alla grande e loro mi trascinarono a fare quel maledetto tatuaggio e ovviamente visto che non penso mai lucidamente decisi di farmi quel coso nell'interno coscia , meglio anche omettere che cosa rappresentava. Avevano ragione mio padre poteva passare sopra Anthony e sul mentire ma se avesse saputo di quel tatuaggio mi avrebbe rinchiusa in una scuola di suore. Eravamo gli unici a sapere dell'esistenza di quella serata e ogni volta che potevano mi stuzzicavano. Neanche Mason se ne era mai accorto non avendolo fatto mai a luce spenta. Non so se gli sarebbe piaciuto.

Sbuffai sonoramente e annui. Mi sarebbero servite mani in più. Loro sembrarono soddisfatti infatti pochi secondi dopo fui sommersa in un abbraccio e mi scrollai da dosso le preoccupazioni. Amavo la mia famiglia. Alle mie spalle ci fu il rumore delle campanelle segno che la porta venne aperta ma non me ne curai, i ragazzi mi lasciarono andare e cosi abbraccia le mie cugine e solo quando mi staccai da loro avvertii il silenzio tomba in cui la stanza era sprofondata. Tutti i mormorii e le risate erano cessate e i miei cugini stavano guardando dritto alle mie spalle senza muoversi. Mi irrigidì tutta e valutai le loro espressioni, erano inespressive ma era chiaro che era appena entrato qualcuno di loro non gradimento. Per un secondo pensai al peggio ma se fosse stato davvero lui sarebbero già partiti con le pistole e con quella consapevolezza lentamente mi girai verso il nuovo arrivato o meglio dire i nuovi arrivati. Mi bastò una singola un'occhiata alle persone davanti a me per maledirmi, poi qualcosa mi fini addosso.

Even in the dark there can be lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora